Frutta e verdura non solo più care, ma anche meno consumate. Gli aumenti, anche vertiginosi (con
punte del 50%), registrati in queste ultime settimane, hanno fatto crollare gli acquisti. Una flessione generalizzata che, tra il 15 giugno e il 15 luglio scorsi, si è attestata intorno al 13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A rilevarlo è la Confederazione italiana agricoltori che evidenzia come, sull’onda della siccità, i rincari hanno scoraggiato i consumatori dal comprare frutta (-12,5%) e ortaggi freschi (-13,5%).
Nell’ultimo mese, poi, ogni italiano ha consumato al giorno poco più di 3 etti di prodotti ortofrutticoli contro i quattro che si sono registrati nello scorso anno e i 4,3 del 2001. Un
tendenza al ribasso che, viste le ultime rilevazioni, è destinata ad accentuarsi nel corso del 2003. Inoltre il consumo medio annuale di frutta e verdure per nuclei familiari è passato dai 460 kg del 2001 ai 448 kg del 2002.
Ma a rischio dopo la siccità e la carenza idrica sono anche
molti prodotti tipici e di qualità delle nostre terre. Secondo le prime proiezioni della Cia, formaggi, oli, vini, ortaggi, legumi, frutti e alcuni tipi di cereali, tutti Dop e Igp, potrebbero scarseggiare proprio a causa del gran caldo e, nello
stesso tempo, subire anche aumenti nei prezzi.