Stipendio base € 4,82 lordi ora, straordinario € 5,54 lordi. Questa è la retribuzione riconosciuta ad un folto gruppo di lavoratrici, circa 60 lavoratrici in prevalenza straniere, socie-lavoratori della società cooperativa B.F. che opera all’interno degli stabilimenti della società di
logistica Transcotex a Villavara di Bomporto e Campogalliano.
Il trattamento salariale è quello previsto dal contratto nazionale siglato tra l’Associazione datoriale Unci e il sindacato autonomo Confsal. Per un paese civile e industrializzato come il nostro, basterebbe questo per definire assolutamente non dignitoso, e per diversi aspetti scandaloso, il trattamento economico riconosciuto a queste lavoratrici.
Ciò che è ancor più scandaloso è il fatto che, queste lavoratrici, pur lavorando da diversi anni all’interno dei magazzini Transcotex e con le
stesse mansioni, passando alle dipendenze delle varie società che si sono succedute nella gestione degli appalti, anziché vedersi riconosciuta la loro professionalità anche dal punto salariale, hanno avuto un regresso,
non trovandosi riconosciuti i trattamenti salariali maturati precedentemente, quali retribuzione base, passaggi di livello, anzianità di
servizio, scatti.
Scandaloso inoltre è il fatto che, la Società B.F. per garantire un salario superiore a quanto previsto dal contratto nazionale Unci-Confsal ha riconosciuto quote consistenti di indennità “trasferta Italia” completamente esenti a livello previdenziale e fiscale, per importi superiori anche a 300 € mensili. Ciò nonostante, la retribuzione risulta
essere inferiore al trattamento a cui avrebbero diritto, di circa 250-300 € mensili.
Sicuramente la B.F. è tra le tante false cooperative che operano sul territorio, società che nascono e muoiono in brevissimo tempo, con il preciso scopo di eludere le normative previdenziali e fiscali e riconoscere ai soci/lavoratori il peggior trattamento normativo e salariale possibile.
In questo caso, come in altri, è del tutto evidente però la responsabilità del committente che, come prevede la legislazione nazionale è chiamato a rispondere in solido nel caso di irregolarità, sia dal punto di vista salariale ma anche previdenziale.
A monte di questa situazione il committente Transcotex ha una responsabilità non solo indiretta, ma anche diretta, per ciò che avviene all’interno dei propri magazzini, responsabilità ulteriormente evidenziata
dai continui cambi di cooperative nella gestione degli appalti.
Di fronte a committenti quali Transcotex – importante società che fornisce servizi logistici per le più importanti griffe italiane del settore
abbigliamento e con diversi stabilimenti in Italia e all’estero – ci si sarebbe aspettata correttezza e regolarità. Purtroppo i Sindacati devono registrare che, la flessibilità e il valore aggiunto decantato sui propri siti internet avviene a scapito dei diritti e delle retribuzioni riconosciute a coloro che svolgono l’attività nei magazzini. Chissà, avendo
uno stabilimento in Cina, forse ritengono che il trattamento dei lavoratori possa essere identico!
Le Segreterie Provinciali FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI ritengono che ciò non sia tollerabile e che queste lavoratrici abbiano il pieno diritto di ricevere un salario dignitoso e che in caso di cambio di appalto venga loro
riconosciuta la professionalità acquisita.
FILT FIT e UILTRASPORTI metteranno in atto tutte le azioni utili a realizzare la tutela di queste lavoratrici, a partire dalla chiamata in
solido del committente.