Una campagna di comunicazione promossa dalla Provincia di Modena che, dando visibilità al lavoro compiuto nel territorio modenese sul tema della violenza contro le donne, abbia l’obiettivo di «prevenire e contrastare il fenomeno e di promuovere una positiva relazione fra uomini e donne, basata sull’educazione al rispetto delle differenze e della legalità».

È questo l’auspicio espresso dall’ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, esclusi i Verdi, e approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale con il voto favorevole di tutti i gruppi e l’astensione dei Verdi. Il documento invita anche il Parlamento ad «approvare rapidamente il disegno di legge contro gli atti persecutori promosso dal ministro Mara Carfagna e a definire una legge organica sulla violenza alle donne che inasprisca le pene, valorizzi il lavoro dei Centri antiviolenza e delle altre associazioni, insista sulla prevenzione con attività educative e formative nelle scuole».
Basato sui dati che dicono che in Italia nel 2007 è stata uccisa una donna ogni tre giorni e che indicano come a Modena ci siano state nel 2008 ci siano state più di mille denunce di violenza sulle donne (tra lesioni, percosse, minacce, ingiurie e 37 violenze sessuali), il documento richiama anche tutte le attività e le iniziative promosse dal Tavolo tecnico contro la violenza coordinato dalla Prefettura e dal Piano strategico per contrastare la violenza promosso dalla Provincia. L’obiettivo, ha spiegato Caterina Liotti (Pd) nella presentazione, «è promuovere un’azione di cambiamento culturale e di sensibilizzazione nei confronti degli autori delle violenze».

Walter Telleri (Verdi) ha motivato il voto di astensione affermando che «il fenomeno della violenza richiede un’adeguata attenzione da parte delle istituzioni ma, nella situazione economica in cui ci troviamo, spendere migliaia di euro per tappezzare Modena di manifesti non mi sembra prioritario».

Marisa Malavasi (Fi-Pdl), esprimendo soddisfazione «perché è stata recepita la nostra richiesta di inserire il riferimento alla proposta di legge del ministro Carfagna», ha replicato che «si possono investire un po’ di soldi in spese come questa, più piccola e più utile di tante altre».

Per Cesare Falzoni (An-Pdl) anche se «le spese per una campagna di comunicazione possono non essere prioritarie, l’ordine del giorno va comunque approvato», mentre Giorgio Barbieri (Lega nord) ha suggerito di «trovare sponsor privati e utilizzare i giornalini dei Comuni».
Secondo Stefano Lugli (Prc) «è poco simpatico parlare di risorse su un tema come la violenza sul quale invece è giusto investire».
Claudia Severi (Fi-Pdl) ha sostenuto che «dare pubblicità a quanto fatto finora è necessario perché le donne che subiscono violenza devono sapere che ci sono già gli strumenti per aiutarle» e per Tomaso Tagliani (Popolari liberali-Pdl) in questo modo «forse riusciremo a lasciare una traccia di qualcosa di buono fatto per i più deboli».

Franca Barbieri (Pd) ha sottolineato che «la violenza sulle donne non è solo un problema femminile ma una priorità per tutti, invece quando se ne parla salta sempre fuori che le priorità sono altre».

Per Luca Caselli (An-Pdl) è importante che «l’impegno contro la violenza ci sia e sia il più possibile condiviso ma cerchiamo di fare in modo che non sia fatto solo di parole vuote» ed Elena Malaguti (Pd) ha affermato che quello della violenza «è un problema grave e specifico a cui il Consiglio sta provando a dare risposte concrete».