Si è svolta ieri a Bologna la prevista udienza del Tribunale Amministrativo Regionale per discutere dei ricorsi presentati dall’Amministrazione Comunale di Finale Emilia a proposito della discarica Feronia di Finale Emilia. Il Comune di Finale Emilia era rappresentato dall’avvocato Matteo Ceruti che, nella breve discussione, ha illustrato ai giudici amministrativi gli elementi essenziali dei due ricorsi sottoposti a giudizio. Presenti anche le controparti Arpae, Feronia e Regione Emilia-Romagna.

“Ora possiamo solo attendere la sentenza – dice il sindaco di Finale Emilia, Claudio Poletti – i giudici hanno ascoltato le parti in causa, senza però che vi sia stato un dibattimento e ora esamineranno le documentazioni presentate per poi emettere la sentenza che dovrebbe arrivare al massimo nel giro di un paio di mesi”.

Nei giorni precedenti l’udienza al TAR, il sindaco di Finale Emilia ha incontrato i rappresentanti delle associazioni degli agricoltori Cia, Coldiretti e Confagricoltura per illustrare dettagliatamente quanto riportato più volte nei verbali della Conferenza dei Servizi sulla discarica e cioè che, a parere di Arpae e Feronia, sono le attività agricole a compromettere la qualità delle acque sotterranee superficiali e non le attività connesse alla gestione della discarica. Oltre al sindaco, ha partecipato da remoto all’incontro, il chimico Roberto Chiono che è entrato nel dettaglio tecnico di quanto sostenuto dal gestore della discarica e dall’agenzia regionale.

“I rappresentati degli agricoltori, come è facilmente immaginabile, sono rimasti esterrefatti – dice il sindaco di Finale Emilia, Claudio Poletti – nell’apprendere in modo così preciso ciò che è stato riportato nei verbali della Conferenza e nelle comunicazioni di Feronia ad Arpae, dissentendo in modo risoluto rispetto alle accuse di responsabilità e alle motivazioni addotte dall’agenzia regionale e riprese dal gestore. Nel corso dell’incontro ho poi provveduto ad aggiornare gli agricoltori sull’andamento dei ricorsi presentati al TAR e del procedimento penale in corso a Modena”.

I documenti di Arpae e Feronia sostengono che ad influenzare la qualità dell’acqua sono le attività agricole correlate a spandimento di reflui zootecnici (boro, ione ammonio, nichel), a processi di dissoluzione e trasporto in falda di nutrienti e oligoelementi durante i periodi con abbondanti precipitazioni (nitrati e cationi), a fertilizzazione chimica e ammendanti (nitrati, potassio, nichel, calcio, magnesio e solfati).

“Alla lettura di queste motivazioni, la reazione degli agricoltori – conclude il sindaco – è stata quella tipica di chi viene accusato ingiustamente: prima stupore, poi rabbia malcelata, infine la riflessione su cosa poter fare per smentire queste accuse assolutamente pretestuose”.