Stasera nella Sala del Tricolore, nel ricordo del 25° anniversario della scomparsa di Nilde Iotti, il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari ha conferito i riconoscimenti del Primo Tricolore a Eletta Bertani (il Vessillo storico), Ione Bartoli (una pregiata miniatura dedicata al Tricolore, dato che la premiata era già stata insignita del Primo Tricolore in altra occasione) e a Loretta Giaroni, che non ha potuto ritirare personalmente il Primo Tricolore: la bandiera le verrà consegnata in un altro momento.
Alla cerimonia ha partecipato l’assessora alle Politiche per l’educazione Marwa Mahmoud. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Reggio Emilia insieme con la Fondazione Nilde Iotti.
Di seguito, l’intervento del sindaco Marco Massari, con le motivazioni dei riconoscimenti conferiti:
“Un filo rosso, lo stesso colore che connota di vivacità ed esuberanza la nostra Bandiera – ha detto il sindaco Massari – lega quattro donne reggiane nello stesso impegno: l’affermazione dei diritti, l’emancipazione femminile, la dignità della persona.
Donne nate e cresciute in un’epoca in cui stavano emergendo in particolare nelle donne e nei giovani nuove aspirazioni, al lavoro, all’autonomia e libertà di scelta, dopo un’educazione ai valori di libertà e giustizia sociale dell’antifascismo trasmessi dall’ambiente familiare e sociale in cui avevano vissuto.
Da questa cultura e da questo impegno, quale conseguenza storica e attuale – una bellissima connessione – nasceva nella nostra città il riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini; e la creazione – dal tessuto sociale, da quella spinta ideale – delle nostre scuole d’infanzia: l’educazione fin dalla più tenera età, condivisa in un ambiente di crescita e di relazione, che considera le bambine e i bambini per quello che sono, cioè Persone nella pienezza della loro personalità e dei loro diritti, in una parola Cittadini, a tutti gli effetti.
Parliamo in realtà di diritti universali, che trovano la loro radice nella libertà, eguaglianza e fratellanza che il Tricolore rappresenta.
Per questo oggi, nella memoria riconoscente di una di queste quattro donne, l’onorevole Nilde Iotti, prima donna presidente della Camera dei Deputati, partigiana, costituente e testimone instancabile dei Diritti della Persona, della Donna in particolare, vogliamo ringraziare ed abbracciare le sue amiche e compagne di lotta: Ione Bartoli – Eletta Bertani – Loretta Giaroni.
Le loro biografie, la loro militanza progressista e riformista, il loro coraggio politico e la loro saggezza di amministratrici pubbliche si intrecciano costantemente. La linfa – che ha alimentato il loro pensare e operare per lunghi anni, a cominciare dal secondo dopoguerra e in particolare nella stagione di fermenti sociali, culturali e politici degli anni Sessanta e Settanta – è ancora viva, ancora oggi ci guida e ci sostiene.
- Consegniamo perciò il vessillo del Primo Tricolore a Eletta Bertani;
- a Ione Bartoli, che già ha ricevuto questo importante riconoscimento quale ‘Reggiana per esempio’, una Miniatura in vetro di Murano ispirata egualmente alla nostra Bandiera;
- a Loretta Giaroni, che non può essere presente qui stasera, porteremo il Primo Tricolore in un altro momento, nella quiete della sua casa.
A queste donne, la loro città, Reggio Emilia, esprime una profonda riconoscenza per il contributo femminile nelle politiche e nelle Istituzioni repubblicane.
Una gratitudine che si estende al loro impegno pionieristico nella nascita dei nidi e scuole dell’infanzia reggiani.
Sono l’esempio vivente dell’impegno per la collettività.
E sono un punto di riferimento per tante donne, e non solo, che, come loro, si sono impegnate nelle istituzioni e nelle organizzazioni politiche per garantire uno sguardo plurale, supportando la nascita di servizi pubblici che potessero creare condizioni di equità e pari opportunità, con particolare attenzione ai diritti delle bambine e dei bambini.
Perciò – ha sottolineato il sindaco – vogliamo che questa giornata sia dedicata anche alle tante donne che nell’ambito dell’educazione, dei diritti dei bambini e della cultura hanno creato le condizioni politiche, istituzionali e pedagogiche che hanno portato, con il contributo eccezionale di Loris Malaguzzi, alla nascita dei nostri nidi e scuole dell’infanzia e al Reggio Emilia Approach”.
Il sindaco Massari ha poi letto brevi profili biografici delle tre premiate, ringraziandole a conclusione di ogni passo:
“Ione Bartoli. E’ stata la prima assessora donna della Regione Emilia-Romagna, nella prima Giunta regionale formata nel 1970, all’indomani della istituzione delle Regioni, con delega ai Servizi sociali e, per 2 anni, anche alla Scuola. L’impegno in Regione durò 10 anni, dal 1970 appunto al 1980.
Ione veniva da una intensa militanza politica quale dirigente dell’Udi–Unione donne italiane e alla Commissione femminile del Partito comunista italiano, al quale era iscritta dal 1948.
Era stata consigliera provinciale per 10 anni, dal 1960 al 1970; presidente dell’Opera nazionale Maternità e Infanzia (Omni) dal ‘67 al ‘70.
Racconta Ione: ‘Quando ero assessore regionale fu fatta la prima legge per gli asili nido nel 1971. Ma gli asili dovevamo farli noi, dovevamo costruirli. Ma come farli? Partendo dalle scuole dell’infanzia dell’Udi ho riunito le cuoche, l’ufficiale sanitario, il pedagogista, l’architetto, il geometra, l’urbanista, l’insegnante, perché insieme dovevano pensare e progettare l’asilo nido, perché tutte queste figure avevano un ruolo nell’asilo nido’.
Nel libro Una storia presente. L’esperienza delle scuole comunali dell’infanzia a Reggio Emilia, a cura di Ettore Borghi, Ombretta Lorenzi e Antonio Canovi, Ione Bartoli racconta: ‘ …Quando venne la legge sugli asili nidi, noi regione Emilia-Romagna ci battemmo per i criteri… Perché, subito conquistata, la legge aveva un grosso limite: parlava di “custodia” dei bambini, diceva che il titolo prioritario per l’assunzione era quello di puericultrice; mentre invece noi sostenevamo che dovevano essere maestre, che nell’asilo ci voleva capacità, perché da zero a tre anni si conosceva poco il bambino e a maggior ragione ci voleva personale qualificato… ’.
Dopo il decennio in Regione, è stata consigliera provinciale e assessora della Provincia di Reggio Emilia, dal 1980 al 1986, con delega a Scuola, Formazione professionale e Turismo. E’ stata cofondatrice e ha coordinato il Centro Velia Vallini, nato per promuovere iniziative politiche di genere.
Amica di Nilde Iotti, esattamente come lei, è stata ed è sempre dalla parte delle donne per garantirne l’eguaglianza sostanziale.
Questa passione, questa visione, questa lucidità e saggezza l’ho toccata con mano alcune settimane fa, quando ci siamo incontrati.
Grazie Ione.
“Eletta Bertani. La leva risolutiva che ha spinto Eletta all’impegno politico, sociale e di amministratrice pubblica sono stati i Fatti di Reggio Emilia, i Martiri del 7 Luglio 1960. Questa potrebbe essere la sua Carta d’identità: in poche righe dice tutto.
Dopo il 7 Luglio si avvicina dunque alla politica e diventa militante della Fgci e dell’Udi, poi funzionaria del Pci. Partito per il quale viene eletta alla Camera dei deputati nel 1976, venendo poi riconfermata alle elezioni politiche del 1979 e restando a Montecitorio fino al 1983.
Tra le sue battaglie quelle per la rivendicazione dei diritti delle donne e il miglioramento delle loro condizioni di vita: ‘Sono la maggioranza della popolazione stanno facendo passi da gigante nelle loro capacità professionali’.
Tra i suoi impegni: il riconoscimento del valore sociale della maternità, per la conquista della prima storica Legge di parità tra uomini e donne nel lavoro; la legge sul divorzio; l’impegno, condiviso con tante donne e in forti movimenti, per fare nascere e crescere le scuole dell’infanzia comunali, la loro qualità educativa, per affermare il diritto dei bambini e degli adolescenti alla propria soggettività e ad esprimere la propria creatività.
Dal 1985 al 1990, sempre nelle fila del Pci, a Reggio Emilia è assessora comunale alla Scuola ed ai Servizi sociali, e nel successivo quinquennio (1990-1995) è consigliera comunale, prima per il Pci, poi per il Pds, svolgendo il proprio mandato con una forte attenzione ai temi sociali e dell’educazione.
Dal 1994 al 2000 è la prima presidente di Reggio Children.
La sua militanza politica si dipana per quasi ottanta anni, tra il secolo scorso ed i primi venti anni del 2000; e prosegue tutt’oggi.
Nel 2021, nell’autobiografia Cercando la rotta – Una donna e il suo tempo, scrive ‘ …Ho fatto parte di un percorso collettivo di riscatto sociale, di crescita personale e di emancipazione. Ci sentivamo un Noi, e la politica, in particolare quella delle donne, era fatta insieme, dandoci reciprocamente forza… ’.
E ancora:
‘La politica oggi dev’essere coerente e popolare, non populista, bensì popolare, deve cioè coinvolgere e riuscire a motivare, a creare nuove passioni nelle persone’.
Alcuni giorni fa ci ha gentilmente ospitato nella sua abitazione, è stato un incontro appassionato ed emozionante.
Mi ha regalato il suo libro con questa dedica: ‘Al nostro sindaco, con l’augurio più sincero di sapere dipanare il filo rosso della capacità di governo, del senso di comunità che la nostra città ha saputo vivere nel tempo, all’altezza della complessità di questo tempo nuovo’.
Grazie Eletta
“Loretta Giaroni, stasera qui con noi idealmente – idealmente perché i nostri e i suoi ideali coincidono con solida profondità – è simbolo delle lotte per i diritti delle donne e dell’infanzia.
In prima linea come coordinatrice provinciale dell’Unione donne d’Italia (Udi) dal 1957 al 1967, è stata assessore alle Scuole e ai Servizi sociali dal 1966 al 1975.
Loretta è stata fra le protagoniste di una stagione importante del Movimento femminista, per i diritti delle donne, per battaglie di civiltà e per l’orientamento della scelta politica in favore dei Servizi alla persona; testimone oggi di quei giorni, con uno sguardo critico sul presente.
Anch’essa, come Ione ed Eletta, nell’ottica del Noi: ‘Quello che ho fatto – ha detto della sua esperienza – l’ho fatto con la forza delle donne’.
E in una intervista di alcuni anni fa dichiarava: ‘Per questo posso raccontare, e voglio raccontare, come sono andate veramente le cose. Devo farlo per chi c’era e non c’è più, ma anche per i giovani che non conoscono la storia. Se non ci fossero state le donne dell’Udi non avremmo avuto gli asili. Perché oltre ad averli voluti, costruiti e autogestiti dopo la Liberazione, sono state sempre loro, negli anni Sessanta, a spingere perché il Comune li prendesse trasformandoli in pubblici’.
Evidenziato l’apporto decisivo di Loris Malaguzzi, Loretta, in questa e in varie altre occasioni, ha sempre avuto giusta cura nel sottolineare la nascita ‘dal basso’, dalla comunità, delle scuole d’infanzia reggiane e l’ideale generativo-politico che stava e sta tutt’oggi alla base di questa esperienza unica al mondo.
Nelle prossime settimane andremo ad incontrare Loretta nella sua casa, per ringraziarla e consegnarle il Primo Tricolore.
Grazie Loretta”, ha così concluso il sindaco Marco Massari.