Nei giorni scorsi il Comitato No Bretella Si Mobilità Sostenibile ha inviato ai candidati Presidenti della regione Emilia-Romagna una lettera aperta, trasmessa per conoscenza ai Sindaci dei Comuni rivieraschi del Fiume Secchia e ai Presidenti delle Provincie di Modena e Reggio Emilia, per richiamare la loro attenzione sui rischi idrogeologici che deriverebbero dalla realizzazione della Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo. Un tema che dopo i recenti eventi alluvionali della Romagna e di Bologna non può essere ignorato.
Il nuovo tratto autostradale correrebbe in parallelo alla riva destra della Secchia per 15,5 km, impermeabilizzando 700 mila mq di terreno che non assorbirà più acqua piovana.
Nella lettera aperta si sottolinea che “Dato che un metro cubo di terreno verde arabile pianeggiante – come quello attraversato dall’opera – può assorbire sino a 300 litri d’acqua, ne consegue che -in caso di regimi di pioggia torrenziali e concentrati come sempre più frequentemente si verifica-il mancato assorbimento produrrebbe molte decine di migliaia di mq d’acqua che resterebbero in superficie con la possibilità di essere convogliate nel letto del fiume o nei centri abitati provocando esondazioni e distruzioni.
Impedire al terreno verde – tramite la cementificazione delle aree contigue a fiumi e torrenti – di dare il proprio contributo alla mitigazione delle alluvioni grazie all’assorbimento dell’acqua descrive esattamente le concause di quel che è avvenuto in Romagna e a Bologna dal 2023 ad oggi. Quel che avverrebbe domani in provincia di Modena e Reggio Emilia.”
Si chiede, inoltre, di abbandonare il progetto sbagliato e insostenibile della Bretella, guardando al futuro, realizzando “i collegamenti ferroviari tra gli scali merci di Dinazzano e di Cittanova, tra quest’ultimo e il polo logistico di Campogalliano, realizzare un casello “Modena centro” all’intersezione tra l’A1 e la superstrada Modena Fiorano, migliorare la complanare di Modena. Tutto questo permetterebbe di decongestionare la via Emilia tra Modena e Reggio E., di collegare direttamente la Modena Fiorano con A1 e A22, di risparmiare una enorme quantità di suolo agricolo, evitando i rischi sempre più grandi che una ulteriore urbanizzazione farebbe gravare sul fiume Secchia e sui pozzi acquedottistici modenesi”.
Il testo della lettera aperta è riportato di seguito
COMITATO NO BRETELLA SI MOBILITA’ SOSTENIBILE
Lettera aperta ai candidati ed alla candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna
p.c.
ai Sindaci dei Comuni di:
Modena, Sassuolo, Formigine, Campogalliano Bastiglia, Bomporto, Carpi, Casalgrande, Castellarano, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Fiorano Modenese, Maranello, Novi di Modena, Reggio Emilia, Rubiera, San Prospero, San Possidonio, Scandiano, Soliera,
e ai Presidenti delle Presidente delle province di Modena e Reggio Emilia
Perché la costruzione del raccordo autostradale Campogalliano Sassuolo risulta oggi, alla luce delle alluvioni in Romagna e a Bologna, insostenibile da ogni punto di vista.
Sono note da tempo le ragioni scientifiche e di buon senso per cui la “Bretella” (raccordo autostradale Campogalliano Sassuolo) non deve essere costruita: per ragioni che riguardano tanto il futuro della mobilità di merci e persone che la salute e la sicurezza delle popolazioni che vivono vicino ai fragili territori attraversati dal fiume Secchia.
Ragioni che durante i 10 anni di vita del Comitato No Bretella – Si Mobilità Sostenibile, abbiamo illustrato a cittadini e istituzioni e continuamente approfondito con l’aiuto di urbanisti, geologi, ingegneri, medici, avvocati, attivisti. Riflessioni e proposte che potrete leggere nel libro dedicato alla vicenda della Bretella, dal titolo “Non è solo una strada ma un modo di stare al mondo”, edito da Pendragon e redatto a cura del Comitato stesso e di cui vi facciamo dono. Libro nel quale indichiamo anche le soluzioni alternative, facilmente realizzabili, al progettato raccordo autostradale in esame.
Ragioni che ci consentono di sostenere che la Bretella è un progetto ormai incompatibile con le reali esigenze logistiche di cui il distretto ceramico avrebbe un urgentissimo bisogno, con quelle riguardanti la tutela della salute delle popolazioni e la mitigazione delle conseguenze che il cambiamento climatico induce sulle fragilità del sistema idrogeologico della pianura modenese e reggiana.
In questa lettera aperta sottolineiamo alla vostra attenzione i soli rischi idrogeologici enormi che deriverebbero dalla costruzione dell’opera. Rischi – ormai certezze scientifiche – per la salute e la sicurezza delle popolazioni e di tutti i beni pubblici e privati posti nelle vicinanze del fiume.
Un raccordo di 15,5 km che correrebbe in parallelo alla riva destra della Secchia, quarto affluente del Po per portata d’acqua, spesso a poche decine di metri dall’alveo del fiume stesso: l’equivalente di settecentomila mq di asfalto l’uso dei quali alimenta inquinamento da idrocarburi in una realtà la cui l’atmosfera risulta tra le più inquinate d’Europa, 700 mila mq di verde distrutto per sempre, 700 mila mq di terreno che non assorbirà più acqua piovana.
Dato che un metro cubo di terreno verde arabile pianeggiante – come quello attraversato dall’opera – può assorbire sino a 300 litri d’acqua, ne consegue che -in caso di regimi di pioggia torrenziali e concentrati come sempre più frequentemente si verifica-il mancato assorbimento produrrebbe molte decine di migliaia di mq d’acqua che resterebbero in superficie con la possibilità di essere convogliate nel letto del fiume o nei centri abitati provocando esondazioni e distruzioni.
Impedire al terreno verde – tramite la cementificazione delle aree contigue a fiumi e torrenti – di dare il proprio contributo alla mitigazione delle alluvioni grazie all’assorbimento dell’acqua descrive esattamente le concause di quel che è avvenuto in Romagna e a Bologna dal 2023 ad oggi. Quel che avverrebbe domani in provincia di Modena e Reggio Emilia.
E’ necessario allora, guardando al futuro, cambiare progetto e visione di contesto: quindi nel nostro caso realizzare i collegamenti ferroviari tra gli scali merci di Dinazzano e di Cittanova, tra quest’ultimo e il polo logistico di Campogalliano, realizzare un casello “Modena centro” all’intersezione tra l’A1 e la superstrada Modena Fiorano, migliorare la complanare di Modena. Tutto questo permetterebbe di decongestionare la via Emilia tra Modena e Reggio E., di collegare direttamente la Modena Fiorano con A1 e A22, di risparmiare un’enorme quantità di suolo agricolo, evitando i rischi sempre più grandi che una ulteriore urbanizzazione farebbe gravare sul fiume Secchia e sui pozzi acquedottistici modenesi.
Come ha detto l’urbanista Pileri, dopo la recentissima alluvione a Bologna, “Non ci sono solo bombe d’acqua, ma continue bombe di cemento e asfalto che hanno ridotto la capacità del territorio di reagire. Ogni nuova impermeabilizzazione aumenta di 5-6 volte almeno la quantità di acqua che rimane in superficie dopo una pioggia di media intensità.”(in Quotidiano nazionale, 21.10-2024).
Vi chiediamo di riflettere su questo stato di cose e di assumervi alcuni impegni improcrastinabili: 1)cambiare a fondo la legge urbanistica regionale la n.24/2017 – riducendo drasticamente o azzerando il consumo di suolo, ridando ai Comuni un potere effettivo, che oggi non esiste, di programmare un assetto urbanistico sostenibile del loro territorio; 2)combattere la rendita immobiliare vero motore dei disastri in corso ; 3) rivedere il piano regionale trasporti progettando alternative alla Bretella e alla costruzione di altre autostrade nella direzione da noi indicata; 4) togliere cemento dovunque sia possibile e necessario; 5)lavorare per mitigare gli effetti del cambiamento climatico ormai irreversibile. La Bretella è un disastro annunciato per cittadini, imprese e territorio. Possiamo ancora evitarlo. A Voi l’onere e l’onore di realizzare l’indispensabile cambiamento.
Comitato No Bretella Si Mobilità Sostenibile