Sono attualmente 145 i minori stranieri non accompagnati (Msna) in carico al Comune di Modena, dei quali 60 inseriti nel progetto di accoglienza Sai Sistema Accoglienza Integrazione. Del totale, 139 minori sono in strutture di accoglienza e 6 in regime di affido familiare che è sicuramente la forma di collocamento più idonea e tutelante. Per questo l’Amministrazione sostiene il progetto WelcHome, che si scontra però con la mancanza di famiglie disponibili ad accogliere minori stranieri e le stesse narrazioni che spesso vengono fatte del fenomeno non aiutano ad avvicinare famiglie alla rete dell’accoglienza.

Lo ha spiegato Alessandra Camporota, assessora a Sicurezza urbana integrata, Polizia locale, Inclusione e Integrazione, Volontariato e Terzo Settore rispondendo lunedì 7 ottobre in Consiglio comunale a un’interrogazione di Forza d’Italia, sulla situazione a Modena dei minori stranieri non accompagnati.
Rispondendo nel dettaglio alle domande di Piergiulio Giacobazzi, l’assessora ha precisato che la filiera dell’accoglienza comunitaria a Modena è composta da sette comunità autorizzate sulla base della delibera di Giunta regionale 1904/2011 e altre autorizzate in base alla successiva delibera regionale (1490/2014) che permette in via emergenziale all’Ente locale di autorizzare il 25% di posti in più e, appunto, strutture in deroga. Il numero massimo di posti e il rapporto numerico è fissato per le comunità di accoglienza autorizzate in base della delibera del 2011, mentre non è espressamente previsto per le strutture in deroga. La filiera dell’accoglienza viene rivista in base all’andamento degli arrivi; l’assessora ha quindi inscritto in questa logica la recente determinazione dirigenziale con cui sono stati ridotti posti e chiusa una struttura per rispondere al principio di economicità ed efficienza. La media dei minori accolti in ogni comunità è ora di 10 ragazzi a struttura (i minori, per legge, non possono invece essere collocati presso unità abitative).
Sul territorio comunale le comunità autorizzate sono sette; otto quelle autorizzate in deroga in base alla normativa del 2014, ma questo numero può cambiare a fronte delle necessità e l’auspicio è di arrivare ad accogliere i minori solo presso le prime comunità. Le verifiche vengono svolte, su delega della Procura del Tribunale per i minorenni, dalla Commissione di vigilanza locale composta da un Ispettore di Polizia Locale, un medico igienista e due funzionari del Settore Servizi Sociali; un’ulteriore forma di controllo è svolta dall’equipe professionale dedicata alla presa in carico dei Msna.
L’assessora Camporota ha anche ricordato che nel momento di massima pressione degli arrivi si è arrivati ad attivare 180 posti presso le strutture autorizzate su Modena e come lo scorso settembre, dopo un incontro con i gestori delle comunità, con una nota era stata comunicata al Ministro competente la saturazione dei posti: una posizione che risponde all’esigenza di garantire a ciascun minore un percorso di accoglienza adeguato agli standard normativi, oltre a adeguati percorsi e opportunità d’integrazione.
Per ciascun minore straniero non accompagnato, l’Amministrazione si pone, infatti, l’obiettivo di garantire un percorso orientato all’integrazione che tenga conto di aspirazioni, eventuali fragilità, tempo a disposizione rispetto al compimento della maggiore età ed effettiva capacità del ragazzo di aderire al percorso che è costruito insieme alla comunità di accoglienza attraverso il Pei inclusivo di aspetti formativo, lavorativo, comunitario, sanitario e aggiornato periodicamente; mentre la titolarità della presa in carico resta dell’assistente sociale.
A parere dell’assessora ritmo degli arrivi e numero di minori in carico vanno invece a detrimento della possibilità di lavorare affinché questi ragazzi diventino un’effettiva risorsa per la città, grazie anche ai progetti di formazione costruiti insieme alla Regione.
La saturazione dei posti ha reso necessario, inoltre, un posizionamento dell’amministrazione comunale rispetto all’accoglienza: garantita quella dei minori infrasedicenni o con fragilità̀, non a chi ha già un posto in comunità̀ in carico ad altre città.
L’assessora ha quindi osservato che per uscire dall’emergenza a livello istituzionale il Sistema di accoglienza locale sta operando su un duplice binario: da un lato attraverso la qualificazione del sistema, dall’altro con l’organizzazione della filiera dei posti di accoglienza, in base al ritmo degli arrivi. E ha accennato ad alcuni esempi di quanto si sta facendo per la qualificazione dell’accoglienza, cioè affinché il contesto sia adeguato ai bisogni specifici del minore: dal potenziamento del servizio di alfabetizzazione agli incontri con l’esperto legale sul tema dello sfruttamento lavorativo, dagli incontri con la Protezione civile per diffondere la conoscenza di buone pratiche all’inserimento di Msna in realtà sportive.

PIÙ VULNERABILI ED ESPOSTI A FORME DI SFRUTTAMENTO

I minori stranieri non accompagnati rappresentano la fascia più vulnerabile del sistema migratorio. Sono soli e non hanno ancora raggiunto la completa maturità psicologica e sociale; questa condizione di vulnerabilità li rende anche più esposti a forme di sfruttamento e al coinvolgimento in reti criminali: autori di reato quindi ma anche potenziali vittime di un sistema dal quale faticano ad affrancarsi. Lo ha affermato l’assessora alla Sicurezza urbana integrata, Polizia locale, Inclusione e Integrazione, Volontariato e Terzo Settore Alessandra Camporota proseguendo nella risposta ai quesiti posti dall’interrogazione di Forza Italia che toccava anche aspetti legati alla sicurezza.

I minori stranieri non accompagnati che nell’ultimo biennio sono risultati coinvolti in fatti di reato sono 111 a fronte dei complessivi 1.070 gestiti, pari quindi al 10 per cento; 11 quelli vittime di reato.

L’assessora ha quindi spiegato che anche a tutela di tutti i ragazzi, personale educativo e per prevenire il coinvolgimento dei minori stranieri nel circuito penale, a Modena il sistema di accoglienza ha, da tempo, intensificato la collaborazione con le Forze dell’ordine. Quotidianamente viene tramesso l’orario dei rientri non autorizzati e ogni settimana un report di tutti i minori accolti in ciascuna comunità con foto di ognuno, scheda telefonica e segnalazioni su comportamenti sospetti; tempestiva è poi la segnalazione di condotte irregolari o devianti all’interno della comunità. Inoltre, l’Amministrazione comunale ha sempre segnalato in modo sistematico le situazioni di condotte devianti da parte dei singoli con relazioni dettagliate anche da parte delle Comunità di accoglienza.

Nel 2023 la Polizia Locale con l’unità cinofila ha svolto cinque controlli nelle comunità di accoglienza, già sette da inizio 2024. La recente normativa in materia di contrasto al disagio giovanile ha introdotto anche lo strumento del formale ammonimento orale: per condotte irregolari sono stati eseguiti già quattro ammonimenti orali a fronte degli otto richiesti alla Questura dal Servizio sociale.

Con l’Arma dei Carabinieri è stato avviato un progetto di promozione del concetto di legalità e dei principi della Carta Costituzionale che ha portato più volte i minori stranieri presso la sede dell’Arma e con la sezione Forestale dell’Arma.

Passando ad altri quesiti posti dall’istanza: sono 11 i minori provenienti dai Cas, di cui 6 ancora in carico e 5 dimessi in corso d’anno ed è già con l’assegnazione ai territori che i minori vengono inseriti insieme agli adulti in modo promiscuo. La minore età è dichiarata in sede di fotosegnalamento e il sedicente minore è pertanto accolto nel sistema per minorenni. A fronte di dubbi sulla reale età, è poi l’equipe professionale insieme all’equipe educativa, a richiedere l’esame auxologico. Dal 2023 a oggi sono stati 52 gli esami auxologici per l’accertamento dell’età richiesti alla Procura; resta la criticità legata ai tempi e talvolta alla mancata emissione del decreto di attribuzione dell’età.

Sono state invece 329 nell’ultimo biennio le dimissioni per il raggiungimento della maggiore età e 38, nell’anno in corso, gli allontanamenti volontari non autorizzati a cui è seguita la denuncia di scomparsa. Insieme a comunità di accoglienza, tutori volontari, equipe professionale, l’Amministrazione ha anche elaborato un documento che contiene tutte le misure di accompagnamento alla maggiore età, presentato alla Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.

Complessivamente la spesa sostenuta dal Comune per l’accoglienza dei Msna nel 2023 è stata pari a 6.683.759 euro di cui 6.073.387 coperti dal Fondo Nazionale Msna e Fami con una percentuale di copertura quindi pari al 91%; per il 2024 si ipotizza una spesa complessiva di 5.800.000 euro, visto che il trend degli arrivi è in diminuzione.

Dallo scorso mandato la Prefettura riassegna i minori provenienti da sbarco ai territori della provincia escludendo il Comune di Modena, già coinvolto dal flusso di arrivi da rintraccio. L’auspicio dell’assessora Camporota è che, sulla scia di questa sperimentazione, si possa improntare un sistema di governo locale che, con il lavoro congiunto e corale di tutte le istituzioni coinvolte, consenta una distribuzione dei minori su base provinciale, direzione in cui si è mosso anche un Comune limitrofo.

E passando al livello nazionale, l’assessora ha ribadito l’urgente necessità di garantire un governo unitario dei flussi e la dotazione di un numero di posti sufficienti ed equamente distribuiti per garantire non solo le prime accoglienze, ma anche le seconde, attraverso il modello Sai che a livello nazionale registra la completa insufficienza di posti per accogliere tutti i minori stranieri presenti sul territorio italiano: circa 7.000 a fronte di un fabbisogno superiore al triplo.

Secondo l’assessora alla Sicurezza il governo dell’intero sistema di accoglienza non può poi prescindere da una revisione della normativa in riferimento a diverse tematiche. Innanzitutto, l’aumento di opportunità formative mirate all’inserimento lavorativo: l’assessora ha sottolineato che il nostro paese ha assolutamente bisogno di questa futura ‘forza lavoro’ se vogliamo conservare l’attuale modello di welfare e l’inserimento lavorativo è la chiave per integrare questi nuovi cittadini. In secondo luogo, la previsione di strumenti normativi di carattere ‘premiale’ nel percorso di riconoscimento del permesso di soggiorno per quei minori che si impegnano maggiormente nei percorsi di alfabetizzazione e formazione professionale. Così come di strumenti normativi obbligatori che consentano al Servizio Sociale di far rispettare ai minori il collocamento individuato; di strumenti normativi più incisivi per la repressione di condotte devianti e a rilevanza penale; di strumenti normativi per ricollocare i minori quando, a seguito d’indagine penale, viene individuato un parente presente sul territorio.