Il presidio mobile di Polizia locale costituisce una modalità di controllo del territorio prossima al cittadino e in grado di dare una risposta veloce in termini di presenza, presidio e prevenzione. Il veicolo, allestito con tavolo e panca, è infatti in grado di raggiungere rapidamente ogni zona e frazione della città e rappresenta un punto di riferimento immediatamente individuabile.
Vi operano generalmente agenti assegnati allo stesso Quartiere, che quindi conoscono bene la realtà locale e sono in grado di interagire con i cittadini secondo il modello di polizia di comunità, che vuole gli operatori sempre più vicini ai cittadini in termini di ascolto attivo, accoglienza delle diverse problematiche e capacità di risolvere dei problemi.
A fare il punto in Consiglio comunale sull’attività del presidio mobile della Polizia locale di Modena è stata l’assessora alla Sicurezza urbana integrata Alessandra Camporota rispondendo a un’interrogazione del capogruppo di Fratelli d’Italia Luca Negrini. In particolare, l’istanza, in considerazione dell’inserimento in sede di variazione di bilancio della spesa per un nuovo veicolo di presidio mobile, chiedeva quante richieste di intervento e di che tipo sono state raccolte direttamente al presidio mobile dal dicembre 2023 a luglio 2024; quante volte è stato utilizzato il mezzo e per quali attività; quanti chilometri ha raggiunto e dove ha stazionato; quali tipi di direttive sono impartite agli agenti.
Sono 58 i servizi svolti attraverso l’unità mobile della Polizia locale nel periodo richiesto (il contachilometri registra 50.626 chilometri percorsi), la maggior parte nelle zone di Albareto, Torrazzi, Portile, San Damaso, Lesignana, Marzaglia nuova, Cittanova, Baggiovara, San Donnino, Vaciglio.
I luoghi di stazionamento sono individuati in base alle esigenze della popolazione e attraverso uno screening delle segnalazioni. Nel periodo di chiusura del Punto Città Sociale e Sicura per il completamento dei lavori, l’Ufficio Mobile ha continuato a garantire la presenza della Polizia locale in piazza Matteotti. Nel week end, in orario serale, veniva spostato in piazza Pomposa per presidiare un’area in cui erano segnalate criticità da parte di frequentatori ed esercenti di pubblici esercizi.
Entrando nel dettaglio dell’organizzazione del servizio: l’attività prevede la presenza di due operatori che forniscono informazioni e assistenza. Gli agenti possono anche rilevare sinistri e accertare violazioni; intervengono in caso di richiesta di assistenza immediata da parte dei cittadini o di chiamata della centrale a cui è sempre radiocollegata. Laddove non ci siano particolari richieste, svolge incombenze d’ufficio. La pattuglia è anche dotata di tablet per l’inserimento delle segnalazioni nel sistema Rilfedeur e la successiva presa in carico da parte degli uffici competenti. Per avere contezza anche del luogo in cui le segnalazioni vengono inserite, è in fase di revisione la modalità operativa d’inserimento delle segnalazioni, in modo che in futuro sia possibile distinguere tra segnalazioni raccolte dall’ufficio mobile o durante il servizio di pattuglia itinerante.
L’assessora ha quindi spiegato che gli operatori al presidio mobile, generalmente individuati tra quelli assegnati al Quartiere in cui il mezzo è utilizzato, interagiscono con l’utenza e, attraverso la conoscenza della realtà locale, realizzano gli indirizzi generali dell’organizzazione e dello svolgimento dei servizi di Polizia locale secondo il modello di polizia di comunità (art. 11 bis della Legge regionale Emilia-Romagna n. 24 del 2003).
“In quest’ottica – ha proseguito – si sta lavorando per riorganizzare le attività della Polizia Locale, i cui agenti devono essere sempre più vicini al cittadino, capaci di riconoscere il problema e aggredirlo in tempi rapidi. Nasce da qui il progetto per l’acquisto del nuovo ufficio mobile che è un’ulteriore opportunità per conciliare il presidio del territorio, con azioni di prevenzione e contrasto, alla necessità di svolgere anche le incombenze d’ufficio che sono conseguenti ad ogni intervento costringerebbero gli operatori a stare in sede, lontani dai cittadini”.
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Stefano Manicardi (Pd) ha ribadito la duplice valenza del servizio che “avvicina le istituzioni al territorio e copre le zone periferiche e le frazioni della città, rispondendo a un bisogno di rassicurazione da parte di cittadini. È una delle azioni per la sicurezza attuate dall’amministrazione comunale in mancanza dell’impegno di altre istituzioni”.
In replica il consigliere Negrini si è dichiarato “non soddisfatto” della risposta, chiedendo “in base a quali priorità sia utilizzato il presidio mobile”. Il consigliere ha affermato che “si tratta comunque di uno stazionamento mentre bisognerebbe dar modo agli agenti di presidiare davvero il territorio. Bisogna riformare il Corpo di Polizia Locale, dare una dotazione seria agli agenti e metterli in mezzo alla città. È finito il tempo dell’ascolto, deve iniziare il tempo del fare. Siamo davanti a un’emergenza e dobbiamo dare una risposta ai cittadini”, ha concluso.