ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Emilia-Romagna presenta gli scenari del settore edilizio regionale. Il futuro dell’edilizia sarà nei prossimi anni fortemente influenzato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dagli interventi di ricostruzione post alluvione. Con l’esaurirsi degli effetti del Superbonus, le imprese edili dovranno puntare su nuovi finanziamenti e piani strategici per garantire lo sviluppo delle attività. Sono fondamentali una pianificazione efficace e investimenti mirati per sostenere la ripresa economica e infrastrutturale della regione.

Il 2023 completa il ritorno del settore ai livelli pre-crisi economica, ma il 2024 si prevede in calo

Il 2023 ha segnato un anno positivo per il settore delle costruzioni in Emilia-Romagna, con un aumento degli investimenti del 6% (la miglior performance tra le regioni italiane), proseguendo la crescita iniziata nel 2016 e interrotta solo dall’anno pandemico. Questo incremento ha permesso di recuperare quasi completamente il gap produttivo accumulato durante la crisi economica iniziata nel 2008, che aveva portato a una perdita del 42% nel settore.

Tuttavia, nel 2024 si prevede un calo del 7% nei livelli produttivi del settore delle costruzioni (pur nel dato negativo, l’Emilia-Romagna è tra le regioni italiane che perdono meno produzione), a causa principalmente della fine della cessione del credito e dello sconto in fattura, che ridurranno la manutenzione straordinaria. Questo ridimensionamento sarà solo parzialmente compensato dall’espansione delle opere pubbliche finanziate dal PNRR e dalle attività di ricostruzione post alluvione del 2023.

I numeri 2023 del settore delle costruzioni in Emilia-Romagna in sintesi:

  • PIL regionale: rappresenta il 9,2% del PIL regionale in termini di investimenti. Nel 2023 il PIL regionale ha segnato +1,1% (al primo posto in Italia insieme alla Lombardia).
  • Occupazione: +6,1% di lavoratori iscritti alle casse edili nel 2023; +4,6% nel numero di ore lavorate (rispetto a +18,6% e +19,7% nel 2022). Occupa il 17,4% degli addetti nell’industria e il 5,8% dei lavoratori totali (a livello nazionale, rispettivamente 24,4% e 6,5%).
  • Opere pubbliche: la spesa in conto capitale per opere pubbliche nei comuni è aumentata del 41,3% nel 2023, grazie all’avvio dei lavori PNRR e alla chiusura della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei, e del 18,9% nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli investimenti in infrastrutture sono aumentati del 46% (+336 milioni di euro) nel 2023.
  • Bandi di gara: +5,8% dei bandi di gara per lavori pubblici e +26,8% del relativo importo.
  • Permessi a costruire:
    • Edilizia residenziale: in calo del 24% nel 2022 rispetto al 2021 (che aveva segnato un +29,7%). I finanziamenti per investimenti nel comparto sono diminuiti del 32,3% rispetto al 2022 (l’Emilia-Romagna è la seconda con il dato negativo più alto tra le regioni).
    • Edilizia non residenziale: In calo del 13% nel 2022 in termini di nuovi volumi. I finanziamenti per investimenti sono diminuiti del 2,7% nel 2023, con eccezioni significative nelle province di Forlì-Cesena, Bologna e Modena, dove invece aumentano molto sensibilmente. In questo ambito la nostra regione è nella minoranza di regioni che presentano un dato negativo.
  • Stock edilizio: composto da circa 943.300 edifici, di cui circa 818.000 (86,7%) destinati a uso residenziale; gli immobili non abitativi sono circa 125.500. Oltre il 50% del residenziale è stato edificato tra il 1946 e il 1980, quindi molto datato. Tipologia di edifici residenziali: 45,9% unifamiliare; 25,8% bifamiliari; 28,3% condomini.
  • Mercato immobiliare: 62.705 abitazioni compravendute nel 2023, pari a -12% rispetto al 2022, interrompendo il trend positivo iniziato nel 2014 e posizionandosi sotto la media nazionale che è del -9,7%.
  • Finanziamenti abitativi: in calo del 21,9% nel 2023 (dopo un -3,9% nel 2022). Il dato è comunque il terzo meno negativo tra le regioni. I mutui calano del 25%, mentre le surroghe e sostituzioni aumentano del 65%.

 

La struttura delle imprese di costruzioni emiliano-romagnole

Il settore delle costruzioni in Emilia-Romagna è altamente frammentato, con oltre due terzi delle circa 50.000 imprese costituite da realtà con un solo addetto. Un ulteriore 27,7% è composto da imprese con 2-9 addetti. La dimensione media delle imprese è di 2,6 addetti, con volumi di affari contenuti: il 72,7% delle imprese dichiara un fatturato inferiore ai 200mila euro.

Nel 2022 si sono aggiunte 2.000 nuove imprese di costruzioni, a cui si sono sommate altre 1.500 nate nel 2023, segnando un aumento del 2% su base annua. Nel 2023, l’occupazione nel settore delle costruzioni è aumentata del 4,6% in termini di ore lavorate e del 6,1% in termini di lavoratori iscritti.  I livelli occupazionali crescono a un ritmo più sostenuto della media nazionale (In Italia le ore lavorate +0,9%, lavoratori iscritti +2,9%). Nel primo trimestre del 2024 le ore lavorate in regione crescono dell’1,6% mentre i lavoratori iscritti del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo incremento segue un 2022 caratterizzato da tassi di crescita superiori al 10%.

 

Il Superbonus: un pilastro della crescita

Il Superbonus energetico è stato un importante driver di sviluppo per l’edilizia in Emilia-Romagna, con un valore complessivo di circa 4,3 miliardi di euro nel 2023 (10.986 interventi). Nei primi tre mesi del 2024, sono stati registrati ulteriori 3.595 nuovi interventi per un ammontare di oltre 1,9 miliardi di euro. Questi numeri riflettono un “trascinamento” dei lavori realizzati entro il 2023, che hanno beneficiato della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Dall’avvio della misura, in Emilia-Romagna sono stati investiti circa 11,4 miliardi di euro per interventi su 44.400 edifici (tra cui quasi 19.000 edifici unifamiliari e 14.400 condomini).

Secondo i dati elaborati da ANCE, al 31 marzo 2024 la quota di edifici oggetto di lavori finalizzati al miglioramento della prestazione energetica si è attestata al 7,6% del totale, collocando l’Emilia-Romagna al terzo posto tra le regioni italiane, sopra la media nazionale del 5,8%.

Utilizzo delle risorse del PNRR in Emilia-Romagna: cantieri aperti per 38% delle gare

Secondo le stime dell’Ance, all’Emilia-Romagna sono stati assegnati 5,8 miliardi di euro di risorse del PNRR da destinare a interventi che coinvolgono il settore delle costruzioni. La revisione, approvata dalla Commissione Europea a dicembre 2023, determinerà l’uscita dal Piano di oltre 2.000 progetti relativi a interventi per opere pubbliche localizzati nella regione, per un valore di 355 milioni di euro. Gli investimenti fuori dal perimetro del PNRR in Emilia-Romagna rischiano di arrivare a circa 600 milioni, considerando le linee di investimento parzialmente definanziate. Tali progetti, per i quali il Governo ha garantito adeguata copertura finanziaria, verranno realizzati senza gli stringenti vincoli temporali richiesti dall’Europa.

Dal punto di vista dell’attuazione, secondo i dati di ANAC, a fine 2023 i bandi per opere pubbliche finanziati dal PNRR erano poco più di 4.000, per un importo complessivo di 2,3 miliardi di euro, con il 76% degli importi (oltre 1,7 miliardi di euro) già aggiudicati tramite gare.

Per comprendere il reale stato di avanzamento del Piano, è strategico poter monitorare l’effettiva evoluzione della fase realizzativa dei cantieri. In assenza di dati ufficiali, ANCE ha analizzato i dati raccolti attraverso il sistema delle Casse Edili (CNCE_Edilconnect), dai quali emerge che in Emilia-Romagna il 38% delle gare PNRR, pubblicate tra novembre 2021 e marzo 2024, ha visto l’apertura del cantiere.  Un dato superiore alla media nazionale (35%) ma lievemente sotto il livello raggiunto dalle regioni settentrionali (+40%).

Gli investimenti del PNRR riguardano interventi per migliorare l’infrastruttura regionale, modernizzare e garantire la sicurezza del territorio, e promuovere la resilienza territoriale, cruciali per innescare un processo di sviluppo del territorio regionale che dovrà proseguire anche oltre il 2026, anno di conclusione del Piano.

 

Alluvione, un anno dopo. Il ruolo delle imprese dell’edilizia nel Piano speciale della Ricostruzione in Emilia-Romagna

A un anno dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna (i dati sono aggiornati al 31 maggio 2024) sono stati svolti e sono in svolgimento interventi di somma urgenza per ripristinare le infrastrutture più importanti e per la sicurezza dei corsi dei fiumi e consolidamento delle principali frane che si sono attivate.  I cantieri sono in totale 402 nelle province colpite: 130 sono stati completati, 158 in corso e 114 in progettazione. A questi si aggiungono 3.369 interventi sui collegamenti viari per un costo totale complessivo di 793,5 milioni di euro.

Dopo la gestione degli interventi di emergenza si svilupperà poi un piano contro il dissesto nella nostra regione. A inizio luglio, la Regione Emilia-Romagna ha presentato lo stato di avanzamento del Piano speciale della Ricostruzione, un progetto di lungo termine per la sicurezza e il ripristino dei territori devastati dalle alluvioni. Con esigenze finanziarie stimate oltre 4,5 miliardi di euro per il dissesto idrogeologico, il piano, in via di approvazione dal Commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo, mira a ridurre il rischio idrogeologico e rafforzare le infrastrutture. Alcuni lavori urgenti sono già finanziati con 2,5 miliardi di euro dai fondi del Commissario Figliuolo e 375 milioni dal Fondo di Solidarietà europea, con ulteriori risorse previste dal Governo.

Le imprese delle costruzioni avranno un ruolo cruciale in questo processo, che include tra le altre opere il miglioramento del deflusso dei corsi d’acqua, il potenziamento della laminazione e la gestione delle piene, nonché il recupero morfologico nei tratti di fondovalle collinare montano. Gli interventi, previsti per oltre dodici anni, comprendono opere sul reticolo principale per circa 2,5 miliardi di euro, 900 milioni sul reticolo minore dei Consorzi di bonifica e 355 milioni sulle reti ambientali.

 

Il presidente di ANCE Emilia-Romagna, Maurizio Croci: “Costruire meglio per costruire meno”

I dati sul Superbonus mostrano che ha permesso una crescita significativa nella nostra regione e in Italia. Sebbene il Superbonus sia terminato, la riqualificazione degli edifici è appena iniziata, grazie anche alla direttiva Casa green approvata in Europa. È fondamentale come questa direttiva sarà implementata nel nostro paese, con necessità di risorse da parte di Europa e Stato per sostenere le famiglie, specialmente quelle meno abbienti, e di strumenti finanziari innovativi da parte di banche e operatori. I benefici includono risparmi energetici significativi e miglioramenti in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Una casa meno inquinante potrà far risparmiare fino alla metà della bolletta.

L’edilizia, se ben gestita, è un potente moltiplicatore di valore per l’economia. Il settore è pronto a riqualificare spazi urbani obsoleti senza consumare nuovo suolo, ma servono un quadro giuridico nazionale chiaro e risorse adeguate. È urgente una legge nazionale per la rigenerazione urbana e un Fondo unico stabile, mentre a livello regionale si richiede una forte partnership pubblico-privato per progetti pilota. Le imprese sono pronte, ma servono regole chiare e tempi certi.

Il patrimonio edilizio esistente deve essere rinnovato attraverso la sostituzione di vecchi edifici e la ricostruzione per recuperare nuovi spazi urbani e contrastare la crisi climatica. 

Dobbiamo costruire meglio per costruire meno, è un principio da applicare anche nella ricostruzione post-alluvione: non è pensabile “condannare” un territorio così vasto con una pianificazione urbanistica ed edilizia che di fatto blocca ogni intervento. Occorre senz’altro ripensare il modo in cui si costruisce e dove lo si fa, ma ancor prima è necessario ripensare la messa in sicurezza dei territori, partendo, ad esempio, da un potenziamento degli interventi a monte dei fiumi.

La ricostruzione post-alluvione e le opere pubbliche del PNRR sono essenziali per l’economia regionale e il settore edilizio. Per garantire il successo del PNRR, i lavori devono procedere senza ostacoli finanziari o burocratici che causano ritardi nei pagamenti alle imprese. È cruciale eliminare tali ostacoli per assicurare la realizzazione tempestiva dei progetti.

 

Dichiarazione di Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia-Romagna:

 

“È evidente che la traiettoria europea spinga verso il nuovo modello di eco-edilizia. Abbiamo bisogno di nuove idee progettuali per fare ricerca sui materiali green, come di tecnologia e digitalizzazione per prevenire qualsiasi complicazione dei manufatti. In questo Paese serve un’idea nuova di case pubbliche per dare risposta al drammatico problema che coinvolge in particolare studenti, giovani coppie e lavoratori. Avremmo pertanto bisogno di piegare, cosa non fatta, il Pnrr per costituire un fondo dedicato alla più grande operazione di rigenerazione urbana e delle aree dismesse e contaminate, e nello stesso tempo di recupero di strutture edili in disuso. Sarebbe una grande operazione green ma anche una grande risposta di economia sociale. Non dobbiamo poi mai dimenticare nello scenario attuale e futuro l’importanza di formare nuove competenze, indispensabili per governare questo cambiamento. Allo stesso tempo dobbiamo salvaguardare con fermezza i cantieri sicuri da infiltrazioni illegali, subappalti a cascata, concorrenza sleale che mette sempre in difficoltà le imprese e a rischio i lavoratori. In tale contesto vanno rafforzati i patti di bilateralità nel settore. In tutto questo, è necessario qualificare il settore e superare l’eccessiva frammentazione per qualificare l’intera filiera, da cui dipende tanto lavoro”.

 

DATI PRINCIPALI SULLE PROVINCE

Permessi di costruire

Nel 2022 Bologna a -42,2% (penultima dietro solo a Piacenza a -42,5) e sotto la media regionale (-24%) e italiana (-0,6%). In regione si distinguono Rimini (+45%) e Ferrara (+22,1%). Bologna registra comunque la quota più alta nel numero complessivo di permessi in regione: 26,3%, seguita da Modena al 17,6%.

 

Le imprese

A Bologna si concentra il 19,9% delle imprese di costruzioni dell’Emilia-Romagna (quasi 9.200 aziende); a Modena il 16,2% e a Reggio Emilia il 15,4%.

 

Finanziamenti per investimenti in edilizia residenziale

Nel 2023 a Bologna sono in calo del 22,3%. Il dato negativo accomuna tutte le province (la media è -32,3%), con il valore peggiore a Reggio Emilia (-80,3%) e il migliore a Rimini (-2,7%).

 

Finanziamenti per investimenti in edilizia non residenziale

Le differenze tra le province nel 2023 sono notevoli: si va dal +75% di Modena al -57,1% di Ravenna. Bologna segna +39,9%, con la media regionale al -2,7%.

 

Finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni

A fronte di un calo medio del 21,9%, Bologna segna -24,7%. Il dato meno negativo è quello di Ravenna, con -7,7%.

 

Mercato immobiliare residenziale

I valori delle compravendite di abitazioni nel 2023 oscillano tra il -4,0% di Piacenza e il -15,7% di Forlì. Nelle altre province: Parma (-7,9%), Rimini (-13,4%), Bologna (-14,4%), Ravenna (-14,4%) e Reggio Emilia (-14,5%).