Di fronte alla presenza di mucillagini a largo della costa, la Regione Emilia-Romagna, d’accordo con Veneto e Friuli Venezia-Giulia, ha deciso di inviare nei prossimi giorni al Ministero dell’Agricoltura una serie di proposte per il settore della pesca.
Una scelta condivisa durante un incontro oggi pomeriggio, con la partecipazione degli assessori delle tre Regioni del Distretto Alto Adriatico e le associazioni che rappresentano le imprese di pesca, durante il quale è stata espressa preoccupazione per la situazione in atto.
Il documento prevede azioni in grado di fronteggiare gli effetti di un fenomeno che minaccia la biodiversità dell’Alto Adriatico, colpendo l’economia legata alla pesca e all’acquacoltura. In particolare, verranno richieste misure di tutela sociale per i lavoratori del comparto pesca e l’attivazione tempestiva degli strumenti necessari per garantire gli indennizzi per le imprese colpite dalla mancata pesca.
“La comparsa di mucillagine – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura e pesca Alessio Mammi- mette in difficoltà il settore della pesca a causa dei danni provocati alle attrezzature, alle reti e agli attrezzi di posta. E’ necessario rendere più flessibile l’impiego dei fondi Feampa dedicati alla pesca e all’acquacoltura per riconoscere risorse alle imprese. Inoltre, gli strumenti ordinari utilizzati per far fronte alle calamità, come Agricat, devono funzionare meglio e più tempestivamente in modo da poter riconoscere i necessari indennizzi alle imprese. Serve infine una ricerca più efficace per conseguire risultati utili e applicabili, garantendo maggiori risorse se necessario”.
“Anche in questo frangente serve restare uniti e agire nel concreto– ha concluso Mammi–: le associazioni che rappresentano le imprese di pesca devono essere riconosciute come interlocutori, insieme alle istituzioni. Nei prossimi giorni con i colleghi assessori di Veneto e Friuli Venezia-Giulia manderemo un documento unitario contenente richieste al Ministero, per sostenere quelle imprese e quei lavoratori del comparto che non hanno potuto esercitare la pesca in queste settimane”.