Il 10 luglio 2024, alle ore 10.30, in Parma, Piazzale della Pilotta n. 15, presso il Complesso Monumentale della Pilotta, 56 monete di notevole pregio e rarità, appartenenti al Medagliere del Museo Archeologico del Complesso Monumentale della Pilotta, sono state riconsegnate dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna al Direttore del suindicato Complesso Monumentale.
La cerimonia si è svolta alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Parma, del Sindaco del Comune di Parma, del Comandante Provinciale Carabinieri di Parma, del Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Monza e della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza.
L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna a partire dal mese di agosto 2016 dopo essere venuti a conoscenza, nel corso di autonome indagini sui canali di commercializzazione illecita di beni culturali e della consueta attività di controllo delle piattaforme digitali, della vendita da parte di una Casa d’Aste di San Marino di una preziosa moneta in oro “Fiorino, emesso dalla Repubblica di Firenze (XII-XV sec), Zecca di Firenze 1284”, proveniente dal furto di 386 monete antiche, consumato da ignoti malfattori all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Parma dal 2006 fino al 3 luglio 2009, data della denuncia presentata ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Parma. Proprio dai preliminari accertamenti condotti, i Carabinieri potevano rilevare che la foto del bene culturale posto in vendita corrispondeva a quella trafugata prima del 2009 dal Museo Archeologico Nazionale di Parma. Così, il Fiorino in oro, individuato sul catalogo della Casa d’Aste, risultato venduto nel 2013 a un ignaro collezionista milanese, veniva prontamente sequestrato già nel mese di ottobre 2016.
Qualche giorno dopo, una prima perquisizione domiciliare consentiva ai Carabinieri TPC di sequestrare nei confronti di colui che aveva già messo in circolazione la prima moneta, un altro pregevole esemplare in oro, precisamente una “Quadrupla, emessa da Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza (1547-1586) Zecca di Piacenza”.
L’individuazione certa delle monete veniva ottenuta grazie alla competenza di un funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza e di un Ispettore Onorario della stessa Soprintendenza, esperto numismatico, che potevano attestare come ogni moneta presentasse delle caratteristiche morfologiche tali da renderla unica per poterla identificare in modo inequivocabile: il peso, il conio, la forma del tondello, gli schiacciamenti, i salti di conio presenti su entrambe le facce, i difetti di produzione. Sono così risultate fondamentali le comparazioni di confronto eseguite dagli esperti tra le immagini dei beni già catalogati negli anni 1970/1980 con quelle nitide dei beni recuperati.
Da dicembre 2017 veniva, quindi, sviluppata un’articolata e complessa attività di indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, tuttora in corso dal Nucleo TPC di Bologna e dalla Sezione Esteri del Comando TPC di Roma con il contributo di Interpol, Europol e ICE (United States Immigration and Customs Enforcement) per gli accertamenti negli Stati Uniti d’America.
Infatti, a seguito di un minuzioso lavoro di ricerca sulle vendite on-line, portato a termine con l’indispensabile ausilio degli esperti numismatici suindicati, venivano individuate sulle piattaforme dell’e-commerce ulteriori 200 monete circa rubate al Museo Archeologico Nazionale di Parma, già poste all’asta o di prossima vendita, rispetto alla data di rilevamento, precisamente in Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Belgio, Principato di Monaco, Regno Unito, Repubblica di San Marino, Svezia, Norvegia e USA. Nel mese di marzo del 2018, tali risultanze, suffragate dai necessari approfondimenti, consentivano di ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta del P.M. titolare delle indagini, l’emissione del decreto di sequestro preventivo di tutte le monete rintracciate, da eseguire in Italia e all’estero.
Numerosissime le Rogatorie o gli Ordini di Indagine Europei emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, inviati per l’esecuzione alle Autorità Giudiziarie straniere, anche con il coinvolgimento di Eurojust (European Union Agency for Criminal Justice Cooperation), per ottenere il sequestro e la restituzione allo Stato Italiano delle monete individuate in vendita o già vendute negli stati esteri interessati.
Non da ultimo, in alcuni casi, si riusciva ad ottenere la restituzione dei beni attraverso il coinvolgimento dei canali diplomatici nazionali mediante le competenze dei competenti uffici del Ministero della Cultura italiano.
Dopo oltre sette anni di indagini, i Carabinieri del TPC, oltre alle prime due monete, recuperavano (nel dettaglio l’elenco ragionato delle monete restituite):
- due monete in oro – solido di Teodosio I della Zecca di Mediolanum – epoca 379-395 d.C e solido di Teodosio I della Zecca di Thessalonica- epoca 379-395 d.C, entrambe localizzate presso una casa d’Aste in Inghilterra nel mese di settembre 2017 e sequestrate nel mese di febbraio 2018 a Firenze, presso un negozio di numismatica;
- una moneta in oro – Massimiano Erculeo, imperatore, epoca 286-305 Zecca di Cyzicus, localizzata presso una casa d’Aste in Germania nel mese di settembre 2016 e sequestrata nel mese di aprile 2018 a Torino presso una casa d’Aste;
- una moneta in argento – Ducatone – Ranuccio II Farnese, duca di Parma e Piacenza (1646-1694), zecca di Parma, localizzata e sequestrata nel mese di maggio 2018 in Milano presso una casa d’Aste;
- una moneta in oro – solido di Arcadio imperatore (395-408), zecca di Mediolanum, localizzata nel mese di agosto 2018 presso un negozio in Inghilterra e grazie all’attivazione di Europol è stata sequestrata e consegnata nel territorio italiano nel mese di febbraio 2019;
- tre monete in oro – Tremisse – zecca sconosciuta dell’Europa Centro Orientale e dell’Italia Settentrionale, localizzate nel mese di dicembre 2017 presso una casa d’Aste in Svizzera, prontamente sequestrate a seguito di rogatoria internazionale e restituite nel mese di novembre 2019 presso l’Ambasciata d’Italia in Svizzera;
- moneta in argento – Denaro – Berengario I d’Ivrea, re d’Italia e imperatore (888-924), Zecca di Pavia, localizzata presso una casa d’Aste della Repubblica di San Marino e sequestrata nel mese di novembre 2019 in Bologna;
- moneta in argento – Denaro – Ugo di Arles e Lotario II, re d’Italia (936-947) localizzata e sequestrata in una Casa d’Aste di San Benedetto del Tronto (AP) nel mese di novembre 2019;
- moneta in oro – Doppio Ducato – Alfonso I d’Este, duca (1505-1534) Zecca di Ferrara, localizzata e sequestrata nel mese di novembre 2019 presso una casa d’Aste di Milano;
- quattro monete in argento – Denaro – Romano I Papa; Niccolò I Papa; Stefano VI Papa e Ercole I d’Este, duca, localizzate e sequestrate nel mese di dicembre 2019 in Bologna;
- moneta in argento – Grossone – Ercole I d’Este, duca (1471-1505) Zecca di Ferrara, localizzata e sequestrata nel mese di settembre 2020 presso una casa d’Aste in Roma;
- due monete in oro – Solido di Teodosio I, imperatore (379-395), zecca di Mediolanum e Tremisse Glicerio, imperatore (473-474), zecca di Mediolanum, individuate nel mese di novembre 2018 e novembre 2019 presso due case d’Asta del Principato di Monaco, prontamente sequestrate e restituite nel mese di luglio 2021, a seguito di rogatoria internazionale, presso la Polizia del Principato;
- moneta in oro – solido – Valentiniano II, imperatore (375-392), zecca di Mediolanum, individuata nel mese di dicembre 2020 presso una Casa d’Aste Austriaca e restituita, a seguito di ordine di Indagine Europeo, nel mese di dicembre 2021 presso il posto di collaborazione di Polizia a Tarvisio;
- moneta in oro – Solido – Magno Massimo, imperatore (383 – 388), zecca di Treviri, localizzata presso una Casa d’Aste in Germania nel mese di marzo 2018, prontamente sequestrata a seguito di Ordine di Indagine Europeo e consegnata presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino nel mese di marzo 2022, a seguito di attivazione del Segretariato Generale del MiC;
- moneta in oro – Solido – Onorio, imperatore (395-423), zecca di Sirmium, individuata nel mese di marzo 2022 presso un negozio in Svezia, prontamente sequestrata a seguito dell’attivazione di Europol e restituita nel mese di settembre 2023 presso l’Ambasciata d’Italia a Stoccolma;
- dodici monete in oro – solidi – delle zecche di Mediolanum, Tessalonica, Costantinopolis, Sirmium, individuate in case d’asta di New York, Dallas, Los Angeles, Chicago e Puerto Rico prontamente sequestrate dai rispettivi uffici HSI (Homeland Security Investigations) statunitensi, per poi essere definitivamente rimpatriate e riportate in Italia nel mese di luglio 2022;
- moneta in argento – Denario – Quintus Pomponius Musa, triunviro monetale (I sec. a.C.), individuata nel mese di gennaio 2020 nel catalogo di una casa d’Aste in Svizzera del mese di maggio 2016, spontaneamente restituita dal detentore nel mese di settembre 2022 presso l’Ambasciata d’Italia in Inghilterra a seguito di accordi extragiudiziali;
- moneta in oro Solido di Eraclio Costantino, imperatore (610 – 641), zecca di Ravenna, individuata nel mese di giugno 2018 presso una Casa d’Aste Belga, successivamente acquistata da una società Svizzera, spontaneamente consegnata dal detentore nel mese di settembre 2022 presso l’Ambasciata d’Italia in Inghilterra a seguito di accordi extragiudiziali;
- due monete in oro – Tremisse – Teoderico, re degli Ostrogoti (474 -493), zecca di Roma e di Ravenna individuate presso una casa d’Aste in Svizzera nel mese di maggio 2022, spontaneamente consegnate dal detentore nel mese di settembre 2022 presso l’Ambasciata d’Italia in Inghilterra a seguito di accordi extragiudiziali;
- moneta in oro – solido di Valentiniano II della zecca di Mediolanum – epoca 378-383 d.C. localizzata nel 2017 in asta in Svizzera. In seguito a rogatoria internazionale rivolta in Svizzera, si accertava che la moneta era stata acquistata da un cittadino tedesco, residente a Monaco di Baviera, dove veniva successivamente sequestrata e restituita sempre su provvedimento dell’A.G. parmense e rivendica amministrativa avanzata nel 2022 dal Ministero della Cultura italiano;
- due monete in oro – Solido di Valente imperatore (364 – 378), zecca di Treviri e Solido di Valentiniano II, imperatore (375 -392) zecca di Treviri, individuate nel 2018 in una casa d’aste in Germania, sequestrate e restituite su richiesta dell’A.G. parmense ed a seguito di rivendica amministrativa del Ministero della Cultura italiano;
- moneta in oro, solido di Valentiniano II della zecca di Treviri – epoca 367-385, individuata in asta a Monaco di Baviera (Germania), sequestrata e restituita su richiesta dell’A.G. parmense ed a seguito di rivendica amministrativa del Ministero della Cultura italiano;
- 13 monete in oro, riconducibili a varie zecche (Mediolanum, Sirmium, Thessalonica, Costantinopolis, Aquileia), individuate in case d’asta a New York, Dallas, Los Angeles, Chicago e Puerto Rico, sequestrate dai rispettivi uffici HSI, per poi essere definitivamente restituite e riportate in Italia nel mese di giugno 2024.
Oltre alle 56 monete già recuperate sono ancora in corso varie richieste all’estero per ottenere la restituzione di monete precedentemente riconosciute in vendita fuori dai confini nazionali. In particolare, 95 monete venivano individuate in Svizzera tra maggio 2018 e aprile 2019, tutte già sequestrate prima che le aste venissero portate a termine. Sono in corso le domande di assistenza giudiziaria prontamente inoltrate sia dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma che dal Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale. Le 95 monete in oro, in argento e bronzo, la maggior parte di età antica appartenenti alla collezione storica del medagliere formata tra la seconda metà del Settecento e la fine dell’Ottocento, infatti, tutte di particolare importanza, pregio e rarità, erano state riconosciute nel corso di un esame tecnico eseguito presso gli uffici della Procura di Zurigo a fine ottobre 2020 da parte dell’esperto funzionario archeologo della Soprintendenza di Parma e dei Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna.
Il gruppo di 56 monete oggetto di restituzione costituisce solo una parte delle monete fino ad ora individuate e recuperate in tutta Europa e anche al di fuori di essa (in particolare negli Stati Uniti). All’interno di questo gruppo, si possono distinguere due nuclei di monete.
Il primo nucleo di 20 monete comprende esemplari in oro e argento di età antica, medievale e moderna appartenenti alla collezione più antica del medagliere. Si tratta, in gran parte, di monete di grande rarità e di elevata conservazione.
È il caso, ad esempio, del denario di Quinto Pomponio Musa (n. 36 dell’elenco), attivo nel I secolo a.C. La moneta del Museo di Parma è di grandissima rarità.
Di grande interesse e rarità è anche il tremisse dell’imperatore Glicerio (473-474 d.C.) (n. 20 dell’elenco). Glicerio, terzultimo imperatore romano d’Occidente, rimase in carica per circa un anno prima di essere deposto e le sue monete oggi sono tutte estremamente rare. In questo caso si tratta di una piccola moneta d’oro di poco più di un grammo, ottimamente conservata.
Dei denari antiquiores trafugati dal Museo di Parma finora ne sono stati individuati e recuperati 3 (n.ri 15, 16 e 17 dell’elenco). I denari antiquiores sono monete di grande interesse storico: si tratta di monete d’argento coniate dai pontefici romani a partire da Papa Adriano I (772-795) fin verso il 1000. Portano quasi sempre il nome o il monogramma del pontefice insieme a quello dell’imperatore regnante al momento della loro emissione. Sono monete in generale piuttosto rare. Quelle di Parma ritrovate sul mercato antiquario appartengono alle serie di papa Niccolò I (858-867), papa Stefano VI, (896-897) e papa Romano I (897).
Di particolare pregio e rarità è poi il doppio ducato di Alfonso I d’Este (1505-1534) (n. 13 dell’elenco). Si tratta di una moneta conosciuta in pochissimi esemplari.
Un’altra moneta di grande valore, soprattutto dal punto di vista storico, è la quadrupla (moneta dal valore di quattro scudi) di Ottavio Farnese, secondo duca di Parma e Piacenza (1547-1586) (n. 2 dell’elenco).
Il ducatone di Ranuccio II Farnese (1646-1694) (n. 6 dell’elenco) è un pezzo di grande conservazione e di eccezionale bellezza. Si tratta di una moneta in argento dal peso di circa 32 grammi.
Il secondo gruppo di 36 esemplari recuperati appartiene invece a un nucleo di monete provenienti da un contesto archeologico unitario ovvero da una delle più importanti scoperte archeologiche avvenute a Parma nel secolo scorso, il cosiddetto “Tesoro di Via Mazzini”.
All’epoca del suo ritrovamento (nel 1962 durante lavori edili condotti appunto in Via Mazzini), il ripostiglio risultò costituito da 261 monete. Le monete erano state sicuramente tesaurizzate, in altre parole furono intenzionalmente occultate dal suo antico proprietario, probabilmente con la speranza di futuro recupero.
Quello della tesaurizzazione è un fenomeno ricorrente in tutte le epoche, soprattutto durante i periodi di instabilità politico-sociale. Il nascondimento del tesoro di Via Mazzini si colloca tra il 395 e il 402 d.C. ovvero durante il periodo in cui i Visigoti di Alarico si affacciano in Italia (il sacco di Roma dei Visigoti è del 410 d.C.).
Le monete del gruzzolo sono in gran parte “fior di conio” (non presentano alcun segno di circolazione e conservano la loro lucentezza e integrità originale).
Tra il 2006 e il 2009, 213 delle 261 monete del ripostiglio furono trafugate dai cassetti degli stipi del Medagliere di Parma. Si salvarono solamente 48 pezzi, all’epoca conservate nelle vetrine espositive del gabinetto numismatico.
A parziale conclusione delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, disponeva la confisca e la restituzione delle preziose monete al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, proprietario dei beni, consentendo così di poterle restituire alla comunità parmense e quindi all’intera collettività.
Tale restituzione testimonia l’importanza dei rapporti internazionali non solo tra Forze di Polizia, ma anche di quelli in materia di cooperazione giudiziaria e diplomatica tra gli Stati interessati nell’operazione, la cui collaborazione rafforza l’eccellente risultato della restituzione dei beni culturali al patrimonio dello Stato di provenienza, affinché ritornino nei luoghi dove sono stati illecitamente sottratti. Fondamentale il lavoro di catalogazione e censimento delle immagini fotografiche dei beni culturali da ricercare che confluiscono quotidianamente nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della Cultura e gestita dai Carabinieri dell’Arte. Il database più grande al mondo nel suo genere, con oltre 1.3 milioni di opere da ricercare, rappresenta lo strumento fondamentale per recuperare beni culturali anche a distanza di tempo.