Interessante e ricco di spunti l’incontro organizzato il 9 luglio da Libera Reggio Emilia, che ringraziamo, per presentare il report “Mafia reggiana” ai rappresentanti degli enti locali a cui ho partecipato in rappresentanza del comune di Casalgrande.
Tante le tematiche toccate e gli spunti di riflessione suggeriti, partendo infatti dalla storia del radicamento nella nostra provincia della ‘ndrangheta fino alle problematiche inerenti ai beni confiscati che insistono sul nostro territorio.
E’ stata giustamente ribadita l’importanza delle interdittive della Prefettura come primo pilastro alla lotta alle mafie (a Reggio Emilia nel 2023 sono state 61) nonostante ci siano associazioni (anche a Reggio Emilia) che cercano di minarne a parole l’efficacia.
Il secondo pilastro consiste nel sottrarre beni mobili ed immobili ai criminali: “il mafioso non teme il carcere, anzi, ma la perdita dei propri beni sì”
Oltre 300 sono infatti i beni confiscati a vario titolo presenti nella provincia di Reggio Emilia. Sappiamo benissimo che passano purtroppo anni fra la confisca e l’assegnazione da parte dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati agli enti ed amministrazioni che ne fanno richiesta.
Credo che sia opportuno sollecitare il Parlamento affinché si attivi per una revisione dell’intera procedura di assegnazione dei beni, per evitare che essi vengano affidati quando ormai sono ormai totalmente degradati e dunque troppo costosi per essere facilmente riutilizzati.
Ci sembra anche importante che i Comuni, sul cui territorio si trovano detti beni, vengano immediatamente informati dell’avvenuta confisca affinché si possa evitare la sgradevole situazione dell’annoso utilizzo senza titolo degli stessi da parte dei titolari della confisca, come sovente avviene.
Insomma, capiamo che si tratta di un argomento delicato e difficile da trattare, ma ci auguriamo che qualche deputato sia disponibile a rappresentare con forza questa istanza, essenziale per la lotta alle mafie.
Suggerimenti sono anche stati condivisi tra i partecipanti in merito ai controlli che anche la Polizia Locale potrebbe fare quali ad esempio le verifiche nei cantieri privati, l’attenzione ai sub appalti, i controlli incrociati nelle case popolari.
Senza dimenticare l’importanza della formazione/informazione che non deve mai mancare e che in questi anni ci ha visto e ci vedrà attivi in un modo costante partendo dai giovanissimi.