Stando ai dati, i giovani emiliano-romagnoli hanno il vento in poppa per quanto riguarda l’occupazione. Peccato, però, che a godere delle condizioni favorevoli attuali del mercato del lavoro siano sempre meno under 35: tra quelli “persi” negli ultimi 20 anni e quelli che perderemo nei prossimi 20 se ne contano 81 mila in meno. È quanto emerge da un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha indagato il mercato del lavoro per i giovani in regione e nella provincia di Reggio Emilia. Dal post Covid l’occupazione ha registrato una forte ripresa trainata per lo più da donne e giovani. Reggio Emilia è 23^ tra tutte le province a livello nazionale per miglior tasso di occupazione giovanile registrando un 54,2%.
L’ottima performance dell’occupazione si accompagna alla crescente problematica della difficoltà a trovare le persone da inserire in azienda, giovani compresi: le imprese reggiane faticano a trovare il 45,7% del personale under 30. La stima del costo per le micro e piccole imprese del mismatch connesso alla ricerca dei lavoratori per un periodo di oltre 6 mesi a Reggio Emilia si aggira sui 156 milioni di euro, lo 0,85% del valore aggiunto: un dato che fa della provincia la 39^ a livello nazionale per incidenza sul valore aggiunto. La carenza di personale si traduce in carenza di competenze, condizione che nel tempo potrà andare a ledere il tessuto produttivo e le eccellenze del Made in Italy. Negli ultimi 20 anni a Reggio Emilia si è registrato un -4,7% di giovani tra i 15 e i 34 anni: questo perché, oltre al calo della natalità, si aggiunge il fatto che molti ragazzi e ragazze di oggi possono, con facilità sempre maggiore, scegliere di costruire il loro futuro fuori dai confini nazionali. Il monitoraggio dei flussi migratori dei giovani laureati tra i 25 e i 39 anni verso altre regioni o paesi resta positivo per l’Emilia-Romagna con Reggio Emilia che si piazza al 12° posto in Italia come provincia più attrattiva per i laureati.
Capitolo a parte merita il discorso delle imprese giovanili: al 31 dicembre 2023, dato più aggiornato disponibile, sono 4.354 complessivamente le imprese gestite da Under 35 nel reggiano. Il 22,2% di queste sono gestite da donne, mentre il 34,7% del totale sono gestite da stranieri: un dato, quest’ultimo, che posiziona Reggio Emilia al 4° posto tra tutte le province italiane. 1.947, invece, le imprese artigiane giovanili, che sono il 44,7% del totale delle imprese giovanili: una percentuale che permette a Reggio Emilia di essere la 1^ provincia in Italia con tale incidenza.
«Abbiamo il dovere di puntare sui giovani – concludono da Lapam Confartigianato – e di investire nella loro formazione e nel loro futuro. Le micro e piccole imprese del territorio, capendo la difficoltà nel reperire personale, sono anche più attente al welfare dei dipendenti, come ci segnalano i dati. Fattori come la flessibilità, prevista dal 32,5% delle imprese regionali, l’incremento dei salari e lo smart working, solo per citarne alcuni, giocano un ruolo chiave in termini di attrattività. Bisogna poi sostenere quei giovani che vogliono avviare la loro attività di impresa: il fatto che, a livello regionale, sia aumentato il dato delle nuove imprese giovanili negli ultimi 5 anni del 42,5% dà speranza a noi come associazione e a tutto il sistema imprenditoriale».