Oggi 15 aprile, alla Casa di Comunità di Pieve di Cento, il sindaco Luca Borsari ha scoperto una targa in memoria di Francesco “Checco” Duranti, nato nel 1924 a Pieve di Cento e Sindaco del Comune dal ’51 al ’66, ricordato per il suo grande contributo allo sviluppo economico nel dopoguerra.
La scopertura è avvenuta alla presenza della cittadinanza, dei professionisti della Casa di Comunità e di Giampagolo Marino, direttore del Distretto Pianura Est dell’Azienda USL di Bologna.
Alla fine della seconda guerra mondiale, Francesco Duranti si iscrive, come tanti giovani, al Partito Comunista. Licenza elementare, autodidatta, frequenta la Scuola di partito “A. Marabini” di Bologna. Diventato uno degli esponenti principali della sezione PCI “Athos Alberghini” di Pieve di Cento per molti anni svolge il ruolo segretario. Presidente della Cooperativa dei Lavoranti Canapa, dopo la chiusura dell’attività agli inizi degli anni ‘50, continua a lavorare prima nella Cooperazione e poi nella Confesercenti.
Nel 1951 viene eletto consigliere comunale e nel 1953 diventa assessore, incarico che svolgerà fino alla elezione a Sindaco nel 1966.
La sua attività amministrativa si caratterizza nell’avvio e rafforzamento delle principali reti infrastrutturali (gas metano, acquedotto e fognature) che devono sostenere il rinnovato sviluppo economico del Paese. Una vetrina di questo fermento è la realizzazione della prima edizione della Fiera di Pieve nel 1967. Nel corso del suo mandato si avvia anche la discussione per la realizzazione del primo Piano Regolatore Generale del Comune. Dal 1970 continua l’attività di consigliere e poi nel 1975 viene nominato assessore al bilancio.
Nel 1980, terminata la sua attività di amministratore comunale, porta la sua competenza ed esperienza all’interno dell’Opera Pia Galuppi, istituto per anziani che vive una situazione di paralisi. Duranti viene eletto Presidente e riesce finalmente a portare a termine i lavori di ristrutturazione della Casa di riposo, bloccati da anni, avviando la trasformazione della Casa di riposo in struttura protetta.
Muore prematuramente nel 1985 e la sua attività all’interno dell’Opera Pia Galuppi prosegue con la moglie Severina Ramponi.
Per l’Amministrazione Comunale è stato un momento molto importante e sentito per il grande significato che questa intitolazione riveste per la Comunità pievese, sia dal punto di vista storico che umano. E’ stato poi un momento molto importante in quanto la Casa della Comunità di Pieve, recentemente ampliata e riqualificata, si è arricchita ed impreziosita anche di un grande valore simbolico.
Secondo Giampaolo Marino “l’atto di intitolare una Casa di Comunità alla memoria di una figura che ha dedicato la vita al benessere di una comunità è del tutto connaturato alla funzione principale che una casa di Comunità ha: quella di garantire la salute di tutti con il contributo dei professionisti della sanità, i professionisti del sociale e la comunità stessa. Per questo voglio anche ringraziare il sindaco Luca Borsari che, insieme a noi, ha voluto questa intitolazione”.