Un incontro con le massime autorità cittadine per approfondire la conoscenza del fenomeno mafioso, delle sue infiltrazioni e per imparare a riconoscere gli indizi della sua presenza. Ma anche l’occasione per ringraziare il prefetto e le Forze dell’Ordine per la costante attività di prevenzione e di presidio a difesa della sicurezza pubblica.
Protagonisti dell’interessante confronto – promosso dal Lions Club Reggio Emilia Host “Città del Tricolore” presieduto dall’ingegner Silvano Davoli – il prefetto di Reggio Emilia la dr.ssa Maria Rita Cocciufa, il questore dr. Giuseppe Maggese, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri colonnello Andrea Milani, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Filippo Ivan Bixio e il giurista Elia Minari, fondatore dell’Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”, membro di delegazione alla Commissione dell’Onu su “Prevenzione del crimine e giustizia penale” dal 2022 e collaboratore dal 2023 al Comitato dell’Onu, a New York, per la redazione di un nuovo Trattato internazionale contro le nuove forme di criminalità.
Minari, rivolgendosi ai numerosi professionisti e imprenditori presenti, tra cui la presidente di Unindustria Reggio Emilia Roberta Anceschi insieme al direttore generale Vanes Fontana, ha evidenziato la necessità di un approccio sistemico e trasnazionale contro la criminalità organizzata:
“Nel nostro territorio la mafia non ha avuto bisogno di manifestare la propria presenza tramite gesti eclatanti o forti intimidazioni – ha spiegato Minari – è bastato utilizzare l’arma subdola della seduzione, offrendo opportunità di facili guadagni, generando un’alterazione del mercato che è andata a scapito delle imprese oneste. E’ necessario quindi una mobilitazione attiva, a partire dall’educazione e formazione dei giovani, per prevenire e contrastare le organizzazioni mafiose che danneggiano gravemente l’economia e l’intera collettività”.
Mantenere alta l’attenzione e promuovere frequenti incontri e iniziative di sensibilizzazione e approfondimento è quanto ha auspicato il prefetto di Reggio Emilia, la dr.ssa Maria Rita Cocciufa, che ha confermato la presenza delle organizzazioni mafiose nel territorio: “A Reggio Emilia l’ndrangheta ha messo radici, ma grazie a un importante lavoro di squadra con le Forze dell’Ordine
l’attività di contrasto è costante ed è confermata dall’emissione, in provincia di Reggio Emilia, di un numero in continua crescita di interdittive antimafia verso imprese del territorio, provvedimenti circostanziati confermati anche in sede di ricorso al Tar e al Consiglio di Stato”.
Se il numero record di interdittive emesse dal prefetto rassicura sull’efficacia dell’azione di contrasto delle Forze dell’Ordine, tuttavia è facile comprendere quanto esteso sia ancora oggi il fenomeno malavitoso nella nostra provincia. “L’attività della Polizia è prevalentemente di carattere preventivo che si esplicita anche attraverso la raccolta di una notevole quantità di dati utili a leggere e interpretare la rete di connessioni che favoriscono la diffusione delle organizzazioni mafiose” ha spiegato il questore di Reggio Emilia dr. Giuseppe Maggese.
“La criminalità organizzata mantiene infatti forti collegamenti tra le famiglie d’origine e le reti “operative” che si diffondono rapidamente nei territori – ha continuato il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri colonnello Andrea Milani – per contrastare questa ramificazione occorre quindi uno sforzo globalizzato attraverso una struttura in grado di operare a livello nazionale e internazionale con piena sinergia tra Forze dell’Ordine e Magistratura”.
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Filippo Ivan Bixio, a conclusione dell’incontro ha spiegato le motivazioni della diffusione dei fenomeni mafiosi nel nostro territorio: “La ricchezza, data da un numero elevato di grandi aziende, e una quantità crescente di risparmio, sono elementi estremamente appetibili per le organizzazioni criminose; le recenti operazioni Consequence e Cyrano testimoniano il loro livello di penetrazione nel tessuto economico locale, causa di una pericolosa distorsione delle regole di mercato” ha spiegato il comandante Bixio, che ha aggiunto “la mente criminosa, inoltre, produce continuamente nuove forme di illecito, sottoforma di servizi e opportunità di business. Il presidio delle Forze dell’Ordine è quindi supporto fondamentale per gli imprenditori onesti che producono, innovano e creano lavoro”.