Insieme, Enti di gestione delle aree protette, Comuni e istituzioni del territorio, con il coordinamento della Regione, per tutelare e valorizzare un patrimonio di straordinario valore ambientale, storico, paesaggistico quale quello rappresentato dai Carsismo e grotte dell’Appennino settentrionale.
A pochi mesi dall’iscrizione nella lista dei beni naturali del Patrimonio mondiale Unesco entra nel vivo il percorso che dovrà portare entro il 1^ dicembre 2024 a definire la gestione di un sito che comprende sette diverse realtà: Alta Valle del Secchia, Gessi della Bassa Collina Reggiana, Gessi Bolognesi, Gessi di Zola Predosa, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale.
Una tabella di marcia che è stata al centro del convegno tenutosi oggi a Bologna per iniziativa della stessa Regione. L’occasione per fare il punto sulle nuove opportunità di valorizzazione, nel rispetto delle necessità di tutelare un patrimonio che testimonia i principali periodi dell’evoluzione della terra.
“Il riconoscimento Unesco rappresenta un importantissimo risultato- ha sottolineato l’assessora regionale ai Parchi, forestazione e biodiversità, Barbara Lori-. Ma il nostro impegno non si ferma qui. Parte ora una fase in cui la Regione, con il coinvolgimento dei Comuni e degli Enti di gestione dei parchi, è chiamata a definire la governance di questo patrimonio unico al mondo, di grande valore scientifico e naturalistico, che può rappresentare un’ulteriore importante leva di sviluppo sostenibile per i territori interessati”.
“Insieme- chiude l’Assessora- siamo chiamati a definire scelte, in grado di garantire a un tempo le esigenze di tutela e quelle di valorizzazione di un sito giunto fino a noi attraverso i millenni e di cui abbiamo il dovere di preservare il fragile equilibrio”.
Un confronto che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti del Parco Nazionale dell’Appennino tosco emiliano, degli Enti di gestione per i parchi e la biodiversità dell’Emilia centrale, Emilia orientale e Romagna, del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Oltre alla Federazione speleologica dell’Emilia-Romagna, l’Associazione italiana Geologica e turismo, l’Università di Modena.
Il Carsismo e grotte nelle Evaporiti dell’Appennino settentrionale si estende su un’area di 3.680 ettari nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini. Il sito include al suo interno oltre il 90% delle rocce evaporitiche affioranti sul territorio dell’Emilia-Romagna e ospita una densità di forme carsiche superficiali, grotte, sorgenti saline, minerali che non ha eguali nel mondo.