Le Pari Opportunità del Comune di Fiorano Modenese hanno promosso una ricerca su ‘Il lavoro delle donne a Fiorano prima della ceramica. 1861/1961’, affidandola all’associazione Lumen che ha coinvolto il giornalista Alberto Venturi.
L’associazione Fiorano in Festa si è impegnata a realizzarne la pubblicazione, edita da Artestampa Fioranese con il contributo delle Officine Vandelli, che viene presentata e distribuita domenica 12 novembre 2023 alle ore 11, presso il Centro Culturale Via Vittorio Veneto. Sono previsti gli interventi del sindaco Francesco Tosi e dell’assessore Morena Silingardi, della consigliera delegata alle pari opportunità Maria Luisa Cuoghi, dell’autore Alberto Venturi e della scrittrice e fotografa Annalisa Vandelli, con letture di Gian Carla Moscattini.
La presentazione è il primo dei tre appuntamenti previsti nella rassegna ‘Donne protagoniste invisibili’, che prosegue poi martedì 21 novembre 2023, alle ore 20.30, presso il Circolo Nuraghe a Villa Cuoghi, incontrando Roberta Pinelli, autrice del ‘Dizionario biografico delle donne modenesi’ e lunedì 27 novembre 2023, sempre al Nuraghe alle ore 20.30, con la prof.ssa Antonia Bertoni per parlare di ‘Le donne nella Resistenza’.
Se si chiede ai Fioranesi del lavoro femminile prima della ceramica, si riceve sempre la stessa risposta: fornace Carani, maglificio Cuoghi, la risaia. Quasi nessuno si ricorda delle insegnanti, delle postine, delle bottegaie, della levatrice, delle donne a servizio e proprio nessuno di ricorda delle casalinghe, come se abbiano dovuto soltanto curare la casa e i figli, quando invece condividevano molti dei lavori degli uomini e poi c’era il telaio, l’allevamento dei bachi da seta, la cura degli animali da cortile, la realizzazione delle fibre per il truciolo.
Le stesse statistiche si limitano a definirle casalinghe o massaie, ovvero “donne che attendono in casa propria alle faccende domestiche e non hanno altra professione”. E’ vero non avevano altra professione, ma molte mansioni nascoste sotto il ‘curare le faccende domestiche’. Il contributo femminile era negato, un lavoro non riconosciuto a livello economico, sociale, di diritti e tale rimarrà fino dopo la seconda guerra mondiale, in particolare nei comuni prevalentemente agricoli come Fiorano.
La pubblicazione comprende un capitolo nel quale si dà conto dei documenti reperiti nell’archivio comunale, in altri archivi e di biblioteche, relativi al lavoro delle donne nel periodo dal 1861, quando venne costituito il Comune di Fiorano Modenese, al 1961, quando l’arrivo della ceramica ha rappresentato il vero ingresso del paese nel XX secolo.
Un secondo capitolo è un’antologia di testimonianze di donne fioranesi, già pubblicate in diversi libri e riproposte.
Come viene scritto in premessa: “Indagare sul lavoro delle donne a Fiorano Modenese, prima che la ceramica negli anni Sessanta lo trasformasse in polo industriale con grande necessità di mano d’opera femminile, significa scoprire una narrazione diversa da quella ufficiale, incentrata sulle vicende del Santuario della Beata Vergine del Castello. Significa lasciare il colle, la sua importanza artistica e devozionale, i pellegrini, per scendere nel paese, nelle campagne, nelle case sparse di Spezzano, Cameazzo, Ubersetto, Nirano e trovarsi in una realtà ‘popolare’, fatta di contadini e camaranti, con alcuni, pochi, addetti ai servizi o al commercio, quasi sempre di vicinato”.