Procedono le iniziative per trovare una soluzione alle emissioni odorigene nel territorio tra i comuni di Castelvetro e di Castelnuovo Rangone, per le quali vi sono da tempo ripetute segnalazioni da parte dei cittadini che lamentano cattivi odori di plastica bruciata. A fine luglio c’è stato un incontro tra amministratori e tecnici dei due Comuni, insieme ad Arpae, Asl e imprenditori. Un altro incontro è in programma per venerdì 6 ottobre.
Nel frattempo il Comune di Castelnuovo ha inviato a quello di Castelvetro una lettera di sollecitazione a seguito di una nota di Arpae sugli accertamenti svolti, da cui risulta che le emissioni odorigene provengono dal comparto industriale di Solignano di Castelvetro, e segnatamente da alcune aziende ceramiche.
“Ad oggi è difficile stabilire se l’origine delle maleodorazioni sia da attribuire ad una o più aziende – scrive l’Amministrazione comunale castelvetrese nella risposta – ma considerando le attività insediate nel comparto industriale di Solignano Nuovo e i relativi cicli produttivi si è potuto restringere il campo. In accordo con le autorità competenti in materia di autorizzazioni (Arpae) e di sanità pubblica (Asl), si è deciso di inserire prescrizioni in merito alle emissioni odorigene, operazione già messa in atto per alcune ditte”.
Il Comune di Castelvetro ricorda poi le risultanze emerse nell’incontro di luglio, dove si era deciso il rilancio del “Progetto odori” in collaborazione con Arpae, consistente in una campagna di monitoraggio con campionatori passivi e controlli “a camino” nelle aziende individuate. Nella lettera viene anche ricordato come in quell’incontro fossero state invitate non solo le ditte del distretto ceramico, ma anche quelle del comparto carni, per sottolineare l’importanza del problema “emissioni odorigene”, il quale non è influenzato dai confini comunali e che necessita di interventi atti alla mitigazione o risoluzione del problema.
La Giunta comunale di Castelvetro dichiara, con voce unanime, che “la problematica degli odori, sia quelli provenienti dalle industrie ceramiche che quelli delle industrie alimentari è reale e richiede l’impegno di tutti per arrivare a un protocollo condiviso e ad una soluzione unitaria”.