Nella mattina di ieri, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Bologna con direzione della Procura della Repubblica del capoluogo felsineo, unitamente a militari del Comando Provinciale di Bologna, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare agli arresti domiciliari di un imprenditore edile, per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera di cui all’art. 603-bis del codice penale.
L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bologna che concordando pienamente con la tesi investigativa della Procura del capoluogo ha accolto le richieste del P.M. inquirente. L’attività investigativa avviata nel gennaio 2023 ha consentito di far emergere lo sfruttamento di manodopera extracomunitaria dal luglio 2021 al marzo 2023.
L’indagine è scaturita da una denuncia da parte di un lavoratore extra UE, manovale edile, oggetto per diversi mesi di sfruttamento. Sulla base di tali indizi, gli investigatori hanno avviato gli accertamenti anche con l’ausilio di attività tecniche al fine di appurare che il “caporale”, impiegava manodopera in nero ed irregolare sul territorio nazionale in condizioni di sfruttamento, impiegando i lavoratori in vari cantieri edili sul territorio della provincia.
I lavoratori venivano prelevati all’alba ed accompagnati nei luoghi di lavoro, dove prestavano la loro opera con turni di circa 10 ore giornaliere. Ai lavoratori era concesso, peraltro non sempre, un unico giorno di riposo: la domenica. Lo sfruttamento era determinato da vari fattori, quali il modestissimo livello di retribuzione garantito, le precarie condizioni alloggiative e di vita, l’assenza di regolarizzazione della posizione lavorativa, la mancata erogazione ai lavoratori delle benché minime garanzie di sicurezza e igiene sul lavoro.
L’attività investigativa ha fatto emergere che l’indagato approfittava dello stato di bisogno dei manovali, che risultavano spesso ricattati e minacciati di essere cacciati senza paga. Le testimonianze rese dai manovali sfruttati, hanno confermato in toto l’impianto investigativo ed è stato così appurato che gli stessi sostenevano turni di lavoro massacranti a fronte di un salario irrisorio, dal quale peraltro venivano arbitrariamente decurtate le spese per vitto e alloggio.
Le indagini hanno evidenziato che le vittime operavano in condizione di grave violazione della normativa sulla sicurezza, in assenza di sorveglianza sanitaria, senza alcuna formazione e informazione relativa ai rischi derivanti dallo svolgimento della specifica attività lavorativa e senza l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
E’ stato inoltre disposto il sequestro preventivo del mezzo in uso all’indagato con il quale quest’ultimo era solito condurre presso i propri cantieri i lavoratori sfruttati, al fine di evitare la reiterazione di analoghi reati.