Dopo l’installazione delle cornici attorno alle piante spontanee che crescono sui muri di Castelnovo, sono stati apposti nei giorni scorsi anche i cartellini che indicano nomi e caratteristiche di queste piante. È stato così completato, ed è ora fruibile dalla comunità, l’affascinante progetto artistico della Pinacoteca botanica diffusa, ideato da Ermanio Beretti. La base del progetto è semplice quanto originale e affascinante: attraverso l’uso di vecchie cornici che sono state ridipinte con colori vivaci, è stata realizzata in paese una mostra permanente a cielo aperto, valorizzando quelle che Beretti definisce “le erbe vagabonde che ci parlano dai muri”, quelle capaci di crescere tra le crepe, le fessure tra un sasso e l’altro, nelle caditoie d’acqua piovana, dove finisce l’asfalto, dove si accumula un po’ di terra.
“Il nostro obiettivo – spiega Beretti – è quello di catturare l’attenzione dei passanti, e portarli a riflettere sull’importanza che queste piante hanno nel nostro ecosistema: si accontentano del poco che trovano, pochissima terra negli anfratti, un po’ di luce, l’umidità dell’atmosfera e in cambio ci regalano bellezza, ossigeno e nutrimento, e alimentano la biodiversità anche degli insetti e i volatili. Piante che fanno anche parte della nostra storia: nel mondo contadino erano conosciutissime, venivano usate come ingredienti per diverse ricette, o anche per curarsi. Questa mostra vuole evidenziare che non sono elementi di “degrado”, ma invece sono creature resilienti e dalle grandi qualità, poco conosciute o dimenticate, che però possono essere riscoperte. Ci sono anche molti studiosi, a livello internazionale, che hanno realizzato pubblicazioni in cui evidenziano una sorta di “sociologia botanica” per le loro caratteristiche di “eco-nomadismo” con cui silenziosamente invadono le nostre città. Alcuni tra questi studiosi, venuti a conoscenza della Pinacoteca botanica, mi hanno contattato e verranno a visitarla. Non solo, ci sono state persone che mi hanno detto, una volta conosciuta l’installazione, che hanno preso esempio e fatto la stessa cosa sui muri in sasso delle loro case”.
È possibile visitare la Pinacoteca botanica in diverse strade del centro di Castelnovo: via Primo Maggio, via Dante, via Carlo Franceschini in centro storico, via Roma, dove sono state incorniciate piante di Ciombolino comune, molto diffuso con fiori dai colori delicati, la Celidonia o Erba delle rondini, che una volta veniva usata contro le verruche, il Grespigno, la Galium aparine, detta anche “attaccamani”, l’Asplenio, un tipo di felce che un tempo si diceva potesse curare dai calcoli e dalle malattie della milza, il Farfaro, il Cappero e altre ancora.
Sul progetto aggiunge il Vicesindaco e Assessore alla Cultura di Castelnovo Emanuele Ferrari: “Da subito abbiamo creduto nel forte valore artistico, ma anche culturale e didattico di questo progetto, che ora, una volta realizzato, è sotto gli occhi di tutti. Vorremmo davvero che chi passeggia nel centro del paese, alzi lo sguardo verso queste forme di vita che sono non solo belle e preziose, ma a loro modo anche ispiratrici, nella capacità di prosperare nella difficoltà. Nelle prossime settimane, tra fine agosto e inizio settembre, organizzeremo una “passeggiata didattica” per far conoscere meglio e apprezzare pienamente la Pinacoteca botanica”.
Ermanio Beretti è uno degli artisti da più tempo attivi in montagna, che ha unito un’esperienza nell’ambito della produzione di opere ed esposizioni personali e collettive condotta fin dagli anni ’70, ad un’altra passione personale che coltiva da sempre: quella per le piante ed erbe spontanee del territorio. Beretti è nato a Spigone di Vetto nel 1953. Ama l’ironia che sa di terra e vento, voli e nuvole. Vive a Pianezzo, in comune di Carpineti. Ha nel salone di casa dove vive una grande finestra, gli stipiti sono la cornice di un grande quadro naturale e di fronte una grande quercia e la prospettiva dei campi e dei monti. È diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Risalgono al 1978 i suoi primi interventi pittorici, decorazioni ambientali, in cui ha modo di sperimentare gli studi sul colore e sulla percezione appresi dai suoi maestri d’Accademia, Luigi Veronesi, Davide Boriani, Gabriele de Vecchi, Alik Cavaliere. In questi anni si dedica pure al design, con particolare attenzione alle strutture ludico-pedagogiche per l’infanzia. Comincia nel 1979 la produzione artistica più propriamente detta.