A undici giorni dalla chiusura − il 30 giugno scorso − del termine iniziale fissato per presentare la domanda di primo indennizzo, sono stati disposti oggi i bonifici iniziali, per un valore di oltre 8 milioni di euro, a favore di quasi 2.700 cittadini colpiti dall’alluvione e dall’eccezionale ondata di maltempo che, nello scorso mese di maggio, hanno colpito l’Emilia-Romagna.
Questa è solo la prima tranche, che dà l’avvio all’erogazione dei fondi: le operazioni di pagamento continueranno infatti nelle prossime settimane e i cittadini che hanno presentato domanda vedranno accreditarsi l’indennizzo sul proprio conto corrente, a titolo di contributo di immediato sostegno. Sono infatti oltre 16mila le domande arrivate sempre entro il 30 giugno.
L’importo, di 3mila euro, è un acconto che potrà arrivare a un saldo di 5mila euro per chi ha avuto la dimora principale, abituale e continuativa in un’unità abitativa allagata o direttamente interessata da movimenti franosi o smottamenti e quindi inutilizzabile. Non, quindi, il risarcimento completo dei danni, ma il contributo concorre alle prime spese necessarie al ripristino della funzionalità degli immobili ad uso abitativo.
“Abbiamo deciso di introdurre una procedura sperimentale e immediata, che sta consentendo di pagare in tempi molto più rapidi rispetto a quanto succedeva prima l’immediato sostegno ai nuclei familiari interessati dall’alluvione- sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente Irene Priolo-. Normalmente, in situazioni analoghe di emergenza nazionale, i primi accrediti arrivano dopo circa tre mesi: è invece necessario assicurare risposte più celeri alle esigenze dei cittadini, alla luce delle conseguenze degli eventi eccezionali del mese di maggio”.
Si tratta di una procedura inedita, condivisa dalla Regione Emilia-Romagna e dal Dipartimento nazionale di Protezione civile: per la prima volta nelle attività di assistenza post-emergenza alla popolazione, infatti, l’iter dei risarcimenti si è svolto con l’utilizzo di una piattaforma unica, implementata dai tecnici del Dipartimento nazionale, che permette uno scambio di dati immediato di informazioni tra cittadini ed enti competenti. I beneficiari degli accrediti sono informati del pagamento attraverso un messaggio sms inviato da Poste Italiane e il contributo sarà accreditato sui conti correnti secondo le tempistiche previste dagli istituti di credito.
Si aggiunge il fatto che ai cittadini colpiti è stato sufficiente presentare una prima autocertificazione del danno ai Comuni, che validano la pratica e la inviano alla Regione e al Dipartimento nazionale per l’erogazione del contributo; in questo modo anche i Comuni sono stati sgravati dall’onere di dover procedere ai singoli pagamenti, accelerando molto i tempi.
L’applicazione informatica, già sperimentata nel corso dell’emergenza legata ai profughi ucraini, ha permesso di snellire e velocizzare notevolmente i tempi dei pagamenti. Lo stesso modello potrà essere messo a disposizione per la gestione di eventuali future emergenze.
Il contributo
Il contributo − previsto dall’ordinanza del Capo Dipartimento nazionale di protezione civile, Fabrizio Curcio (n. 999 del 31 maggio), alla quale ha dato l’intesa il presidente Stefano Bonaccini, in qualità di Commissario di Governo all’emergenza – è destinato alle famiglie la cui abitazione principale è stata allagata o direttamente interessata da frane e smottamenti che l’hanno resa non utilizzabile. Finanziato attraverso le risorse del Fondo per le emergenze nazionali del Dipartimento nazionale, prevede un primo pagamento di 3mila euro, che il cittadino si impegna a rendicontare definitivamente per la richiesta del saldo. L’ammontare complessivo di questo primo indennizzo, infatti, può arrivare fino a 5mila euro, più ulteriori 750 euro a titolo di concorso alle spese connesse alla predisposizione della perizia asseverata. Il rimborso copre le spese per la pulizia e la rimozione di acqua, fango e detriti, gli interventi su elementi strutturali e impiantistici, l’arredamento, gli elettrodomestici, ma anche – per la prima volta in una situazione di calamità – l’acquisto dell’abbigliamento, di stoviglie e utensili, ed eventuale materiale didattico per i figli.
I tempi
Dopo la prima scadenza − 30 giugno 2023 − il Commissario per l’emergenza continuerà ad acquisire dai Comuni interessati l’esito delle istruttorie alle domande di acconto al quindicesimo e al trentesimo giorno di ciascun mese fino a 15 giorni dopo il termine ultimo per la presentazione della domanda di acconto, che è fissato al 30 agosto 2023.
Allo stesso modo, acquisirà sempre dai Comuni l’esito delle istruttorie delle domande di saldo al quindicesimo e al trentesimo giorno di ciascun mese, fino a 15 giorni dopo il termine ultimo per la presentazione delle istanze fissato al 31 ottobre 2023.
Cosa fare per richiedere il contributo
I beneficiari del contributo presentano al Comune una domanda per ricevere l’acconto (3mila euro) e una successiva rendicontazione per attestare le spesa dell’acconto accreditato e ricevere l’eventuale saldo (2mila euro).
Il Comune, alla ricezione della domanda dei cittadini, verifica i dati dichiarati e trasmette al presidente della Regione, commissario per l’emergenza, e al Dipartimento nazionale della Protezione civile i dati minimi (nome, cognome, telefono, mail e codice IBAN) per procedere ai pagamenti, che non graveranno per gli aspetti amministrativo-contabili sugli enti locali.