Anche la nona udienza del processo a carico di Patrick Zaki, come tutte le precedenti, si è conclusa con un rinvio: il tribunale di Mansura ha convocato le parti per il prossimo 9 maggio. Dopo oltre tre anni, la vicenda giudiziaria che coinvolge lo studente dell’Università di Bologna continua a trascinarsi senza esiti. E ancora una volta allo studente dell’Alma Mater viene impedito di viaggiare e quindi di rientrare a Bologna per proseguire i suoi studi.
“È sempre più forte l’amarezza e l’angoscia con cui accogliamo la notizia di un nuovo rinvio di questo interminabile processo”, dichiara il Rettore Giovanni Molari. “Ieri ancora una volta in tante e tanti ci siamo ritrovati in Piazza Nettuno per un’iniziativa di Amnesty International sostenuta dal Comune e dall’Università di Bologna. Lì, nel cuore di Bologna, ho ricordato che il nostro Patrick Zaki è per noi non solo oggetto di preoccupazione e dedizione, ma anche una ricca fonte di ispirazione: la sua tenace difesa dei diritti umani è una lezione per tutti e un esempio che rafforza il nostro costante impegno. Non sei e non sarai mai solo, Patrick: la tua Città e la tua Università ti aspettano a braccia aperte. Fino a quando non potremo rivederti tra noi, non smetteremo di mostrare a tutto il mondo la nostra volontà di esserti accanto”.
Accusato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”, Patrick Zaki rischia fino a 5 anni di carcere. Dall’8 dicembre 2021 è tornato in libertà, dopo 22 mesi di custodia cautelare passati in carcere, e da allora resta in attesa di giudizio. L’inizio della sua vicenda giudiziaria risale al 7 febbraio 2020, quando venne arrestato al Cairo mentre stava tornando a casa per un breve periodo di pausa prima di iniziare il suo secondo semestre di studi all’Università di Bologna, dove è iscritto al Master europeo GEMMA in Studi di genere e delle donne.