La settimana appena iniziata vede prendere il via a Carpi i lavori di restauro dei locali di proprietà comunale posti in via Rovighi angolo via Berengario, dove in passato aveva sede l’ultima Sinagoga cittadina.

Il cantiere, che non chiuderà prima dell’estate del 2009, provocherà il restringimento di via Berengario all’incrocio con Piazza Martiri ma garantirà l’accesso al pubblico allo sportello QuiCittà e allo Iat, l’Ufficio di informazione ed accoglienza turistica delle Terre d’argine. Fino al 24 maggio verrà allestito un cantiere provvisorio (delimitato da pannelli in rete) perché dovrà essere smontato in occasione del passaggio del Giro d’Italia. Successivamente verrà realizzato quello definitivo, costituito da una delimitazione con cesata in legno.
I lavori (costo previsto 950 mila euro) saranno finanziati da fondi comunali (50 mila euro) e soprattutto da fondi messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi (900 mila euro in quattro anni). Una volta risistemati i locali con nuovi impianti tecnologici di servizio e arredi l’ex Sinagoga e l’appartamento limitrofo diverranno la prestigiosa sede della Fondazione ex Campo di Fossoli. Questa istituzione ha ora sede all’antico convento di San Rocco, ma ha necessità di spazi adeguati (uffici, archivio, sala riunioni) alle nuove funzioni che ha iniziato a svolgere nel campo della conservazione della memoria storica. E’poi notizia di questi giorni l’erogazione di un contributo di 112 mila euro da parte della Regione Emilia Romagna per l’avvio dell’intervento alla vecchia Sinagoga posta nel sottotetto a fianco del sopraportico del Grano.

Comunità ebraica, una storia lunga circa due secoli
Tra gli edifici che si affacciano sull’angusta via Giulio Rovighi si stabilì nei secoli scorsi la comunità ebraica (di cui si hanno le prime notizie nel 1420) e nel 1719 fu creato il ghetto. La prima Sinagoga, che si trova nel palazzo del Portico del Mercato del Grano, venne iniziata nel 1722 e nonostante alcune modifiche ottocentesche il complesso si è conservato fino ad oggi, così come parte delle decorazioni originarie: nel 1858 venne progettata una nuova sede dell’edificio di culto da Achille Sammarini, mantenendo la distribuzione interna dei vani già esistente, che fu inaugurata solennemente nel 1861. La facciata, di tardo gusto neoclassico con portale ornato di cornici in cotto, a filo della strada, presenta linee severe linee; all’interno, il problema dovuto allo scarso spazio per l’accesso al Tempio fu risolto dal progettista con una geniale soluzione, una scala di marmo a gradini concavi di grande effetto. Il vasto ambiente di culto, decorato di stucchi e rivestimenti in scagliola con dorature e fregi monocromi opera di artisti locali, presenta un tabernacolo a colonne corinzie scanalate e timpano circolare e, sulla parete opposta, il matroneo.
Ricordiamo che il Portico del Mercato del Grano è così denominato poiché fino alla metà dell’800 vi era collocata la Gabella o Dazio dei grani. Gli edifici che si addossano a questa loggia porticata, progetto ritenuto dell’architetto Baldassarre Peruzzi, risalgono alla metà del XV secolo e appartenevano alla nobile famiglia dei Grillenzoni. Successivamente tutte le proprietà furono acquisite da famiglie ebree. Nel 1922, chiusa al culto (l’ultima funzione fu celebrata nel 1907) e trasferiti gli arredi nella Sinagoga di Modena, il proprietario dell’edificio, Quinto Rovighi, chiese l’autorizzazione al Comune per restaurare la facciata e ristrutturare l’edificio sia internamente che esternamente, per ricavare quattro botteghe, aprendo quattro vetrine su via Berengario ed una su via di Mezzo, chiamata poi via Rovighi. Il progetto realizzato aveva ottenuto l’approvazione dalla Regia Sopraintendenza Monumenti Nazionali. Successivamente al 1950 risale un ulteriore progetto di riforma dello stabile a richiesta dello stesso proprietario. E’ dopo questo intervento che la facciata assume le caratteristiche a tutt’oggi esistenti. Nel 1985 si eseguono a cura dell’ente locale i lavori di manutenzione e di sistemazione degli impianti dei locali ed opere di puntellamento del portico. Nei primi anni Novanta cambia sede l’Ente comunale Consumo che qui si trovava e inaugura l’Informagiovani, ora Quicittà/Iat. Dopo il terremoto del 1996 vengono svolte opere di consolidamento sismico per 191 mila euro di spesa.