“Stiamo vivendo una fase delicata, anche in provincia di Modena, con forti aumenti dell’energia e del caro vita che si ripercuoteranno sui lavoratori” ha detto stamattina in conferenza stampa Stefania Ferrari segretaria Fiom Cgil Modena affiancata dai componenti della segretaria provinciale Salvatore Di Costanzo e Massimo Valentini.
“Per questo oltre 200 metalmeccanici modenesi saranno a Roma sabato 8 ottobre alla manifestazione nazionale di tutta la Cgil per ribadire, al futuro Governo che si insedierà, le richieste sindacali per fronteggiare il caro vita, contrastare la precarietà, aumentare i salari e le pensioni, riformare gli ammortizzatori sociali, rafforzare i servizi pubblici, favorire gli investimenti.
Per spiegare queste richieste ai lavoratori stanno procedendo le assemblee nelle fabbriche e sinora se ne sono tenute 150 tra Modena e provincia, mentre domani 5 ottobre sarà in Cnh il segretario nazionale Fiom Cgil Michele De Palma a tenere le assemblee sia allo stabilimento di via Pico della Mirandola che a San Matteo. “Andiamo dai lavoratori a spiegare le rivendicazioni della Fiom a cominciare dal blocco dei licenziamenti, l’aumento delle integrazioni salariali, il potenziamento dei servizi pubblici, gli interventi per il caro vita” ha ribadito la segretaria Fiom.
A sostegno della manifestazione dell’8 ottobre e per aprire una fase straordinaria di contrattazione aziendale, i metalmeccanici modenesi sciopereranno anche 2 ore (le ultime del turno) venerdì 7 ottobre. In alcune aziende, le Rsu aumenteranno le ore di sciopero a sostegno di vertenze aziendali. Lo sciopero del 7 ottobre rientra nella mobilitazione regionale “Tutelare i salari, tutelare il lavoro”.
Se al Governo si chiede di intervenire subito con provvedimenti per evitare la crisi sociale, i metalmeccanici scioperano per chiedere alle imprese modenesi di fare la loro parte.
“Da dopo la pandemia, a Modena, le aziende hanno ripreso a fare alti fatturati, abbiamo assistito e assistiamo tutt’ora a grandi richieste di straordinari in tutte le imprese, al ricorso continuo a lavoratori somministrati per aumentare gli organici e far fronte a portafogli di ordini crescenti” spiega Ferrari.
Alle imprese la Fiom Cgil sta chiedendo aumenti fissi nelle retribuzioni attraverso la contrattazione aziendale e chiederà a tutti gli imprenditori di avvalersi anche delle quote di salario detassato (buoni benzina, rimborso spese per energia, ecc…) previste dal decreto Aiuti Bis per limitare l’erosione del potere dei salari.
“Qualche impresa ribadisce però le preoccupazioni sul futuro prossimo, e la possibile esigenza di ricorrere alla cassa integrazione – continua Stefania Ferrari – per questo noi diciamo che se sarà necessario il ricorso ad ammortizzatori sociali, a fronte degli utili realizzati in questi anni, le aziende dovranno integrare economicamente l’assegno di Cig, e alleviare il disagio dei lavoratori”.
Infatti, di fronte all’incremento dei costi energetici, gli imprenditori potranno adeguare il proprio listino prezzi o addirittura limitare la produzione, il lavoratore in cassa integrazione invece vede ridurre la propria capacità di spesa e sarà maggiormente vittima dei rincari del carrello della spesa e dell’energia, rischiando di pagare due volte la crisi.
I lavoratori metalmeccanici che vogliono partecipare alla manifestazione nazionale Cgil di sabato 8 ottobre a Roma, possono rivolgersi alla Fiom provinciale (059.583311), oppure al proprio funzionario sindacale.