Nelle ultime due sedute del Consiglio comunale di Carpi sono stati discussi tre ordini del giorno. Giovedì 31 gennaio in particolare sono stati votati due documenti relativi al campo nomadi di via Nuova Ponente: il primo, presentato dal capogruppo Udc Luca Ghelfi, impegnava la Giunta ad elaborare un piano programmatico che porti al pagamento almeno parziale delle utenze da parte delle famiglie che vi abitano, valutando al contempo i progetti di inserimento lavorativo per gli elementi della comunità che si dimostrino realmente interessati.

Il secondo, firmato dal capogruppo Pd Claudio Cavazzuti, ricordando invece che le politiche e gli interventi messi in atto fin qui dall’amministrazione nei confronti dei sinti residenti nel campo sosta cittadino vanno annoverate tra le pratiche contro l’emarginazione e l’esclusione sociale, sottolineava come vadano sviluppati interventi che incentivino la crescita e la progressiva autonomizzazione dei diversi soggetti, facendo leva sulle loro risorse, responsabilità e capacità di assumere impegni, impegnando al contempo la Giunta a valutare nel prossimo Piano degli investimenti le soluzioni più idonee alla suddivisione delle spese dei residenti del campo stesso.
Dopo che l’assessore alle Politiche sociali Cinzia Caruso ha riepilogato in aula quanto fatto negli ultimi tempi dal Comune, ribadendo che l’amministrazione prenderà in considerazione l’idea di montare al campo contatori per le diverse utenze familiari, il capogruppo di Forza Italia Roberto Andreoli ha invece eccepito che l’obiettivo della città è che l’area di via Nuova Ponente si vuoti sottolineando che la compartecipazione degli abitanti alle spese delle utenze è possibile e auspicabile. E se Daniela Depietri (Pd) ha ricordato come si stia ancora cercando di trovare il modo di condividere con i sinti una soluzione ottimale per la loro situazione il capogruppo di Rifondazione comunista Massimo Valentini dal canto suo ha spiegato come tra le famiglie del campo ci sia una spaccatura tra chi riconosce l’operato della coop sociale Riparte e chi no. “Da un anno è tutto fermo: esiste la volontà di dare vita ad un percorso concertativo per creare delle microaree con fondi statali? E’ possibile – ha detto – rompere il muro tra società civile e sinti e attenuare la tensione sociale?”
Intervenuti nel corso del dibattito sui due ordini del giorno anche i consiglieri Annovi (Fi), Alboresi (Leganord), Cavazzuti (Pd), Ghelfi (Udc), Tirelli (An). Il documento firmato da Ghelfi è stato poi votato da An, Udc, Leganord e Fi, con il no di Sd, Prc, Pdci e l’astensione di Pd e Verdi.
L’ordine del giorno del Pd è stato invece approvato dai rappresentanti del Partito Democratico, di Pdci e Verdi, con l’astensione di Fi, Leganord, Udc, An, Sd e il no di Rifondazione comunista.

Nella seduta di giovedì 7 febbraio è stato invece approvato (astenuta solo Leda Tirelli, An, che ha spiegato come la sofferenza del parto in casi normali faccia parte dell’essere madre) un ordine del giorno presentato da Daniela Depietri (Pd): il documento invitava la Giunta a richiedere all’Azienda Usl l’individuazione in tempi brevi all’ospedale Ramazzini di un punto nascita in grado di offrire a livello provinciale il parto in analgesia epidurale 24 ore su 24, gratuito, provvedendo nel contempo a porre in atto un intervento organizzativo in termini di risorse finanziarie e umane affinché i percorsi formativi fino ad oggi effettuati non vengano vanificati.
Numerosi gli interventi dei consiglieri in aula: molti di essi hanno ribadito come sia necessario fare qualcosa per garantire la possibilità alle donne, non solo quelle di Carpi, di scegliere liberamente se partorire in modo indolore.