Il Consiglio di Amministrazione di ieri ha dato il via libera a due importanti misure, fortemente volute dalla nuova Governance di Ateneo. La prima riguarda il sistema contributivo per l’anno accademico 2022/2023, con interventi a favore del diritto allo studio.
L’Ateneo ha infatti deciso di rafforzare ulteriormente le misure a sostegno dei redditi medio-bassi. Benché la congiuntura economica lasci prevedere un incremento degli studenti aventi diritto all’esonero totale (oggi 24.480) o ad una contribuzione minima, il Cda, su proposta della Governance, ha non solo deciso di confermare la soglia attuale di no tax area, fissata a 23.000 euro di ISEE, ma ha anche manifestato la propria volontà di innalzarla fino a 26.000 euro, anche a partire dal prossimo anno accademico, se la Regione interverrà per aumentare il valore minimo di ISEE entro cui concedere la borsa di studio (oggi fissato appunto a 23.000). Resta invariato il sistema di calcolo della contribuzione in base all’ISEE per i redditi compresi tra 23.000 e 33.000, che già godono di agevolazioni consistenti, mentre è stata licenziata un’ulteriore manovra per agevolare la fascia successiva, che va da 33.000 a 45.000. Quest’ultima misura è la più consistente sotto l’aspetto finanziario, ma consentirà a studentesse e studenti di una fascia particolarmente esposta alla crisi post-pandemica di beneficiare di uno sgravio contributivo robusto.
Allo studio c’è poi una misura che introduca la possibilità, per chi proviene da paesi extra-UE, di una contribuzione determinata in misura fissa e differenziata in base alla nazionalità di residenza, semplificando un sistema che ora prevede una valutazione mediante il calcolo del cosiddetto ISEE parificato. Questa soluzione permetterebbe di abbattere tutti i costi occulti che gravano su studentesse e studenti chiamati a produrre una documentazione particolarmente onerosa, in termini di tempo e di denaro.
Confermato anche l’impianto dei benefici, con un importante incremento delle risorse per studentesse e studenti in stato di disagio: nel 2023, ai 200.000 euro già previsti si aggiungeranno ulteriori 450.000 euro. Tra i benefici introdotti in questo senso anche quello a favore delle studentesse e degli studenti fuori corso in debito della sola prova finale. Chi è al secondo anno fuori corso, in debito della sola prova finale e con ISEE uguale o inferiore a 35.000 euro, potrà richiedere – se non completerà il percorso di studi entro la prossima scadenza – di accedere a una contribuzione fissa calmierata, pari a 500 euro per l’iscrizione all’anno accademico successivo. Ciò a condizione che i richiedenti conseguano il titolo entro il 30 settembre. Si avrà altrimenti accesso a una contribuzione fissa calmierata pari a 1000 euro se si consegue il titolo entro il 31 dicembre. In questo modo si risponde in maniera stabile e strutturale alle ricorrenti richieste di “proroga dell’anno accademico” determinate dalla situazione emergenziale degli ultimi due anni.
Il Consiglio di Amministrazione ha anche dato il via libera ad una sostanziale modifica del regolamento che disciplina i concorsi per il personale docente di prima e seconda fascia. L’impianto attuale prevede che la procedura di valutazione sia svolta da una Commissione che, all’esito dei lavori, individua il candidato più idoneo per la posizione bandita dal Dipartimento. Con il nuovo regolamento, la Commissione proporrà al Dipartimento una lista di candidati, fino a un massimo di tre, maggiormente idonei in relazione ai criteri individuati nel bando di concorso. Sarà quindi il Dipartimento a scegliere, con delibera motivata, il candidato migliore, riservandosi anche la possibilità di far sostenere agli aspiranti docenti un seminario, prima di proporne al Consiglio di Amministrazione la chiamata in ruolo. L’obiettivo principale della riforma è quello di permettere ai Dipartimenti, cui la legge Gelmini affida la responsabilità del reclutamento del personale docente, di attrarre candidati non solo scientificamente meritevoli, ma il cui curriculum si concili anche al meglio con le specifiche esigenze didattiche e di ricerca e le strategie di sviluppo dei Dipartimenti stessi. Tale processo di selezione, unito a efficaci meccanismi di valutazione delle scelte e di incentivazione al reclutamento di candidati esterni all’Università di Bologna, avvicina il nostro Ateneo alle realtà accademiche internazionali, cui gli addetti ai lavori e, più in generale, l’opinione pubblica guardano come a virtuosi esempi di attrazione dei migliori talenti.
Inoltre, una misura a vantaggio del personale. L’Ateneo sta lavorando, insieme al tavolo sindacale, per introdurre misure strutturali di lavoro flessibile, sia telelavoro sia smart working, modalità alle quali potrà accedere oltre il 50% del nostro personale. Si tratta di due misure a regime e non più a carattere emergenziale, a vantaggio del personale tecnico e amministrativo dell’Ateneo, in termini di conciliazione vita-lavoro e di nuovi modelli organizzativi più efficaci.