“Anche quest’anno a febbraio, immancabile come l’appuntamento col Festival di Sanremo, arriva la reboante notizia sull’importo del premio erogato dalla Ferrari ai dipendenti: 12.000 euro è una cifra incredibile, la notizia però è anche il frutto di un’abile strategia comunicativa del colosso automobilistico. Quindi va fatta chiarezza”. Così Fiom Cgil Modena.
“L’importo del quale si parla è in cifra lorda e viene erogato solo a coloro che non hanno fatto nemmeno un giorno di assenza nel corso del 2021. Anche una sola giornata di malattia comporta la perdita di centinaia di euro di premio. Questo sistema evidentemente può indurre il lavoratore a non farsi attestare lo stato di malattia al fine di evitare pesanti ricadute economiche. La battaglia fatta dalla Fiom-Cgil nel 2020 perché le malattie Covid non venissero conteggiate ai fini della decurtazione del premio era anche figlia di questa analisi.
È analogo anche il ragionamento che porta ricadute incredibili sulla partecipazione alle iniziative di sciopero: partecipare ad una giornata di sciopero in Ferrari può comportare una decurtazione della retribuzione di quasi 1.000 euro lorde, con buona pace del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione”, prosegue Fiom.
“In Ferrari inoltre viene applicato il Contratto Specifico di Lavoro, che non è stato firmato dalla Fiom-Cgil, che prevede delle retribuzioni in quota fissa che mediamente si attestano a 22.000 euro lordi annui: quindi Ferrari in base al numero di auto prodotte, all’andamento economico ed al numero di assenze dei lavoratori decide se e come erogare circa un terzo della retribuzione annua che quindi resta sempre incerta.
Ferrari è un colosso del lusso che può permettersi di comunicare l’erogazione di cifre incredibili di premio anche grazie a livelli retributivi fissi al di sotto dei valori riconosciuti da concorrenti dello stesso settore. Questo è stato dimostrato dal recente lavoro di comparazione fatto dalla Fiom-Cgil di Modena e Bologna insieme alla Fiom-Cgil dell’Emilia-Romagna, analisi che ha permesso di dimostrare che un lavoratore di Ferrari ha retribuzioni annue in quota fissa più basse di 10.000 euro rispetto ad un lavoratore di Lamborghini, differenziale che viene solo in parte compensato dai premi di risultato, premi che però sono per natura variabili ed incerti. In sintesi: Lamborghini eroga 3.500 euro lordi di premio che non fanno notizia, ma grazie a minimi sindacali in quota fissa più elevati garantisce ai lavoratori retribuzioni annue più alte rispetto ai lavoratori Ferrari che prendono 12.000 euro lordi di premio.
A questa analisi andrebbe anche affiancato il ragionamento su tutto quel variegato mondo di lavoratori che presta servizio per Ferrari ma non è dipendente di Ferrari e quindi non ha il riconoscimento di alcun premio. Sono migliaia i lavoratori che tra appalti e lavorazioni fatte esternamente si trovano in queste condizioni, lavoratori che spesso svolgono mansioni chiave per la produzione ma che non partecipano alla redistribuzione del faraonico premio Ferrari”.
“La Fiom-Cgil – conclude la nota – continuerà a battersi perché sulla struttura retributiva di Ferrari si possa fare chiarezza, perché è innegabile che le cifre del premio siano ragguardevoli, ma è altrettanto innegabile che la struttura retributiva è il frutto di una storia contrattuale che consente al colosso del lusso di gestire il 30% delle retribuzioni dei lavoratori vincolandone l’erogazione ai risultati della produzione ed alla presenza dei lavoratori, senza alcuna ricaduta positiva sulle retribuzioni di quelle migliaia di lavoratori che lavorano nel variegato mondo delle esternalizzazioni”.