Una bimba di 4 mesi e un ragazzo di 24 anni con grave cardiopatia congenita. Trapianti 2021 superiori al 2020 per tutti gli organi.
Michela (nome di fantasia), 4 mesi fa è nata con una cardiopatia congenita complessa diagnosticata quando ancora era nella pancia della mamma. Dalla diagnosi è sempre stata seguita dalla Cardiochirurgia Pediatrica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola diretta dal professore Gaetano Domenico Gargiulo. Anche se pochi, i sui giorni di vita non sono mai stati facili, né per lei, né per i suoi genitori. In considerazione del quadro clinico per la bambina era stato lanciato un allarme nazionale trapianto già da 7 giorni, precedenza assoluta.
Michela era ricoverata nell’alta intensità diretta dal dott. Andrea Castelli in assistenza con ECMO (ossigenazione extracorporea) quando la sera del 27 dicembre è giunta dal Centro Nazionale Trapianti la segnalazione della disponibilità di un piccolo cuore, forse compatibile.
La macchina “organizzativa” si attiva
Quando il Centro Riferimento Trapianti, diretto dalla dott.ssa Sangiorgi (che coordina a livello regionale, in costante contatto con il Centro Nazionale Trapianti, tutta l’attività di segnalazione e reperimento degli organi), segnala la disponibilità di un organo, il cardiochirurgo pediatrico e il cardiologo pediatrico valutano se, in base alle informazioni ricevute, la donazione può essere idonea per il paziente in lista. Inizia una fase di valutazione che coinvolge tutte le equipe e che viene supportata dal CRT anche attraverso la richiesta di consulenze specifiche. Nel momento in cui la donazione viene accettata il coordinatore del CRT organizza gli spostamenti della squadra dell’espianto, composta da 2 chirurghi. I tempi degli spostamenti sono fondamentali. L’equipe si muove per andare a verificare che l’organo segnalato abbia le caratteristiche adatte ad essere impiantato sul potenziale ricevente. I pazienti in attesa o i loro famigliari vengono allertati e da qualunque parte di Italia provengano nel giro di poche ore arrivano in sala operatoria grazie alla collaborazione di Centro Nazionale Trapianti, 118, Protezione Civile, Forze Armate.
La donazione per Michela è risultata compatibile e, alle 16.00 del 28 dicembre, il cuore impiantato dall’equipe di cardiochirurghi pediatrici composta dal prof. Gargiulo, Emanuela Angeli e Lucio Careddu, con l’assistenza delle anestesiste Silvia Ravaglia e Sara Giovannini, del cardiologo pediatra Luca Ragni, della perfusionista Silvia Vescovini, e di tutti gli infermieri della sala operatoria, ha ricominciato a battere.
Un trapianto complesso terminato alle 18.30 dopo 10 ore di intervento. Il nuovo cuore di Michela risponde, sta funzionando, la bambina è ancora in condizioni critiche in alta intensità ma le sue prospettive per il futuro oggi sono decisamente diverse.
Non passano neanche 24 ore e arriva la segnalazione della disponibilità di un altro organo.
A riceverlo questa volta è Demetrio 24 anni cardiopatico dalla nascita seguito da sempre dal reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva, operato per la prima volta 24 anni fa nel centro bolognese dal prof. Gargiulo.
Il paziente era in lista d’attesa da molto tempo e tutta la famiglia negli ultimi mesi ha lasciato la regione di origine per stabilirsi a Bologna vicino al centro che seguiva il figlio.
Gli adulti che hanno avuto una patologia cardiaca congenita severa, Guch (Grown Up Congenital Heart), nel tempo sviluppano una serie di condizioni morfologiche talmente particolari che non potrebbero essere trapiantati in qualsiasi centro ma necessitano di specialisti che conoscano a fondo tutte le implicazioni che la loro condizione comporta. L’organizzazione è iniziata nella serata del 29 dicembre ed il trapianto si è concluso il 30.
L’equipe era composta dal prof Gargiulo, dai cardio chirurghi pediatrici Emanuela Angeli e Lucio Careddu, dalle anestesiste Marta Agulli e Sara Schirru, dal cardiologo Pediatra Luca Ragni. Demetrio sta bene, è già stato estubato e consapevole del dono che ha ricevuto.
Dalla diagnosi pre-natale all’età adulta
Bologna è uno dei pochi centri cardiologico-cardiochirurgico in Italia a vantare la possibilità di seguire il paziente dalla diagnosi prenatale a tutta l’età adulta, garantendo una presa in carico totale del paziente durante tutto l’arco della sua vita e offrendo a tutte le fasce di età l’opzione del trapianto e delle assistenze meccaniche.
Per quanto riguarda l’ambito pediatrico e dell’età evolutiva, grazie ai progressi della cardiologia e cardiochirurgia pediatrica oggi l’80-85% dei bambini nati con cardiopatia congenita riesce a sopravvivere fino all’età adulta. Un risultato fino a poco tempo fa insperabile che porta il numero di Guch (Grown Up Congenital Heart) ad aumentare costantemente.
Degli 82 trapianti di cuore eseguiti dal 1994 dalla Cardiochirurgia pediatrica, quasi un terzo, 23, è stato eseguito su pazienti adulti.
La speranza di vita per i bambini trapiantati è molto alta, 80% a 5 anni, il paziente trapiantato più piccolo aveva 84 giorni di vita e l’età media al trapianto è di 10 anni per quelli pediatrici e 37 per i Guch.
Nel 2021 sono stati eseguiti 7 trapianti pediatrici di cui 4 solo negli ultimi 2 mesi. Un dato incoraggiante superiore alla media che è di circa 5 trapianti all’anno.
Presso la Cardiologia e la Cardiochirurgia pediatrica dell’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola ogni anno vengono visitati circa 9000 piccoli pazienti provenienti da tutto il Paese ed eseguiti 350 interventi di cardiochirurgia.
Numeri che fanno del Policlinico di Sant’Orsola uno dei primi 3 centri nel Paese per la cura delle Patologie cardiache nei bambini.
L’attività di trapianto ha superato quella pre-Covid
Il Covid non ha fermato l’attività di trapianto dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola che ha superato per tutti gli organi l’attività del 2020 con 57 interventi in più.