Mercoledì 29 dicembre ricorre il 20° anniversario della scomparsa Rubes Triva, sindaco di Modena per dieci anni, tra il 1962 e il 1972. Al cimitero di San Cataldo, con inizio alle 9, si svolge una cerimonia commemorativa alla presenza dei familiari, del vice sindaco Gian Pietro Cavazza, del presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, di rappresentati dei gruppi consiliari e dell’Anpi. Partecipano anche rappresentanti delle organizzazioni sindacali e della Fondazione nazionale sicurezza intitolata a Rubes Triva che si occupa della formazione per la sicurezza dei lavoratori delle imprese di igiene ambientale.
Verrà deposta una cesta di fiori con nastro giallo-blu con la scritta Comune di Modena.
Il 2021 è anche l’anno del centenario della nascita di Triva e in occasione della ricorrenza, lo scorso 16 febbraio, gli è stato dedicato un parchetto a Modena Est, tra le vie Beethoven e 9 gennaio.
Maestro elementare, originario di Mantova, ha partecipato alla lotta di Liberazione rappresentando il Pci nel Cln di Modena. Alle elezioni del 1946 è stato eletto consigliere comunale ed è diventato assessore della giunta guidata da Alfeo Corassori al quale è succeduto nel 1962 dopo aver ricoperto anche l’incarico di vice presidente della Provincia dal 1951 al 1960.
Dopo l’esperienza da sindaco, caratterizzata dallo sviluppo dei servizi della pubblica amministrazione, dalla promozione della cultura, dal Piano regolatore e dall’avvio dei primi Peep e del Villaggio di Modena Est, Triva è stato parlamentare dal 1972 al 1987, poi presidente dell’Anci e di Federambiente tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta.
La targa collocata nell’area verde a lui intitolata ricorda che Triva “proseguì il percorso di rinnovamento sociale, economico, urbanistico e culturale della città. Lavorò con passione civile e politica per il progresso della comunità, lo sviluppo dei servizi dell’amministrazione pubblica, i nidi e le scuole d’infanzia, la diffusione della cultura; il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza e del diritto alla casa, con il Piano dell’edilizia economica popolare; l’avvio di una nuova idea di città, con il Piano regolatore del 1965 e il Villaggio di Modena Est. E in quell’idea di città volle abitare”.