Questa mattina i componenti della Giunta di Maranello hanno effettuato un sopralluogo all’interno della villa di Fogliano confiscata alla criminalità organizzata, di proprietà del Comune e futuro ‘rooms&breakfast’ – l’apertura è prevista entro un anno – nel quale saranno impiegate donne in condizioni di fragilità o vittime di violenza.
La visita all’edificio di Via Fondo Val Grizzaga è stata l’occasione per osservare l’esito dei lavori, il cui secondo stralcio è stato ormai ultimato, in una fase cruciale per lo sviluppo del progetto: il bando, tuttora in essere, che porterà ad affidare la gestione della struttura ricettiva ad una cooperativa sociale, a un’organizzazione di volontariato, a un’associazione di protezione ambientale o ad una comunità, come indicato dal codice antimafia.
La scadenza del bando è fissata al 14 ottobre, ma nel frattempo è anche arrivata la conferma ufficiale di un nuovo contributo regionale, 40mila euro in due anni, per potenziare il progetto ‘Orme di legalità – Sui passi delle donne coraggiose’, che già sta coinvolgendo dieci donne in difficoltà residenti nel Distretto ceramico.
L’obiettivo del corso – che stanno frequentando da alcuni mesi e che si avvale di docenti della Scuola Alberghiera e di Ristorazione IAL di Serramazzoni – è offrire loro una formazione ottimale in vista del futuro impiego all’interno del ‘room&breakfast’: si va dal tema della sicurezza sul lavoro al protocollo alimentare HACCP, dalla comunicazione alla ricezione alberghiera, fino all’housekeeping e alla somministrazione di colazioni e aperitivi.
Ed ora, grazie all’ulteriore finanziamento intercettato in Regione dall’Amministrazione comunale attraverso un bando, sarà possibile ampliare le competenze e la preparazione di queste donne, che potranno essere formate anche per la gestione di un servizio di catering rivolto all’esterno della struttura.
“Il bando che è abbiamo studiato – spiega Mariaelena Mililli, Vicesindaca e Assessora alla Legalità – contiene inoltre un elemento molto innovativo riguardo all’affidamento di un bene confiscato, che per legge dev’essere comunque concesso ad uso gratuito a chi lo gestirà. Muovendosi all’interno della normativa, i nostri Uffici hanno infatti inserito nella procedura il concetto di co-progettazione tra il Comune e il futuro ente affidatario. Significa che l’Amministrazione e il gestore lavoreranno assieme prima che apra la struttura e anche durante lo svolgimento dell’attività, confrontandosi e condividendo le decisioni riguardanti l’esercizio e chi ci lavorerà. Un dialogo costante che renderà più facile garantire la qualità della struttura e la tutela delle dipendenti”.
“Nel frattempo i lavori di adeguamento e riqualificazione dell’edificio, costati circa mezzo milione di euro e cofinanziati dalla Regione per 376mila euro, sono di fatto terminati – aggiunge Chiara Ferrari, Assessora ai Lavori pubblici e al Patrimonio -. Gli ultimi interventi hanno riguardato la sistemazione del piano seminterrato, dotato di Spa con sauna, e l’arredamento dei locali, che comprendono le camere per gli ospiti, i servizi igienici, la cucina e la sala per le colazioni al piano terra, ai quali si aggiungono altri spazi comuni al primo piano. E la superficie occupata prima da una piscina abusiva esterna è stata ripristinata a giardino”.
“E’ un progetto che va oltre il valore simbolico, pur ben presente – sottolinea il Sindaco Luigi Zironi -, perché offre a dieci donne un’opportunità di lavoro dopo aver vissuto esperienze traumatiche, fatte di disagio o fragilità. Per loro questo impiego rappresenta una possibilità di reinserimento sociale, un punto dal quale ripartire per conquistare un’indipendenza e ritrovare fiducia in se stesse. E credo che la prospettiva di favorire una svolta concreta e tangibile nella vita di queste persone sia davvero la cosa più importante dell’intero progetto”.
L’immobile era stato sequestrato nell’ambito dell’indagine ‘Point Break’, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Modena in seguito all’attentato esplosivo del 26 luglio 2006 ai danni dell’Agenzia delle Entrate di Sassuolo. L’attività consentì di ricondurre l’episodio ad un’azione di matrice mafiosa e di trarre in arresto sette persone di origine calabrese per il reato di reimpiego di denaro della cosca di ’Ndrangheta Arena di Isola di Capo Rizzuto, reato attuato mediante società del modenese.Tra i beni sequestrati preventivamente c’era anche la villa di Fogliano, che all’epoca apparteneva ad un imprenditore arrestato nell’operazione: la confisca fu formalizzata nel 2014 dalla Corte di Cassazione e l’edificio nel 2019 divenne proprietà del Comune di Maranello, che l’anno precedente aveva perfezionato la richiesta di assegnazione del bene.
(Foto Ingresso reception: da sinistra Marsigliante, Ottolini, Mililli, Zironi, Costetti, Ferrari)