Percettori del reddito di cittadinanza al lavoro a Castelfranco Emilia su progetti di pubblica utilità per otto ore alla settimana. Un’iniziativa che ha preso il via questa mattina con l’attività di supporto al servizio Piedibus (cioè l’accompagnamento dei più piccini verso le scuole) per l’Istituto Guinizzelli e che, già da domani, vedrà aggiungersi anche l’Istituto Marconi: un’attività, questa, svolta da volontari preselezionati che da oggi hanno e avranno, proprio grazie al coinvolgimento dei percettori del reddito di cittadinanza, un aiuto in più.

Ma non finisce qui. Nei prossimi giorni, infatti, prenderanno il via anche altri due tipologie di attività, la cura dei giardini dei nidi e il servizio di accoglienza allo Sportello del Cittadino. Un progetto complessivo, questo, che prende il là, lo ricordiamo, dal D.L. 28 gennaio 2019 n.4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, ed in particolare l’art.1, che condiziona l’erogazione del beneficio all’adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che prevede attività al servizio della comunità, di riqualificazione professionale, di completamento degli studi, nonché altri impegni individuati dai servizi competenti finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale. Un dispositivo promosso dall’Unione del Sorbara che la Giunta Gargano ha recepito attraverso una delibera di Giunta approvata all’unanimità lo scorso ottobre, in piena pandemia, e che “ora, con l’emergenza covid ormai auspicabilmente alle spalle, almeno nella sua fase più acuta, vede finalmente la luce” ha dichiarato l’Assessore al Welfare del Comune di Castelfranco Emilia Nadia Caselgrandi  spiegando che “attraverso il D.L. n. 4/2019, abbiamo la possibilità di costruire percorsi di inclusione sociale, i cosiddetti PUC, quali progetti a titolarità dei Comuni e non solo, utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere presso il Comune di residenza. Mi piace sottolineare – ha concluso – che i PUC rappresentano un’occasione di inclusione e di crescita per i beneficiari e per la collettività, e sono da intendersi come attività di restituzione sociale per coloro che ricevono il beneficio del Reddito di Cittadinanza e non hanno la possibilità di impegnarsi in attività lavorativa”.

Le persone coinvolte in queste attività al servizio della collettività, sono individuate grazie alla  Struttura Servizi Sociali, valutando le attitudini e in condivisione con il Centro per l’Impiego.