Da lunedì 15 marzo 2021 sarà possibile prenotare le due dosi della vaccinazione contro il Covid per le persone nate dal 1942 al 1946 compresi (da 75 a 79 anni). Nella nostra provincia le persone che rientrano nella fascia di età 75-79 anni sono circa 21.000. Di questi 21.000, circa 4.000 rientrano nelle categorie “estremamente vulnerabili” elencate di seguito. Queste persone non dovranno prenotare la vaccinazione ma riceveranno nelle prossime ore un sms come chiamata attiva dall’Azienda.
Le persone che ne abbiano necessità possono farsi accompagnare agli ambulatori vaccinali da un familiare o un accompagnatore che potrà seguirle per tutta la durata del percorso vaccinale.
Si ricorda infine che per chi ha avuto il COVID-19 durante la seconda ondata, cioè negli ultimi mesi, è consigliabile fare un’unica dose di vaccinazione tra 3 e 6 mesi dall’infezione.
Come e dove prenotare:
· nuovo numero telefonico dedicato: 0522 338799, dal lunedì al sabato dalle 7.45 alle 18.00,
· agli sportelli CUP,
· nelle farmacie e parafarmacie abilitate alla prenotazione,
· alle segreterie dei medici di medicina generale abilitate alla prenotazione,
· online attraverso:
o il Fascicolo Sanitario Elettronico
o L’App ER Salute
o Il CupWeb (www.cupweb.it)
Per informazioni sulla prenotazione del vaccino COVID è possibile scrivere a info.vaccinazionecovid19@ausl.re.it
Categorie “estremamente vulnerabili”
Coloro che rientrano nella categoria degli “estremamente vulnerabili”, così definita a livello nazionale in relazione a determinate problematiche di salute, dalle malattie respiratorie e cardiocircolatorie a quelle autoimmuni, passando per patologie oncologiche e trapianti, saranno invece presi direttamente in carico dalle Aziende sanitarie di riferimento, che provvederanno a contattare i pazienti a mano a mano che arriveranno i vaccini. In provincia i pazienti che rientrano in queste categorie sono circa 20.000.
“Estremamente vulnerabili”, chi rientra in questa categoria di persone
Gli appartenenti a questa categoria sono stati individuati dal Comitato scientifico nazionale (Cts) attraverso un confronto con società scientifiche di riferimento. Ne fanno parte persone con particolari fragilità dovute a specifiche patologie valutate come particolarmente critiche, poiché correlate al tasso di letalità associata a Covid-19 per danno d’organo preesistente o compromessa capacità di risposta immunitaria all’infezione da SARS-CoV-2.
Si tratta, nello specifico, di:
– fibrosi polmonare idiopatica, ossigenoterapia;
– scompenso cardiaco in classe avanzata III e IV NYHA; pazienti che hanno avuto uno shock cardiogeno;
– sclerosi laterale amiotrofica; sclerosi multipla; paralisi cerebrali infantili; pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive e i loro conviventi; miastenia gravis; patologie neurologiche disimmuni;
– diabete di tipo 1 in soggetti maggiori di 16 anni, diabete di tipo 2 in pazienti che necessitano di almeno 2 farmaci ipoglicemizzanti orali o insulina o con una vasculopatia periferica, endocrinopatie severe quali ad esempio mordo di Addison;
– fibrosi cistica;
– pazienti sottoposti a dialisi;
– malattie autoimmuni – immunodeficienze primitive con grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza e i loro conviventi; immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico e i loro conviventi;
– pazienti con diagnosi di cirrosi epatica;
– pazienti con pregresso ictus ischemico o emorragico cerebrale che abbia compromesso l’autonomia neurologica e cognitiva del paziente affetto. Persone che hanno subito un ictus nel 2020 e negli anni precedenti con rankin maggiore o uguale a 3;
– patologia oncologica o oncoematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure e i loro conviventi. Genitori di pazienti con queste patologie sotto i 16 anni di età. Pazienti affetti da talassemia;
– sindrome di Down;
– trapianto di organo solido: persone in lista di attesa e sottoposte a trapianto di organo solido o emopoietico e i loro conviventi dopo 3 mesi dal trapianto ed entro 1 anno dalla procedura; pazienti che abbiano sviluppato una malattia del trapianto contro l’ospite cronica in terapia immunosoppressiva e i loro conviventi;
– grave obesità: indice di massa corporea (BMI) superiore a 35.