Modenese 68enne, giornalista in pensione, sposato con Rossana e nonno due volte. Questi i dati base di Andrea Dondi che ha deciso di candidarsi alla presidenza del CONI, Comitato Regionale Emilia Romagna per il quadriennio 2021/2024. Appassionato da sempre dell’equitazione, è stato delegato provinciale della Fise, chiamato da Franco Bertoli in consiglio provinciale del CONI Point Modena ne è diventato vice presidente prima e poi, negli ultimi due mandati, Delegato provinciale.

 

Dondi perché si è lanciato in questa avventura?

Per il solito motivo che spinge molte volontarie e volontari: la passione per lo sport, praticato ma anche organizzato. Voglio cercare di dare il mio contributo al movimento regionale, portando la mia esperienza sul campo, ma anche nel lavoro d’ufficio per metterci al servizio, senza scossoni ma con grande determinazione, federazioni sportive,  discipline sportive associate ed enti di promozione, senza dimenticare le amministrazioni locali.

 

Il suo programma?

Già da tempo ho inviato ai membri del Consiglio Regionale ed amministratori il mio programma dal titolo” Il CONI che vorrei”, che verte su tre linee guida: rispetto dei ruoli, formazione e promozione. Il rispetto dei ruoli prevede una stretta relazione tra CONI regionale e presidenti regionali di federazione, DSA ed ESP. Contatti stretti tra CONI nazionale, CONI regionale e Delegati provinciali. E ancora filo diretto tra Enti locali, enti di promozione sportiva, che sono la linfa del nostro mondo. Per quanto concerne la formazione il CONI deve essere luogo di costruzione, tramite la Scuola Regionale dello Sport, di dirigenti di società, manager gestionali e organizzativi, addetti stampa e operatori nel campo della comunicazione e marketing. Invece, quanto riguarda la promozione ogni singola realtà territoriale ha le proprie specificità, ma appuntamenti voluti dal CONI centrale come la Giornata nazionale dello sport, i centri CONI sono assolutamente da valorizzare; dobbiamo essere propulsione al servizio di palazzo H e smettere di criticare ogni cosa! Inoltre presenza nelle scuole, parchi e fiere, senza dimenticare i centri estivi. 

 

La sua posizione rispetto al Coni centrale

Nell’ultimo quadriennio olimpico il CONI emiliano romagnolo, nella persona del presidente uscente, – come dicevo – ha sempre avuto anche pubblicamente una posizione critica nei confronti di Roma e del presidente Malagò. Io sono abituato a lavorare in squadra, credo nella collaborazione fattiva e sincera con tutto il mondo sportivo a partire dal mio presidente: Giovanni Malagò, a cui va il merito di aver mantenuto alto il profilo del Comitato Olimpico Nazionale Italiano non solo in Italia, ma anche all’estero e questo, anche se il CONI Regionale non vota direttamente a livello nazionale, è uno dei motivi che mi ha convinto a scendere in campo per questa avventura.

 

La sua squadra come è composta?

Donne e uomini scelti perché esperti e disponibili a lavorare per quattro anni in un team motivato. Mi sorprende chi parla di scelte che penalizzano alcune province o zone; evidentemente, non tiene in grande considerazione i CONI Point che, a mio parere andranno valorizzati e sono il rapporto diretto con il territorio, – se ne parla anche nella carta olimpica – oppure… si arrampica sul niente.