Migliorare le condizioni del lavoro quotidiano dei riders modenesi attuando azioni concrete come l’adozione di misure per tutelare la salute e la sicurezza dei ciclofattorini e la disponibilità di spazi al coperto dove poter sostare in sicurezza e al riparo. È questo uno degli obiettivi principali del Protocollo d’intesa per la promozione di una buona occupazione nel settore del food delivery che è stato sottoscritto in Municipio nella mattinata di oggi, mercoledì 24 febbraio, dal Comune di Modena, rappresentato dall’assessore al Lavoro Andrea Bosi, e dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, per le quali erano presenti Cesare Pizzolla e Daniele Dieci (Cgil), Rosamaria Papaleo (Cisl) e Raffaele Perfetto (Uil).

Come si rileva nelle premesse del Protocollo, i cui indirizzi erano stati definiti in un primo incontro lo scorso 27 gennaio, nel corso della pandemia gli utili delle imprese di food delivery sono aumentati mentre, allo stesso tempo, le condizioni di lavoro dei riders, che a Modena sono stimati in oltre quattrocento, sono peggiorate. L’intesa prende atto di questa situazione e prova a intervenire per ribadire il principio che il lavoro deve essere di qualità, stabile e adeguatamente remunerato, come sancito anche dal Patto per il lavoro e il clima della Regione Emilia Romagna, e rivendicare il riconoscimento di pieni diritti e tutele al pari dei lavoratori subordinati, come previsto da molte sentenze dei tribunali in Italia.
“Per fare concretamente dei passi in avanti – commenta l’assessore Bosi – ci siamo impegnati, come Comune, a sottoporre il Protocollo all’associazione Rete Imprese e agli operatori del settore, in un’azione di sensibilizzazione che porti a un miglioramento delle condizioni di lavoro dei fattorini. Ma stiamo anche chiudendo degli accordi, che formalizzeremo nei prossimi giorni, per mettere a disposizione di questi ragazzi tre luoghi coperti e sicuri, distribuiti tra Modena sud, nord e centro, dove potersi riposare, riparare se necessario e dove poter ricaricare gli smartphone”.
Nel Protocollo, inoltre, si chiede che le piattaforme di food delivery adottino misure di protezione per la salute e la sicurezza dei riders, per contrastare e contenere la diffusione del covid-19.
Sottolineando, infine, che il lavoro dei riders può essere disciplinato soltanto attraverso la contrattazione collettiva nazionale sottoscritta dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, il Protocollo ribadisce che “il contratto collettivo nazionale Merci e logistica offre già risposte adeguate a rispondere alle esigenze di flessibilità tipiche di questo settore, in un perimetro certo di tutele normative e salariali per i lavoratori”.

****

Il protocollo – spiegano nella loro nota Cgil, Cisl e Uil Modena – si è reso necessario per migliorare le condizioni di lavoro dei ciclo-fattorini, i cosiddetti riders, in un settore in cui, anche a fronte della pandemia, in questi mesi i volumi di lavoro e gli utili d’impresa sono aumentati, mentre le condizioni dei lavoratori sono peggiorate sia in termini di diritti che salariali. E’ da sottolineare che sempre più spesso ci sono lavoratori che hanno questo tipo di lavoro come unica fonte di sostentamento.

“Allo stato attuale le condizioni di lavoro dei riders non sono dignitose – affermano Cesare Pizzolla e Daniele Dieci (Cgil), Rosamaria Papaleo (Cisl) e Lorenzo Tollari (Uil) – infatti non viene applicato un contratto nazionale di categoria firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi che darebbe un perimetro certo di tutele normative e salariali. Infatti, ora il lavoro è pagato sostanzialmente a cottimo in base al numero di consegne e non al tempo complessivo in cui il lavoratore è impegnato, e lo stesso numero di commesse è regolato da un algoritmo che determina una discriminazione tra i lavoratori nell’assegnazione delle stesse”.

Il Protocollo ha proprio lo scopo di migliorare le condizioni dei circa 400 riders che operano sul Comune di Modena, ribadendo che il lavoro deve essere di qualità, stabile e adeguatamente remunerato, rivendicando il riconoscimento di pieni diritti e tutele al pari dei lavoratori subordinati, così come peraltro previsto da molte sentenze dei tribunali in Italia. Il protocollo recepisce i contenuti del recente Patto regionale per il lavoro e il clima declinandolo a livello territoriale.

Il Protocollo impegna l’Amministrazione comunale di Modena a promuovere questa intesa nei confronti degli operatori economici presenti sul territorio e a favorire meccanismi di “discriminazione positiva” per gli stessi che si riconoscono in questa intesa, attraverso una sensibilizzazione di esercenti e consumatori ad utilizzare le piattaforme etiche e con maggior sensibilità sociale che sottoscrivono la presente intesa.

Nel protocollo si chiede anche che da parte delle piattaforme sia posta particolare attenzione per l’adozione di misure di protezione per la salute e sicurezza dei fattorini, specifiche anche per il contrasto e il contenimento del covid-19.

Inoltre, l’Amministrazione comunale si impegna a individuare primi interventi mirati per migliorare le condizioni di lavoro dei riders, con la predisposizione di spazi attrezzati al coperto dove poter sostare in sicurezza e al riparo, dove poter ricaricare i cellulari, dove poter procedere ad una manutenzione dei mezzi, ecc…

L’Amministrazione comunale di Modena istituisce un tavolo permanente tra le parti coinvolte per monitorare la coerenza tra i principi e gli impegni assunti dalla presente intesa.

“Questo protocollo – affermano i sindacalisti di Cgil Cisl Uil – è un importante punto di partenza da estendere anche altri comuni della provincia e utile come contributo alla regolamentazione attraverso la contrattazione collettiva nazionale dei diritti e delle tutele di questi lavoratori”.