Sono 74 le imprese femminili in provincia di Modena che hanno cessato la loro attività nell’ultimo trimestre 2020 (un calo dello 0,5% rispetto a settembre). Un dato, diffuso ieri da Infocamere, che fotografa al meglio, più di tante parole, l’impatto della crisi legata alla pandemia, di cui le donne stanno pagando il conto più salato e che dimostra una parziale efficacia delle misure emergenziali varate fin qui dal governo.

“Commercio, turismo e terziario sono settori più penalizzati da questa crisi e anche sono quelli in cui in cui l’imprenditoria e l’occupazione femminile superano nella nostra regione il 60% – spiega Barbara Ferrari, presidente Impresa Donna Confesercenti Modena – La contrazione dell’imprenditoria femminile si accompagna al dato negativo sull’ocupazione delle donne: è un fenomeno diffuso, ma c’è una differenza tra il nostro e gli altri paesi perchè qui da noi già esisteva un forte divario di genere nel mercato del lavoro. Tutto ciò si traduce in un calo dei consumi interni  che si ripercuote proprio sui “nostri” settori già citati. E’ un circolo vizioso, innescato dal fatto che su questi temi è stato fatto ancora pochissimo, con gravi effetti sul sistema economico e produttivo complessivo”.

Da parte dei governi che si sono susseguiti manca attenzione alle politiche a sostegno dell’imprenditoria femminile quale fattore decisivo per innescare crescita del paese: “La ripresa da questa fase così difficile per il nostro Paese passa soprattutto dalle donne, si tratta di una componente fondamentale della nostra economia. Se non si agisce subito e in modo mirato la conseguenza è una recessione economica più profonda e persistente – sottolinea Barbara Ferrari – Per questo come associazione di categoria stiamo lavorando sul piano nazionale anche su questo fronte: senza un piano di investimenti sull’imprenditorie e occupazione femminile l’intero Paese rischia di non ripartire”.