Con l’approvazione da parte del Consiglio comunale delle linee di indirizzo, è iniziato il percorso per la redazione del Piano del verde del Comune di Modena, uno strumento nuovo per pianificare e gestire in modo integrato il verde cittadino.
La delibera, presentata dall’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi nella seduta consiliare di venerdì 4 dicembre, è stata approvata con il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica) e del M5s. Astenuti Lega Modena, Forza Italia e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia.
Come ha evidenziato l’assessora nella presentazione, con il nuovo Piano “parchi, giardini, aree verdi e di forestazione, nell’ottica del prossimo Piano urbanistico generale, diventano una vera e propria infrastruttura della città”.
Alla base del Piano c’è l’intento di migliorare gli strumenti di gestione dello straordinario patrimonio di verde di cui Modena è già dotata, passando dall’attuale pianificazione del verde, legata a un approccio quantitativo e a una funzione prevalentemente ricreativa e ornamentale, a un approccio qualitativo in un’ottica di salute e benessere delle persone e della città. Il Piano, dunque, sarà uno degli strumenti a disposizione dell’Amministrazione per rendere Modena una città green, sana e antifragile, una delle cinque strategie cardine per lo sviluppo della città che sono alla base del nuovo Pug.
Le linee di indirizzo del Piano sono state redatte in conformità con le nuove leggi nazionali e regionali, che richiedono che il tema del verde sia affrontato in modo sistematico, e nell’ambito del percorso di allineamento agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 già intrapreso dal Comune.
Il Piano è la cornice strategica all’interno della quale troveranno spazio il censimento del verde cittadino, che richiederà circa un anno di tempo per essere completato, il regolamento per la gestione delle diverse situazioni d’uso del verde, che sarà redatto nel frattempo, e, in prospettiva, la definizione di un quadro programmatico degli interventi di forestazione urbana.
Il censimento riguarderà l’ubicazione delle aree verdi, la ricognizione delle specie botaniche presenti, la rilevazione delle caratteristiche del patrimonio arboreo e arbustivo pubblico e la descrizione delle caratteristiche e delle forme di utilizzo delle diverse aree. Il regolamento riguarderà il verde urbano, sia pubblico che privato (che per molti aspetti viene considerato come bene collettivo), le formazioni arboree e arbustive lineari, la rete ecologica territoriale, cioè le connessioni tra il verde urbano, gli ambiti naturali, come le aree fluviali e le aree protette, e il sistema del verde rurale. Il quadro programmatico è l’ambito nel quale saranno progettati i nuovi boschi, il paesaggio, le nuove connessioni ecologiche e i corridoi verdi. L’obiettivo di realizzazione del Piano è dare forza a una infrastruttura verde senza soluzione di continuità tra territorio urbano ed extraurbano grazie a uno strumento per la corretta progettazione, tutela e cura del verde esistente a seconda delle diverse finalità delle aree verdi. Uno strumento che permette di coordinare le scelte strategiche del verde, pianificare il verde di cessione pubblica per facilitarne la progettazione e l’attuazione, assumere un piano di gestione per le aree boscate esistenti e individuare le aree disponibili per realizzare nuovi boschi e piantumazioni.
IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE
“Il Piano del verde è un atto strategico per la Modena del futuro che si integra con il Pug ed è coordinato con gli interventi di rigenerazione urbana e con gli altri piani per una città sostenibile, competitiva e solidale che delineano una visione della città al 2050: dal piano digitale al welfare, dalla scuola alla cultura, guardando oltre l’emergenza sanitaria”. Lo ha chiarito il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo in Consiglio comunale, nel dibattito che ha preceduto l’approvazione delle linee di indirizzo del Piano del verde. “Il paesaggio e il verde – ha proseguito – in un territorio comunale che per l’81 per cento è non sigillato, sono elementi che danno valore alla città non in una visione bucolica ma per una strategia ambientale di vita e bellezza per una Modena che cresce”.
Aprendo il dibattito, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha affermato che il Piano è convincente perché contiene un cambiamento di visione che porta a considerare il verde da decorativo o compensativo (“concetto orribile”) a organico alla città. La consigliera, quindi, ha messo in evidenza le parole del piano “significative per il cambiamento proposto come foreste urbane, qualità invece di quantità, infrastruttura verde, nodi ecologici. Ci sono azioni, nel passato e in corso, che confliggono con queste linee guida ma vogliamo dare credito che il rovesciamento di prospettiva indicato sarà messo in pratica”.
Per il Pd, Stefano Manicardi ha ricordato che “Modena ha un importante patrimonio di verde da gestire e il Piano rivoluziona l’idea del verde che si è avuta finora e che ha creato anche qualche problema e propone un’azione finalizzata a migliorare la città presente e futura”. Il consigliere si è soffermato sulla programmazione del parco rurale di Marzaglia che rilancia l’esperienza del bosco, importante per l’aspetto ambientale, di convivenza e anche come barriera naturale nei confronti dell’autodromo”. Diego Lenzini ha sottolineato che il piano in discussione “fa parte di una strategia che ridisegna la città, cominciata già nella scorsa legislatura con l’avvio del percorso del Pug”. Il capovolgimento di prospettiva, ha detto, “è evidente: il verde passa dall’essere progettato come ‘isola’ intorno a un’area residenziale a essere pianificato come ‘corridoio’ che attraversa la città e diventa un’infrastruttura che affianca e non è al seguito degli interventi edilizi”. Lenzini ha anche ringraziato i volontari del verde che svolgono un lavoro importantissimo per la gestione del verde.
Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha apprezzato in particolare “l’attenzione all’aspetto qualitativo del verde, diversamente dal passato quando ci si concentrava solo sulla quantità, con un approccio che ha creato qualche problema”. Dopo aver ribadito la necessità di aumentare la superficie permeabile della città (“o almeno di mantenerla invariata”), il consigliere ha ricordato il lavoro dei tecnici comunali per il monitoraggio degli alberi: “Gli abbattimenti dispiacciono sempre, ma sono conseguenza di controlli e analisi mirate su alberi all’apparenza sani ma che in realtà sono malati”.
“Il verde è stato a lungo considerato un elemento secondario di cui occuparsi solo sotto il profilo della manutenzione” ha detto Paola Aime (Verdi). “Oggi, per fortuna, l’approccio è cambiato anche grazie all’Unione europea e all’Agenda 2030 e il piano del verde si sviluppa lungo binari paralleli di ambiente e urbanistica con un approccio integrato che fa assumere al verde un valore centrale sia nel territorio urbano che extraurbano e la nostra città ne guadagnerà in salubrità e bellezza”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha motivato il voto di astensione giudicando “più opportuno per esprimere un giudizio aspettare i passaggi successivi e proposte più concrete, apprezzando il contenuto del Piano”.
Anche Alberto Bosi (Lega Modena) ha “valutato positivamente” il Piano ma, ha detto, “non possiamo non notare alcune incongruenze tra parole e fatti, tra promesse e realtà, come accede per l’inceneritore. Valuteremo quindi di volta in volta i provvedimenti concreti a favore dell’ambiente”.