Da giovedì 5 novembre gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto situati nell’area del centro storico di Modena, delimitata dalle mura cittadine, dovranno restare chiusi dalle ore 21 alle ore 5 del giorno successivo. Inoltre, nei medesimi orari devono essere chiusi in tutta la città gli esercizi che prevedono come unica modalità di vendita quella attuata tramite distributori automatici, in quanto luoghi di potenziale assembramento non vigilato.

Lo stabilisce l’ordinanza che individua “Ulteriori misure temporanee ed urgenti volte al contenimento della pandemia da Covid-19”, firmata dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli dopo la pubblicazione del nuovo Dpcm del Governo che consente dalle 22 gli spostamenti solo se motivati da esigenze lavorative e motivi di salute e conferma la cessazione, già in vigore da alcuni giorni, delle attività dei servizi di ristorazione dopo le 18, con l’obiettivo di evitare che il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico dia luogo ad assembramenti in una fascia oraria in cui il centro storico, per effetto delle limitazioni in atto, è scarsamente frequentato.
L’ordinanza, quindi, va a rafforzare la prevenzione sul territorio, per evitare cioè che il consumo di cibi e bevande nei pressi degli esercizi di vicinato, e ancor più dei distributori automatici dove non è prevista alcuna forma di controllo da parte del gestore, possa dar luogo ad assembramenti.
Il provvedimento nasce anche in considerazione delle numerose segnalazioni giunte da parte dei cittadini relativamente a comportamenti contrari alle disposizioni contro la diffusione della pandemia, che si verificano proprio nei pressi degli esercizi di vicinato. D’altra parte, i controlli e le verifiche della Polizia locale a più riprese hanno confermato la tendenza di più persone a consumare bevande alcoliche su luoghi pubblici, come piazze e spazi, soprattutto nelle vicinanze di negozi di vicinato dove è possibile rifornirsi con facilità, al punto che, talvolta, la normale vocazione di un’attività che dovrebbe consistere nell’offerta di prodotti alimentari ai residenti, viene snaturata al punto che l’offerta di alcolici è predominante rispetto a quella dei prodotti alimentari.
Il mancato rispetto di quanto previsto dall’ordinanza, che resterà in vigore fino al 31 gennaio 2021, sarà punito con una sanzione amministrativa di 400 euro, a cui potrà essere applicata la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni, mentre all’atto dell’accertamento della violazione potrà essere disposta la chiusura provvisoria per 5 giorni.