Quest’anno, infatti, il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a Filippo Diaco, già Presidente delle Acli provinciali di Bologna. Premiato ex aequo con Margaret Archer, inglese e già Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, nella motivazione della giuria si legge  come “entrambe queste figure di laici, seppure in contesti e con ruoli diversi, hanno avviato un cambiamento interno alla società in risposta all’urgenza della liberazione delle vittime di tratta: l’una aprendo una struttura di accoglienza per donne, a sue spese non avendo un riconoscimento del governo inglese, l’altro spronando all’interno delle Acli un’attenzione nel reinserimento sociale delle donne migranti vittime di violenza e di tratta”.

In particolare, “Filippo Diaco è un giovane laico attivo nelle Acli di Bologna, in qualità di  Vice Presidente provinciale, con un’attenzione alta per l’educazione delle giovani generazioni su questo tema a partire dall’esperienza degli sportelli di consulenza delle Acli, delle attività di sensibilizzazione e impegnato a livello sociale e politico, in un confronto aperto con la città”.

«Sono stupito ed orgoglioso di questo inaspettato riconoscimento» ha detto Filippo Diaco, raggiunto dalla notizia. «Il premio è, in realtà, per tutte le Acli di Bologna. Da diversi anni, ormai, i nostri sforzi progettuali e di innovazione sono orientati all’inclusione sociale e lavorativa delle donne fragili, siano esse straniere, vittime di tratta o di violenza. Molte sono, ormai, le attività dell’Associazione dedicate ad esse, perché crediamo che la vera innovazione sociale passi proprio dal welfare femminile» ha detto il vincitore.

«Con l’Associazione Papa Giovanni XXIII abbiamo condiviso diverse battaglie ed iniziative, negli ultimi anni. Ho grande ammirazione per il lavoro dell’Associazione e del suo fondatore. Le Acli restano a disposizione per lavorare ancora, insieme, per il Bene Comune. A tutta la Papa Giovanni e, in particolare, al Responsabile generale Giovanni Paolo Ramonda va tutta la mia più sincera gratitudine» ha concluso Diaco.