Di fronte ai problemi della sicurezza urbana, i Sindaci delle Città Medie ritengono urgente l’avvio di un confronto aperto col Governo. I Sindaci di Modena, Brescia, Cremona, Padova, Piacenza, Rimini e Verona, hanno intanto sottoscritto un documento che nelle giornata di oggi viene fatto pervenire al Presidente del Consiglio ed al Ministro degli Interni.


“Siamo Sindaci di Città Medie e cioè di quei luoghi dove vive larga parte della popolazione di questo Paese. In questi anni abbiamo maturato idee ed esperienze importanti in materia di sicurezza urbana e su questi temi ora chiediamo al governo di confrontarsi con noi, sulle nostre proposte che, se non altro, hanno il pregio della concretezze derivante dall’esperienza sul campo.
Le città medie, infatti, vivono da tempo le stesse contraddizioni e le stesse criticità delle aree metropolitane, con la differenza che proprio le dimensioni dei nostri centri hanno a volte consentito di individuare anche delle soluzioni e non solo dei problemi: nelle città medie si sono firmati i primi Contratti di sicurezza, nelle città medie si sono sperimentate forme di forte integrazione tra le forze di polizia, nelle città medie la risposta non è mai stata solo quella della repressione, così come non si è indugiato sulla prevenzione solo teorica o sul valore taumaturgico degli interventi sociali. Si è, in sostanza, andati molto oltre la normale e dovuta collaborazione tra istituzioni e si sono messe in atto vere e proprie politiche integrate tra soggetti diversi tra loro.
Nelle nostre realtà, il tema della sicurezza della città e dei cittadini è sempre stato affrontato nella sua complessità e quindi tentando di tenere insieme tutti i fattori che concorrono a creare nei cittadini la percezione individuale e collettiva di insicurezza.
E’ questo il patrimonio di esperienza che vogliamo condividere col resto del paese e sul quale crediamo sia il momento di aprire un confronto aperto col Governo: noi intendiamo la sicurezza come insieme di elementi che riguardano più in generale la qualità della vita delle persone. Quindi la lotta alla criminalità diffusa ed a quella organizzata, ma anche un forte recupero della legalità nei comportamenti quotidiani, il rispetto delle regole della convivenza civile, il senso civico che ha sempre caratterizzato il modo di essere cittadini delle nostre comunità.
Al Governo non chiediamo nulla a scatola chiusa, ma solo di venire a vedere e di decidere insieme a noi quali misure adottare di fronte ai problemi nuovi che la società si trova a dover affrontare, compreso il confronto sulle necessarie modifiche normative, a partire dalla p.d.l. presentata ai due rami del parlamento e frutto di una condivisione ampia del sistema delle autonomie locali.
I nostri cittadini non capirebbero se l’attenzione del governo, in materia di sicurezza, dovesse concentrarsi quasi esclusivamente sulle aree metropolitane. Siamo pronti a discutere di come impiegare e razionalizzare le risorse disponibili, tutte le risorse, quelle messe in campo dal Governo e quelle impiegate dalle autonomie locali, ma la questione non può essere posta solo in termini di risulta, di fronte al fatto compiuto di decisioni già prese.
Il nostro interesse, quello dei nostri cittadini, è di avere Istituzioni che collaborano, a tutti i livelli, nella dimensione locale e nel rapporto tra questa ed il Governo nazionale: i nuovi Contratti di Sicurezza, sono il primo passo verso un processo di integrazione che sempre più deve caratterizzare la nostra azione di governo del territorio; coi contratti ognuno saprà meglio quello che deve fare e con chi, soprattutto si avrà ben chiaro il fabbisogno di uomini e mezzi tra le diverse realtà; si potranno anche adottare strumenti normativi più aderenti alle necessità reali delle comunità e degli operatori. Sono pertanto un importante strumento di regolazione delle relazioni tra centro e periferia e sarebbe un grave errore politico considerarli un mero atto burocratico-amministrativo venuto a scadenza e da rinnovare in modo meccanico. Al contrario, l’auspicio è che i contratti finora sottoscritti e che hanno contribuito ad innovare le politiche di sicurezza in Italia, evolvano in reali strumenti di governo della sicurezza urbana a livello locale attraverso l’individuazione condivisa di obiettivi, priorità di intervento, risorse da mettere in campo.
Noi siamo pronti al confronto, nei termini e nei tempi (brevi) che la gravità della situazione impone a chi detiene importanti responsabilità di governo, a livello locale e nazionale”.

(Sindaco di Modena, Giorgio Pighi – Sindaco di Brescia, Paolo Corsini – Sindaco di Cremona, Giancarlo Corada – Sindaco di Padova, Flavio Zanonato – Sindaco di Piacenza, Roberto Reggi –
Sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli – Sindaco di Verona, Paolo Zanotto)