«I luoghi di culto che possono garantire un distanziamento sociale e condizioni di sicurezza adeguate, devono poter essere aperti e fruibili, nei limiti disposti dalle autorità sanitarie, ma nella pienezza della propria autonomia». Lo ha affermato Gian Domenico Tomei, presidente della Provincia di Modena, a proposito delle recenti disposizioni del Governo sulla fase 2, che non prevedono la riapertura degli edifici di culto.
«Mi sono personalmente attivato in queste ore, presso la Regione – prosegue Tomei – affinché si trovi una soluzione che consenta ai tanti fedeli nelle nostre comunità di poter vivere la propria fede, e alle parrocchie di svolgere la loro azione pastorale».
Sul tema era intervenuta anche la Cei, Conferenza episcopale italiana, che in una nota dello scorso 26 aprile ha richiamato la presidenza del Consiglio e il Comitato tecnico-scientifico a distinguere tra la responsabilità dello Stato nel disporre precise indicazioni sanitarie e quella della Chiesa, chiamata ad organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte.
«Nell’interlocuzione di queste settimane, la Chiesa ha accettato le limitazioni governative con grande responsabilità, ora occorre avviare una fase nuova che consenta una riapertura laddove particolari condizioni lo permettano. In un periodo in cui dovremo convivere col virus – conclude Tomei – dobbiamo poter nutrire la fede delle nostre comunità».