L’imprenditore agricolo Carlo Piccinini, vice presidente della Cantina di Carpi e Sorbara, è stato confermato presidente di Confcooperative Modena. È stato eletto ieri sera al termine dell’assemblea congressuale che si è tenuta all’azienda agricola Leonardi a Magreta di Formigine. Piccinini, che era stato eletto la prima volta il 15 gennaio 2016, resterà in carica per i prossimi quattro anni.
«La cooperazione tradizionale (agroalimentare e produzione e lavoro) sta soffrendo, mentre è più in salute quella dei servizi alla persona e alle imprese», ha detto il presidente di Confcooperative Modena tracciando un quadro in chiaroscuro delle 187 cooperative aderenti, che hanno 33 mila soci, danno lavoro a 5 mila persone (per due terzi donne) e fatturano complessivamente quasi 700 milioni di euro.
«Per l’agroalimentare il 2019 non è stato positivo – ha detto – Per Parmigiano Reggiano e Lambrusco le quotazioni non sono sufficienti per remunerare i produttori. Soffrono anche i cereali e soprattutto la frutta, a causa della cimice asiatica, per contrastare la quale siamo impegnati a tutti i livelli nella ricerca di soluzioni rapide ed efficaci». A questo proposito Piccinini ha chiesto al presidente della Regione Stefano Bonaccini, presente all’assemblea, di perseguire ogni sforzo, insieme a governo e Unione europea, per vincere questa catastrofica emergenza nazionale.
«Il variegato settore cultura, turismo, sport e quello dei servizi alle imprese è molto vivace ed è più “giovane”, se guardiamo alla data di costituzione delle cooperative e all’età dei cooperatori. Qui – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Modena – ci sono le esperienze più innovative. Basti pensare alla cooperazione sportiva che, grazie alla Scuola di Pallavolo Anderlini, vede Modena come modello nazionale. Anche la cooperazione sociale ormai da alcuni decenni fornisce risposte ai sempre maggiori bisogni di welfare e alla gestione delle fragilità sociali».
Piccinini ha aggiunto che troppo spesso il termine “cooperativa” ha un’accezione negativa. Ha ricordato che Confcooperative, insieme alle altre centrali dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, combatte da tempo contro le false cooperative.
«Per questo non accettiamo che, generalizzando, si criminalizzi a volte l’intero modello cooperativo – ha affermato – Nata quasi 200 anni fa in Inghilterra, la cooperazione si dimostra ancora oggi capace di soddisfare la voglia di impresa. Lo dimostrano le quasi sessanta cooperative “figlie” di Imprendocoop, il nostro progetto ideato per favorire l’occupazione e l’imprenditorialità. Giunto alla sesta edizione, sta aiutando molte persone, soprattutto giovani e donne, a creare start up non per rivenderle al miglior offerente appena decollano, ma – ha concluso il presidente di Confcooperative Modena – per fare business in modo responsabile e diventare “costruttori di bene comune”».