I richiedenti asilo possono iscriversi all’anagrafe del Comune di Calderara di Reno. Lo stabilisce il decreto firmat o lunedì scorso, 10 febbraio, dal Sindaco Giampiero Falzone, che analogamente a quanto fatto nei mesi scorsi da alcuni suoi colleghi emiliano-romagnoli si pone in netto contrasto con ciò che nell’ottobre 2018 aveva previsto il decreto su immigrazione e sicurezza voluto dall’allora Ministro dell’Interno Salvini: il provvedimento, successivamente trasformato in legge, di fatto impedisce l’inserimento nei registri anagrafici dei migranti in attesa del riconoscimento del loro stato giuridico. Questa decisione permette a chi ha richiesto protezione internazionale di trovarsi nelle stesse condizioni di tutti i cittadini che fanno richiesta di iscrizione all’anagrafe: i requisiti verranno valutati dal personale del Comune nello stesso modo per tutti.
“Abbiamo la richiesta di un richiedente asilo – dice il sindaco di Calderara -, e poiché il diritto di uno è il diritto di tutti ho deciso di assumere questa direttiva: la residenza è un requisito fondamentale per la dignità della persona. Pertanto accoglieremo le domande di iscrizione all’anagrafe da parte di chi ha avviato la richiesta di protezione internazionale, domande che verranno esaminate secondo i requisiti previsti per tutti i cittadini. Negare l’iscrizione significherebbe privare queste persone di importanti tutele costituzionali, come quella alla salute, obbligandole a vivere nell’illegalità”.
Il provvedimento, citato il decreto 113 del 4 ottobre 2018 che ha cambiato le disposizioni circa l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, afferma che “il diritto soggettivo all’iscrizione anagrafica è un diritto inviolabile dell’individuo” , e intende quindi “fornire agli Ufficiali dell’anagrafe del Comune di Calderara di Reno le necessarie disposizioni in merito a future richieste d’iscrizione, anche al fine di evitare i costi che dovessero derivare dall’accoglimento da parte del Tribunale di eventuali ricorsi o richieste risarcitorie, ipotesi che potrebbero configurare un danno erariale ”.
Il decreto si pone inoltre sulla strada tracciata dai pronunciamenti dei tribunali di Ancona, Bologna, Ferrara, Firenze e Genova, che tra i mesi di marzo e settembre del 2019 avevano condannato i Comuni ordinando l’iscrizione dei richiedenti ai registri anagrafici e sollevato il dubbio , tra gli altri, di legittimità costituzionale nei confronti del Decreto Salvini: “Con questo provvedimento – spiega il primo cittadino -, viste le innumerevoli sentenze di diversi Tribunali, tra cui Bologna, in qualità di Ufficiale di Governo che sovraintende alla tenuta del registro della popolazione residente ho voluto anche sollevare da ogni responsabilità l’ufficio anagrafe e tutti i lavoratori comunali, ed evitare così, in caso di diniego, cause certe con spese legali e danni a carico del Comune”.