Ieri centinaia di persone, in due diversi momenti della giornata, al mattino a Pavullo, al pomeriggio a Sassuolo hanno partecipato con grande trasporto all’ultimo saluto a Padre Sebastiano Bernardini.

La notizia della sua morte è iniziata a circolare dalle prime ore della mattina di domenica. In questi giorni sui media, sui social e per le strade di Sassuolo sono state centinaia le riflessioni i pensieri di ricordo affettuoso per un uomo unico e straordinario che ha lasciato un segno profondissimo ed indelebile nella nostra Sassuolo.

L’ho incontrato da bambino in quella grandiosa epopea che è stata la “San” dopo molti anni, ho avuto la gioia e l’onore di far parte del comitato di beatificazione dei suoi genitori, i venerabili Sergio Bernardini e Domenica Bedonni.

Sulle sue doti di vulcanico e straripante uomo d’azione capace di costruire meraviglie in ogni campo dove poneva la sua inesauribile energia, si è detto e scritto tanto.

Tutti pensieri e riflessioni molto belle che condivido e apprezzo ovviamente, ma vorrei aggiungere quello che ho capito e visto vivendo insieme a lui ed al comitato alcuni pezzi di vita che me lo hanno fatto conoscere in profondità.

Nel raccontarci dei suoi genitori delle sue otto sorelle di cui sei suore tutte missionarie sparse nei cinque continenti, nel vedere il rapporto di affetto, tenerezza e profondissimo rispetto con suo fratello Padre Germano, ho capito l’ampiezza e l’immensità della sua Fede. Indistruttibile perché forgiata sull’esempio di due sposi che hanno vissuto ad un’altezza vertiginosa tutte tre le virtù teologali. La speranza che gli permetteva di affrontare ogni sacrificio materiale e spirituale e di vedere come dono a Dio la partenza delle proprie figlie per servire la Chiesa e portare la gioia di Cristo a chi ancora non lo conosce. La fede sublimata in un amore purissimo per l’adorazione del Santissimo, la Messa quotidiana e una devozione a Maria nutrita dalla recita della corona del rosario. La carità che scaturiva come naturale e coerente agire nel quotidiano con tutte le persone e in ogni circostanza.

Fede, speranza e carità sono state la trama di tutta la vita di Padre Sebastiano. La prima ha generato la seconda che ha prodotto opere in cui la terza ha moltiplicato i benefici per centinaia di uomini e donne di ogni età e ceto sociale.

Persone famose, calciatori, cantanti, personaggi dello spettacolo per lui erano fratelli e sorelle a cui donarsi come le tantissime persone normali alle quali riservava la stessa “dose” di entusiasmo, passione e travolgente voglia di vivere e di fare qualcosa di bello e di grande.

“Siamo grandi” era uno dei suoi motti preferiti che spesso diceva anche in ambito calcistico. Ho capito che la grandezza cui si riferiva non aveva nulla della superbia o della vanagloria di chi vuole affermarsi per prevalere, ma era purissima intenzione di dare fiducia alla provvidenza per realizzare qualcosa in grado di portare sollievo e beneficio alle persone.

La sorgente originaria che ha reso tutto questo così bello e grande è stata la sua umiltà. Sì, la sua umiltà profonda e vera, genuina e radicata nella consapevolezza dei tanti talenti straordinari ricevuti. Talenti che ha messo sempre a disposizione delle diverse avventure che ha intrapreso e puntualmente realizzato con tenacia e determinazione, dove il fine ultimo – purificato nel crogiolo della vera umiltà – è sempre stato il servizio a Dio e alla Sua Chiesa che amava perdutamente.

Umiltà e amore filiale alla Madonna innestate in un carattere dove entusiasmo energia e stupore adolescenziale, facevano il paio con un’intelligenza una presenza di spirito ed un’ironia di uguale livello, sono stati a mio modesto parere la robusta corda che ha legato la sua vita tutti quelli che l’anno amato. E sono stati tantissimi.

Mi diceva spesso che Sergio e Domenica da lassù lavorano ininterrottamente e “operano” per il bene di tanti. Di questo ne sono certo come che il 25 dicembre è Natale.

Ora che anche Tu sei con loro noi abbiamo una certezza ancora più solida e sicura che ci aiuterà a lenire la tristezza di non averti più fisicamente qui con noi.

L’enormità delle cose che hai fatto, hanno lasciato un solco ed una traccia che da oggi in poi non potranno che generare luce e bellezza, frutto dell’assoluto Amore che la tua vita pienamente realizzata ha portato in quella di tutti noi.

Grazie Padre Sebastiano.

Corrado Ruini