In Italia, nei primi nove mesi del 2002, è stata registrata una forte crescita della conflittualità del lavoro. Le ore perdute per scioperi, secondo
l’ Istat, sono ammontate a 25 milioni e 361 mila rispetto ai 4.404.000 dei primi nove mesi del 2001. Il forte aumento della conflittualità è da attribuire al peso degli scioperi ‘politici’, che hanno visto la partecipazione di circa 3.890.000 lavoratori e comportato la perdita di quasi 23 milioni ore di
lavoro.


Anche in Emilia-Romagna il fenomeno è apparso in forte espansione. Secondo l’ Ufficio studi di Unioncamere, da 741.000 ore di lavoro perdute da gennaio a settembre 2001, tutte dovute a conflitti originati dal rapporto di lavoro, si è passati a 4.652.000 ore nello stesso periodo del 2002. Il sensibile aumento delle ore perdute è da attribuire soprattutto a due scioperi ‘politici’: quello dopo l’ assassinio del prof. Marco Biagi e quello contro la modifica dell’ articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. I partecipanti sono quasi decuplicati,
passando da 89.695 a 841.599. Il numero dei conflitti è invece sceso da 64 a 61. Se si rapporta il numero dei partecipanti a quello dei lavoratori dipendenti (circa 1.284.000, dato relativo alla media dei primi sette mesi), ne discende una percentuale pari al 65,6%, molto più elevata rispetto a quella del 7,3% dei primi nove mesi del 2001.