Sempre più spesso la clonazione dei dati identificativi e l’alterazione dei documenti di circolazione consente alle organizzazioni criminali la reimmissione sul mercato di veicoli di provenienza illecita perché provento di furto o anche di appropriazione indebita. Le azioni delittuose il più delle volte sono portate a termine sul territorio nazionale ma di certo non meno significative sono quelle in cui l’ “approvvigionamento” del veicolo avviene all’estero.
Sul fenomeno, negli ultimi tempi, a conclusione di uno specifico monitoraggio sul territorio regionale, la Polizia Stradale, anche attraverso il lavoro delle Squadre provinciali di Polizia Giudiziaria, ha avviato verifiche a tappeto sulla documentazione acquisita all’atto delle immatricolazioni di veicoli provenienti dall’estero dalle Agenzie e dalle locali Motorizzazioni civili. L’azione di contrasto si è particolarmente rafforzata anche grazie alla collaborazione tra i collaterali uffici di Polizia e al supporto delle banche dati che coinvolgono anche le case costruttrici.
Moltissime le pratiche al vaglio degli investigatori dalle quali stanno emergendo tecniche truffaldine utilizzate dalle organizzazioni criminali. Il lavoro degli operatori delle squadre di Polizia Giudiziaria è altamente professionale, non si limita alla semplice verifica documentale, ma ogni anomalìa riguardante i dati identificativi viene sottoposta al controllo di personale esperto per ulteriori accertamenti tecnici sul veicolo che, con assoluta certezza, riconducono alla sua reale identità.
Si tratta in gran parte di veicoli rubati o appropriati indebitamente in Italia o all’estero i cui dati identificativi vengono abilmente alterati ricalcando quelli di veicoli circolanti in altri Paesi, da cui solitamente provengono i documenti di circolazione utilizzati per l’immatricolazione. Altre volte invece, per rinnovare l’identità del veicolo, vengono utilizzati documenti rubati in bianco. Le pratiche truffaldine raffigurano il classico caso di un clone: una vettura circola contestualmente in due paesi, e organizzazioni criminali specializzate si occupano di tutto, dal procacciamento del veicolo all’alterazione dei dati, alla fornitura dei documenti per il restyling totale del veicolo. Talvolta invece una unica organizzazione gestisce tutto il riciclaggio.
Nel 2017 di tutti i veicoli di provenienza estera immatricolati in Emilia Romagna, il 30% proveniva dalla Germania, il 29% da San Marino e circa il 10% dalla Spagna. I tre paesi insieme rappresentavano il 64% delle pratiche di nazionalizzazione richieste, mantenendo sostanzialmente invariate queste quote nel 2018.
Dal 2017 al primo semestre 2018 la Polizia Stradale in Emilia Romagna ha controllato 1.237 fascicoli per l’immatricolazione di veicoli provenienti dall’estero. Per 61 di essi si è proceduto al sequestro per irregolarità o incongruenze nella documentazione depositata agli atti. Sono stati inoltre sequestrati 18 veicoli e denunciate 14 persone per ricettazione, riciclaggio e utilizzo di falsa documentazione.
Spesso un prezzo all’apparenza conveniente, ma assai al di sotto di quello di mercato, invoglia ad acquistare l’autovettura da sempre agognata. Dietro queste offerte eccessivamente vantaggiose si potrebbero celare delle truffe, con il rischio di perdita dell’autovettura e del denaro versato.
È consigliabile procedere con cautela nell’acquisto di un veicolo, rivolgendosi a venditori affermati sul mercato. Inoltre, è opportuno prestare la massima attenzione agli acquisti in rete, verificando sempre; con molta attenzione, la documentazione che viene fornita.
Ogni passaggio può essere affrontato, in maniera più agevole, con l’ausilio di studi di consulenza automobilistica autorizzati.
In caso di sospetti circa l’illegittima provenienza del veicolo, ci si potrà rivolgere senza indugio alla Polizia Stradale.