Bologna continua a crescere: si conferma la capacità di attrarre nuovi residenti che arrivano soprattutto da altri Comuni italiani, in particolare dal sud Italia e dalle isole, elevate le nascite anche se in leggera flessione. Sono alcuni degli elementi emersi nello studio dell’Ufficio di Statistica del Comune di Bologna sulle tendenze demografiche nel primo semestre del 2019.
“Ci preoccupiamo della crescita zero dell’economia italiana certificata dall’Istat – sottolinea l’assessore al Bilancio Davide Conte – ma la vera sfida per l’Italia è la recessione demografica. Sfida che a Bologna confermiamo di vincere. Non si tratta solo di una percezione, ma i dati del primo semestre ci rincuorano: la popolazione cresce, gli indicatori di nascite, nuove famiglie, nuovi residenti sono positivi per Bologna e ci dicono che la città è in salute e in controtendenza con la media italiana. Si mantengono elevate le nascite e a Bologna non si sta ancora manifestando quel calo accentuato che si sta verificando a livello nazionale, aumentano i nuclei familiari e cresce la capacità di attrarre nuovi residenti che arrivano soprattutto da altri Comuni italiani. Si tratta di indicatori e numeri importanti da tenere in considerazione nelle scelte del bilancio 2020 che da settembre inizieremo a redigere. Se vogliamo che la popolazione continui a cresce in modo equilibrato occorre da un lato investire sempre di più su servizi, progetti e cura della famiglia e dall’altro porre una attenzione particolare proprio ai giovani della nostra città”.
Oltre 391.000 residenti in città
La popolazione residente a Bologna al 30 giugno 2019 è a quota a 391.620 abitanti (+0,4% in un anno pari a circa 1.400 persone in più) e si conferma così la tendenza di fondo di una lieve ma costante crescita. Il saldo migratorio è positivo per 1.943 unità e supera il valore sempre negativo del saldo naturale (nati-morti), pari a -959 unità.
Il quartiere Porto–Saragozza è al primo posto per numero di residenti (69.653), seguito da Navile (69.461) e da San Donato-San Vitale (66.380). Il quartiere Savena è il fanalino di coda (60.024). Il bilancio demografico è lievemente in attivo in tutti i quartieri, con Navile che registra un incremento superiore alla media (+0,8%; +530 residenti rispetto a giugno 2018). La variazione media cittadina del +0,4% registra però un rallentamento del centro storico, che cresce lievemente meno (+0,2%) e conta 53.357 residenti alla fine del primo semestre di quest’anno.
Lieve calo di nascite e decessi
I nati nei primi sei mesi del 2019 sono 1.448, con un lieve calo, sono 62 in meno (-4,1%) rispetto allo stesso periodo del 2018. La natalità rimane comunque sui valori di fine anni ’70, relativamente elevati per la città di Bologna. I bambini nati fuori del matrimonio sfiorano ormai il 40% (in complesso 570), mentre sono 878 i bambini nati da coppie coniugate (60,6% del totale).
Nei primi sei mesi dell’anno sono appena 131 i bambini residenti nati fuori città, pari al 9% del totale delle nascite.
Quanto ai decessi, nel primo semestre 2019 prosegue la tendenza alla riduzione della mortalità, pari al -0.9%. Complessivamente nei primi sei mesi del 2019 i decessi sono stati 2.407, 23 in meno rispetto all’analogo periodo del 2018.
Arrivi e partenze
Il saldo migratorio si conferma ampiamente positivo (+1.943 unità). Nella prima metà del 2019 i flussi migratori si sono lievemente intensificati. A livello complessivo (comprese le regolarizzazioni tramite iscrizioni e cancellazioni d’ufficio) nei registri dei residenti in città sono stati iscritti 8.780 nuovi cittadini (mediamente quasi 1.500 ogni mese). Elevati, anche se di entità inferiore, i flussi in uscita: 6.837 persone non più residenti in città sono state cancellate dall’anagrafe (in media 1.140 cancellazioni al mese). Sette nuovi residenti su dieci, nel primo semestre 2019, sono cittadini italiani (in complesso 6.155), mentre i cittadini stranieri rappresentano il 29.9% dei nuovi residenti. Analizzando la provenienza dei movimenti migratori effettivi, al netto quindi delle registrazioni d’ufficio, nella prima metà del 2019 si è registrato un flusso dall’estero che costituisce il 17,7% dell’immigrazione in città, mentre 8 immigrati su 10 provengono da altri comuni italiani; in particolare un quarto proviene dall’area metropolitana bolognese (25,2%) e oltre un quarto dal Meridione e dalle isole (29,8%). Il saldo migratorio è ampiamente positivo ed è determinato in particolare da un bilancio in attivo con l’Italia meridionale e insulare (+1.912 unità) che supera quello con l’estero (+770 persone), confermando la capacità attrattiva di Bologna che riceve abitanti dalle altre regioni e dall’estero. Contestualmente la città ha con i comuni vicini un intenso scambio di residenti sia in entrata sia in uscita, che dà luogo a livello provinciale nella prima metà dell’anno a un bilancio negativo di 875 residenti.
Popolazione straniera stabile, in città sono presenti 150 nazionalità
Gli stranieri residenti in città al 30 giugno 2019 sono complessivamente 60.463 e costituiscono il 15,4% della popolazione di Bologna (15% fra i maschi e 15,9% fra le femmine). Le donne sono la maggioranza (32.738 contro 27.725 uomini), anche se notevoli differenze si riscontrano ancora tra le varie nazionalità, con una spiccata prevalenza femminile tra quelle dell’Europa orientale e maschile tra i cittadini del medio ed estremo oriente, nonché dell’Africa centro-settentrionale. Gli stranieri in città abitano soprattutto attorno al centro storico, in particolare nella periferia nord. Navile con 15.124 cittadini stranieri è il quartiere più multietnico; la presenza più contenuta si registra nella circoscrizione Santo Stefano con 7.217 residenti non italiani.
Gli stranieri che vivono sotto le due torri sono soprattutto europei (42,3%) e cittadini dell’Asia (36,7%), e la loro composizione è molto eterogenea: a Bologna sono presenti infatti 150 nazionalità. Quelle più rappresentate sono la Romania con oltre 10.000 abitanti, le Filippine (5.075) e il Bangladesh (5.033); in quarta posizione il Pakistan (4.189) e in quinta la Cina (3.926). Seguono l’Ucraina (3.820) e il Marocco al settimo posto con 3.623 residenti. Vi sono poi dall’Europa dell’est, 3.541 residenti della Moldova e 2.602 dell’Albania.
Famiglie in lieve crescita
Le famiglie al 30 giugno 2019 sono 208.659, ben 1481 nuclei in più rispetto a un anno prima. Le risultanze anagrafiche tendono talvolta a mascherare l’effettiva situazione familiare, in particolare per quei segmenti della popolazione in cui la presenza di famiglie unipersonali e di coabitazioni, anche fittizie, può risultare significativa. Per questo motivo nello studio si fa riferimento non solo alla famiglia anagrafica ma anche al “ménage”, vale a dire all’insieme delle persone che condividono la stessa abitazione e che appartengono a una sola famiglia o a più famiglie coabitanti.
I ménages al 30 giugno 2019 sono 185.608, l’11% in meno rispetto al dato delle famiglie anagrafiche. La presenza di numerose coabitazioni, che interessano oltre 23.000 famiglie, ha come conseguenza che, a fronte di una dimensione media familiare anagrafica pari a 1,86 componenti, l’effettivo numero medio di persone che vivono nello stesso alloggio risulta più elevato (2,09). Tra le famiglie, i nuclei unipersonali si confermano di gran lunga i più numerosi (109.056), pari a oltre la metà delle famiglie bolognesi; 52,3%). Spesso però comprendono situazioni in cui più famiglie anagrafiche condividono l’alloggio con altre; se si analizzano infatti i ménages, che forniscono un’immagine più vicina alla realtà, la prevalenza dei “single” risulta assai meno accentuata. Le persone effettivamente sole (che non coabitano cioè con altri nuclei familiari) sono circa 75.900 (quasi il 30% in meno rispetto al totale delle famiglie unipersonali anagrafiche) e rappresentano il 40,9% dei ménages residenti in città. Quasi un terzo dei ménage è costituito da due persone (30,5%), mentre le coabitazioni di tre persone che vivono nello stesso alloggio sono il 15,2% del totale.
Hanno detto “sì” 407 coppie, 21 sono unioni civili
Nella prima metà del 2019 sono stati celebrati 386 matrimoni, 36 in meno rispetto al primo semestre 2018. La flessione si è registrata nel primo semestre sia per i matrimoni celebrati in municipio, in totale 311 (-18 riti), sia per le nozze religiose (complessivamente 75; 18 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Nel primo semestre dell’anno sono state inoltre celebrate 21 unioni civili (9 coppie femminili e 12 maschili).
A questo link si può consultare lo studio integrale.