Sono oltre 80 gli studenti provenienti da 5 scuole superiori di Reggio Emilia che questa mattina hanno partecipato, al centro culturale Orologio, all’hackathon sui dati ambientali di Arpae, promosso dal Comune di Reggio Emilia nell’ambito del progetto “A scuola di data journalism”.

Il percorso, costruito in collaborazione con Arpae, Unimore e Ifoa, ha visto l’adesione di studenti e insegnanti dei licei Ariosto Spallanzani e Canossa e degli istituti Pascal e Nobili, e ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi a rendere raccontabili i cosiddetti open data, sviluppando così un approccio scientifico alla notizia. Il data journalism infatti è un approccio giornalistico fondato sull’analisi dei dati (inclusi quelli di amministrazioni e altri enti) analizzati attraverso tecniche informatiche e statistiche, anche in grado di isolare eventuali fake news o ipotesi basate su ragionamenti non corroborati dai dati.

“Questo progetto intende valorizzare le potenzialità dei dati aperti. Siamo convinti che non sia sufficiente dare informazioni di utilizzo sugli open data, altrimenti rischiano di rimanere dati astratti di cui non si comprende bene l’utilità – dice l’assessore all’Agenda digitale Valeria Montanari – Lo sforzo che sta facendo l’Amministrazione con gli altri partner di progetto è quello di calarli nella realtà quotidiana, poiché i dati dicono molto del nostro vissuto nelle città e ci possono aiutare a interpretare nuovi interessi, necessità. Il futuro professionale di tanti di questi ragazzi sarà nei dati e nelle strategie operative che servono a renderli utili: le stime ci dicono che l’Europa produrrà nei prossimi anni 4 milioni di posti di lavoro in professioni che oggi nemmeno riusciamo a immaginarci. Costruire le condizioni perché questi ragazzi possano provare a simulare in modo operativo come si lavorano i dati, capire cosa possono generare e come comunicare le progettualità scaturite dal lavoro di gruppo, crediamo sia una bella sfida che si stanno giocando con tanti coetanei che hanno incontrato per la prima volta su questo progetto, proprio come accade di norma nel mondo del lavoro. L’Amministrazione comunale ci sta investendo molto, convinti che possa essere una buona opportunità per fare esperienza di qualcosa di assolutamente nuovo”.

Secondo lo schema proprio dell’hackaton, durante la mattinata gli 80 studenti sono stati suddivisi in gruppi, ciascuno dei quali è stato chiamato ad analizzare ed elaborare i dati registrati da Arpae dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, le serie storiche relative alla temperatura o alle piogge, i livelli di diffusione dei pollini o altre informazioni rilevanti per approfondire un tema ambientale di loro interesse legato alla qualità dell’aria o all’andamento del clima.

Gli esiti delle analisi sono poi stati fatti confluire in forme narrabili a carattere giornalistico come articoli, prodotti radiofonici, video, infografiche, artefatti digitali, new media art: tutti gli elaborati sono stati infine presentati al termine della mattinata, davanti agli altri partecipanti, agli insegnanti e a un gruppo di esperti di Ifoa.

IL PROGETTO – Il progetto, oltre a far conoscere ai ragazzi gli open data e le loro potenzialità, “A scuola di Data journalism” permette di stimolare capacità di analisi e abilità comunicative lavorando su temi di interesse nazionale e locale. I ragazzi saranno inoltre invitati a ragionare sull’importanza delle fonti, anche in termini di verificabilità delle informazioni e dei dati e di contrasto delle fake news, sviluppando quindi uno sguardo critico e consapevole su quanto presente nel web.

Grazie alla collaborazione con Arpae Emilia Romagna, il progetto “A scuola di data journalism” si concentrerà in particolare sui dati ambientali e meteorologici. Le classi che parteciperanno al progetto potranno quindi analizzare ed elaborare i dati registrati dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, le serie storiche relative alla temperatura o alle piogge, i livelli di diffusione dei pollini o altre informazioni rilevanti per approfondire un tema ambientale di loro interesse legato alla qualità dell’aria o all’andamento del clima.

Gli esiti delle analisi dovranno confluire in forme narrabili a carattere giornalistico come articoli, prodotti radiofonici, video, infografiche, artefatti digitali, new media art, in grado di contribuire al dibattito sulla tutela e la gestione dell’ambiente. I ragazzi saranno guidati dai loro stessi insegnanti, che per questo saranno a loro volta formati da un gruppo di esperti di Ifoa.

Al termine del percorso, che si svilupperà da gennaio a maggio 2018, un comitato tecnico scientifico – tra cui la giornalista di Radio 3 Elisabetta Tola che collabora con il Google News Lab e Stefano Cattani, dirigente informatico del Servizio idro, meteo, clima di Arpa – valuterà gli elaborati prodotti dai ragazzi e selezionerà i migliori: la classe vincitrice sarà premiata con la partecipazione a un evento speciale legato al mondo del giornalismo.

Il progetto, promosso dal Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Arpa Emilia Romagna, Ufficio scolastico provinciale, Ifoa e Unimore, sarà seguito dal blog “Dato che penso. Un approccio scientifico alla notizia” a cura dell’Università di Modena e Reggio: vero e proprio contenitore di notizie multimediali raccolte ed elaborate dai ragazzi, che avrà il compito di raccontare l’avanzamento del progetto che si svilupperà nella seconda parte del percorso in un vero e proprio contest per le scuole che partecipano. Il blog è disponibile all’indirizzo datochepenso.comune.re.it.

GLI OPEN DATA DEL COMUNE – Gli Open Data del Comune di Reggio Emilia sono disponibili sul portale opendata.comune.re.it, in un formato facilmente consultabile ed esportabile, per rendere più trasparente la conoscenza e il governo della città ed essere di utilità per cittadini, stakeholders e imprese. Si tratta di dati liberamente utilizzabili e ridistribuibili, che fotografano Reggio Emilia negli ambiti tra loro più diversi, quali ad esempio la demografia, la mobilità, l’economia, la cultura, l’educazione.

Per promuovere la conoscenza e l’utilizzo degli open data il Comune di Reggio lo scorso anno ha sostenuto diverse iniziative culturali che attraverso le arti, il teatro in particolare, hanno permesso alla città di entrare in contatto con i suoi numeri attraverso percorsi creativi ed esperienziali: lo spettacolo Fatti di Numeri. La vita nei dati della città ideato dal teatro dell’Orsa e l”Open Data event’, promosso dalle associazioni Icarus ensemble e Sinonimia teatro cultura bellezza.

La pubblicazione degli Open data dà seguito a quanto disposto dalla legge 221/2012 in materia di trasparenza e rientra nelle politiche comunali per favorire l’e-democracy e l’e-government, rendendo più efficiente la “macchina amministrativa” e mettendo imprese, cittadini, gruppi di interesse, nelle condizioni di poter avere una lettura numerica e qualitativa delle caratteristiche del territorio in cui vivono, per poi interagire attraverso i dati, e contribuire al suo sviluppo. Tra gli obiettivi del progetto vi è infatti la volontà di innescare meccanismi di innovazione e crescita, grazie all’interoperabilità, cioè alla possibilità di “incrociare” i dati e lavorarli con altri, dal momento che sono a disposizione. Per gli attori economici, l’impiego di open data può rappresentare un considerevole plusvalore in termini commerciali, perché può agevolare lo sviluppo di strumenti e processi innovativi all’interno delle imprese. Il libero accesso ai dati e quindi alla conoscenza del territorio favorisce la nascita di proposte o iniziative da parte di associazioni o singoli perché l’utilizzo di open data offre ai cittadini la possibilità di partecipare attivamente e consapevolmente alla costruzione delle politiche per uno sviluppo condiviso e responsabile del proprio territorio.