In Italia crescono i fatturati del gioco d’azzardo, ma anche i costi sanitari, sociali, relazionali e legali della sua diffusione. La pratica del gioco può esitare in forme di vera e propria dipendenza cui spesso si associano fenomeni di usura e di comportamento illegali che impoveriscono le persone e le famiglie coinvolte.
Per la complessità che caratterizza il trattamento delle persone dipendenti da gioco d’azzardo e le conseguenti implicazioni famigliari e sociali, l’Azienda Usl di Reggio Emilia, in collaborazione con il Centro sociale Papa Giovanni XXIII, organizza al teatro Cavallerizza un Convegno nazionale dal titolo “Il banco vince Sempre: prevenzione e cura del gioco d’azzardo” per favorire il confronto e la riflessione tra professionisti, rappresentanti delle Istituzioni e cittadini.
La Regione Emilia Romagna ha approvato nel luglio 2013 la Legge Regionale 5/2013 “Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate”. Alla Legge ha fatto seguito il Piano integrato di durata triennale che declina gli obiettivi, gli interventi da attuare. Dal 2017 il gioco d’azzardo è stato inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza): il Servizio sanitario pubblico potrà quindi garantire cure gratuite alle persone affette da questa dipendenza. Una scelta che è dettata dal crescente bisogno di aiuto nella popolazione basti pensare che nel 2016 il fatturato complessivo del gioco d’azzardo in Italia ha toccato il record storico di 96 miliardi di euro. Oltre la metà di questa cifra proviene dagli apparecchi (slot machine e videolottery) cui seguono giochi su internet, gratta e vinci, lotto, scommesse sportive e altro. Le “vittime” dirette del gioco d’azzardo, i giocatori patologici, sono stimati tra i 500mila e gli 800mila.
Nel corso del 2016 le persone che si sono rivolte ai Servizi per le Dipendenze Patologiche (SerDP) dell’Ausl di Reggio Emilia con un problema collegato al gioco d’azzardo sono state 143, di cui 84,5% di sesso maschile, con un’età media di 48 anni. Dal 2013 è attivo un programma residenziale breve, specifico per giocatori, denominato “Progetto Pluto”, gestito dall’Associazione Onlus Centro Sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia che accoglie persone inviate dai SerDP intra ed extra regione. In Regione all’interno dei SerDP delle Ausl sono attivi circa 40 punti di accoglienza, valutazione e trattamento dei giocatori patologici e dei loro famigliari che collaborano con gli Enti del privato sociale accreditati già operanti nel trattamento delle dipendenze patologiche. L’elenco dei servizi è disponibile al numero verde regionale 800.033.033. In Regione nell’anno 2015 sono stati trattati 1.310 giocatori d’azzardo con un incremento dell’utenza pari al 155.9% rispetto al 2010. Circa l’80% è di sesso maschile, il 53% è un invio spontaneo e la classe di età più rappresentata è 41-50 anni. In Regione sono attivi Associazioni di Giocatori Anonimi e i Gam-Anon (Associazione di familiari e amici di giocatori compulsivi) tel. centralino nazionale: 340 49 80 895.
“Le storie raccontate dai giocatori patologici che hanno seguito un percorso di cura – spiega la dottoressa Angiolina Dodi direttore del SerT dell’Ausl – evidenziano le molteplici sofferenze causate dalla dipendenza dal gioco, che coinvolgono non solo la sfera personale, ma anche quella famigliare e sociale. E’ quindi importante riflettere con i professionisti su come si possa offrire alle persone e alle loro famiglie un trattamento terapeutico che tenga presente tutti questi aspetti”.
(foto della dott.ssa Angiolina Dodi)