Sono tutti d’accordo i firmatari della convenzione siglata il 18 maggio a Bologna che consentirà agli studenti dell’Istituto Tecnico Statale per Geometri “Angelo Secchi” di Reggio Emilia di eseguire il rilievo architettonico e indagini diagnostiche nel Complesso Episcopale reggiano posto tra piazza Prampolini, via Toschi, piazza s. Prospero e via Vittorio Veneto. Un accordo quasi unico nel suo genere a livello nazionale che, come ha sottolineato il Soprintendente Malnati, “premia ancora una volta il ‘modello Reggio Emilia’, una città capace di promuovere la collaborazione fra istituzioni e fondere formazione e competenze, per sviluppare nuove figure professionali con conoscenze specifiche nelle varie branche dei beni culturali”.

Perché se è vero che il nostro immenso patrimonio culturale deve essere valorizzato è anche vero che per prima cosa deve essere conservato e tutelato “e questo si può fare solo formando addetti preparati, specializzati e appassionati in grado di coniugare la parte tecnico-scientifica a quella umanistica”.

La convenzione è stata sottoscritta da mons. Tiziano Ghirelli, direttore dell’Ufficio per i beni culturali-nuova edilizia della Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, e Maria Grazia Diana, Dirigente dell’Istituto Tecnico Statale per Geometri “Angelo Secchi” di Reggio Emilia, e siglato da Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

La Convenzione prevede la realizzazione di una serie di rilievi architettonici e indagini diagnostiche che consentano la più ampia conoscenza del Complesso Episcopale: la raccolta sistematica di dati fornirà maggiori nozioni sui corpi di fabbrica e sulla loro evoluzione, costituendo una banca dati dell’intero complesso utile tanto ai fini degli interventi di consolidamento strutturale, restauro e manutenzione del monumento, quanto di interventi preventivi di miglioramento del comportamento alle azioni sismiche. Tra i lavori previsti, il rilievo a laser scanner del Complesso (sia in esterno che in interno), il rilevamento con termo camera dei prospetti esterni (dove raggiungibili) e degli spazi interni necessari per il completamento dell’attività di rilievo, la restituzione di piante, prospetti, sezioni in ambiente CAD, la georeferenziazione del rilievo sul sistema cartografico nazionale, ROMA 40, le indagini diagnostiche non distruttive, la predisposizione del materiale raccolto per l’eventuale inserimento in ambiente WEBGIS e l’analisi e catalogazione dei materiali lapidei artificiali del Complesso.

Posto nel cuore della città, il Complesso Episcopale di Reggio Emilia è da secoli uno dei poli attrattivi dell’intero territorio. Costituito da Cattedrale, Battistero, Episcopio e pertinenze, Palazzo d’Este e Palazzo dei Canonici può ben dirsi la sintesi di diversi valori che investono non solo la sfera ecclesiologica e teologica ma anche quella politica, sociale, urbanistica, architettonica, artistica e ovviamente storica. Pochi ad esempio sanno che fu proprio tra queste mura che nel luglio 1797 Józef Wybicki compose il testo di quello che diventerà poi l’inno nazionale polacco.

L’articolazione dei diversi edifici compone un insieme architettonico che occupa un’area di sedime di oltre 7000 mq, ponendosi come ponte di collegamento ideale tra la piazza principale della città e quella antistante la basilica di San Prospero, patrono della città.

È questo insieme di edifici intimamente connessi tra loro che l’Istituto Tecnico Statale per Geometri “Angelo Secchi” di Reggio Emilia ha scelto come “tavolo di lavoro” per gli studenti impegnati nell’apprendimento delle moderne tecniche di rilevamento degli edifici storici.

Le prime attività didattiche, svolte nel 2015 e nel 2016, si sono concentrate sul rilievo del fronte ovest e su quello dei suggestivi quanto sconosciuti ambienti un tempo destinati a Prigioni Vescovili: per questi lavori gli studenti del “Secchi” hanno ottenuto importanti riconoscimenti nell’ambito di concorsi nazionali riservati alle Scuole per Geometri.

A questo punto del progetto, l’Istituto Scolastico e la Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla hanno voluto strutturare maggiormente questa collaborazione, stilando un atto formale che coinvolgesse sia la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara (organo periferico del MiBACT, competente della tutela e conservazione del bene, referente Maria Luisa Laddago) che il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università degli Studi di Bologna (referente Paola Galetti), attivo nell’ambito della ricerca scientifica e archeologica nel territorio reggiano.

Da qui la firma della convenzione sottoscritta il 18 maggio 2017 nella piena consapevolezza che questa sinergia tra istituzioni possa consentire agli studenti di acquisire non solo conoscenze tecniche specifiche ma anche modalità operative basate sull’interdisciplinarità e sull’apporto dei diversi saperi e competenze.

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Immagine: la firma della convenzione – da sinistra: mons. Tiziano Ghirelli (Diocesi), Maria Grazia Diana (ITS “Secchi”), Luigi Malnati (Soprintendenza) e Paola Galetti (UniBO)