Fisiatri siriani e rappresentanti di Armadilla Onlus sono stati ospiti del Montecatone Rehabilitation Institute di Imola.
L’incontro tra i fisiatri siriani e i professionisti di Montecatone è stato organizzato da Armadilla (Onlus con sede a Roma, attiva in progetti di cooperazione internazionale di aiuto allo sviluppo e di emergenza), come passaggio preliminare per l’elaborazione di un ampio progetto di incremento delle capacità professionali di chi lavora nel campo della disabilità a Damasco, che vede l’interesse sia di Unicef che della rappresentanza della Cooperazione Italiana a Beirut.
Conoscere le attività e il tipo di organizzazione dell’Ospedale di Montecatone nel campo della riabilitazione delle persone con lesione midollare e cerebrale è stato molto rilevante per la delegazione, perché ha permesso di acquisire informazioni su com’è possibile migliorare l’assistenza e la cura nel Centro siriano.
“Questa visita dei rappresentanti del Centro Protesi e Riabilitazione di Damasco è il punto di partenza per creare sinergie più ampie e stabilire un programma futuro che permetta una formazione più omogenea e completa per gli operatori del centro di Damasco” hanno dichiarato i professionisti di Armadilla.
Il programma della giornata ha visto coinvolti per Montecatone, oltre al Presidente Cavina, il Direttore Sanitario Dr. Roberto Pederzini, il primario dell’Unità Spinale Dr. Jacopo Bonavita, il Direttore di dipartimento, Area Critica e Gravi Cerebrolesioni Dr. Gian Piero Belloni, la Dr.ssa Tiziana Giovannini Responsabile Infrastruttura Ricerca & Innovazione, la Dr.ssa Silvia Ranuzzi per l’organizzazione infermieristica e riabilitativa e la Dr.ssa Orianna Monti per il Programma Abilitazione e Vita Indipendente.
L’incontro si è concluso con una visita guidata ai reparti dell’Ospedale di Montecatone.
A dare il benvenuto il Dr. Cavina, Presidente e A.D. di Montecatone: “È un piacere ospitare i colleghi siriani e avere con loro un confronto professionale. A nome di tutta la struttura siamo molto vicini alla popolazione siriana che da cinque anni vive un momento difficile”.
Il problema è stato confermato dagli stessi rappresentanti del Centro di Damasco che hanno spiegato che la guerra provoca vittime non solo in modo direttamente legato agli scontri, ma anche per mancanza di medicinali, ospedali e di professionisti.
L’incontro è stato un momento di confronto importante, pensato e organizzato per far sentire a chi è rimasto in mezzo a morte e distruzione che non è solo, e che l’Italia è un Paese amico.
Come ricordano gli operatori della Onlus, “la risposta alla guerra non può essere solo nell’emergenza ma nel sostenere la capacità locale di governare, facendo tornare i territori a una normalità auspicata, necessaria”.